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Il Manchester e ten Hag si coccolano il loro nuovo fenomeno: è Rashford, sempre più devastante

L’era post Cristiano è nata sotto il segno di Marcus Rashford, decisivo anche contro i Wolves dopo i gol partita con Nottingham e Burnley. Entrato nella ripresa, ha risolto il match regalando il 3° successo allo United, di nuovo in piena Zona Champions.
A cura di Alessio Pediglieri
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Il Manchester United ha dato piena fiducia a Marcus Rashford e Marcus Rashford non ha deluso le aspettative. L'attaccante inglese è risultato ancora decisivo nel match di sabato pomeriggio contro il Wolverhampton in una trasferta resa facile dal classe 1997 che, entrato nella ripresa, ha risolto il match con un gol, segnando il suo 3° centro in tre gare in cui ha permesso ai Daivoli Rossi di ten Hag di conquistare altrettanti successi. Prestazioni e numeri che hanno già cancellato qualsiasi residuo che poteva essere rimasto di Cristiano Ronaldo, oramai parentesi totalmente archiviata e dimenticata.

Entrato solamente nella ripresa, Rashford ha dato ancora una volta ragione alle scelte di ten Hag che lo ha fatto rifiatare dopo le fatiche contro Burnley e Nottingham. Ma il ragazzo di Manchester non ha deluso le aspettative risultando ancora una volta decisivo per le sorti dl match: ha impiegato solamente 30 minuti per prendere confidenza col campo per poi ubriacare l'intera difesa dei Wolves e spaccare in due la partita, a favore dei red devils. Altri 8 minuti più tardi avrebbe anche segnato la rete del raddoppio, poi vanificata per un tocco di mani dal VAR. Ennesima conferma della sua straordinaria crescita tecnica e tattica: l'anno scorso in 32 partite aveva segnato solo 5 reti e quest'anno ha già triplicato il suo score mostrandosi decisivo anche durante le gare in corso.

Proprio alla vigilia del match contro i Wolves aveva fatto scalpore la decisione di ten Hag di tenere fuori dalla rosa titolare uno dei giocatori più in forma del momento, Marcus Rashford. Una scelta controcorrente che aveva suscitato non poche perplessità ma che il tecnico ha subito messo a tacere dando una spiegazione diretta: "Motivi disciplinari interni, abbiamo delle regole e vanno rispettate", aveva detto mostrando il ‘bastone' al giovane attaccante. Per poi consegnargli la ‘carota' più dolce: l'entrata nella ripresa e la possibilità di trasformarsi ancora una volta nell'idolo dei tifosi e salvatore della patria.

Cresciuto nello United, Rashford da sempre è stato abituato a bruciare le tappe tra i Diavoli Rossi approdando in prima squadra nel 2015, appena diciottenne, dopo dieci stagioni trascorse a farsi notare nelle giovanili. E lo fa non senza lasciare il segno: debutta in Europa League e la sfida al Midtjylland entrerà alla storia con il più giovane calciatore di sempre dello United a segnare in una partita europea. Lo fa a soli 18 anni e 117 giorni e batte il precedente record di un certo George Best. Da lì in poi, è un crescendo e una conferma.

Van Gaal e Josè Mourinho prima, Ole Gunnar Solskjær e Rangnick poi si affidano sempre più spesso a lui fino all'epopea attuale di ten Hag costellata dalla diatriba interna con Cristiano Ronaldo culminata con la separazione consensuale del contratto, e una "nuova era" che è ripartita immediatamente proprio da Rashford oramai nuovo punto di riferimento dell'accatto dello United: 14 reti totali in stagione più 4 assist e i Red Devils che stanno riprendendo forma e sostanza. In Premier League sono rientrati in piena zona Champions League infilando la 3a vittoria consecutiva, in EFL Cup sono arrivati ai quarti di finale, in attesa dei 16mi di Europa League dove sfideranno il Barcellona.

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