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Il finale sfacciato di Westerlo-Genk, si stringono la mano ma la partita non è finita: “Imbroglio palese”

Tutto è successo in occasione dell’ultima giornata della stagione regolare. Al Westerlo e al Genk bastava un punto per raggiungere i rispettivi obiettivi e dopo il pareggio si sono letteralmente fermati. Cosa rischiano adesso club e calciatori.
A cura di Maurizio De Santis
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Gli ultimi cinque minuti della partita tra Westerlo e Genk sono bastati perché nel campionato belga scoppiasse uno scandalo. L'arbitro (Lawrence Visser), imbarazzato per quanto stava accadendo, null'altro ha potuto fare che trascorresse il tempo regolamentare (minuti di recupero compresi) prima di fischiare ufficialmente la conclusione della partita.

Ma in realtà era già finita nelle intenzioni dei calciatori che, con il risultato fermo sul pareggio (1-1) e comodo per tutti, hanno di fatto smesso di giocare. Il copione è semplice, semplice: passaggi orizzontali e all'indietro nemmeno fossero palleggi da riscaldamento, nessuna giocata forzata, ritmo soporifero, calciatori che si tengono a debita distanza e fanno attenzione a non spezzare quell'idillio, altri – ed è questa l'immagine che ha destato maggior scalpore – che addirittura si stringono la mano come fossero d'accordo.

Non è finita, su una delle due panchine (quella del Genk in particolare), c'è addirittura l'allenatore (Wouter Vrancken) che sorride soddisfatto e dà il cinque a uno collaboratore. Come a dire: è fatta.

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Peccato mancasse ancora una porzione di tempo utile per dare almeno una parvenza di lealtà sportiva a ciò che invece è apparso come sfacciato, irrispettoso e inaccettabile da parte degli stessi club e degli organi federali che non hanno lesinato provvedimenti ai protagonisti di quella che è stata definita una "squallida esibizione", un "palese imbroglio", una "presa in giro inaccettabile".

Tutto è successo in occasione dell'ultima giornata della stagione regolare. Al Westerlo e al Genk bastava un punto per raggiungere i rispettivi obiettivi: gli uni in lotta per la salvezza, gli altri per chiudere tra le prime sei e centrare i playoff. Quando gli ospiti hanno segnato (86°) la gara è virtualmente finita.

Nonostante avesse un uomo in più (a seguito di un cartellino rosso comminato al Genk all'inizio della partita), il Westerlo ha permesso agli avversari di passarsi la palla tra di loro, ha tirato indietro la gamba (come si dice in gergo) perché in fondo andava già bene così.

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La vicenda, però, ha avuto un seguito durissimo, non solo per le polemiche che ne sono scaturite ma anche per i provvedimenti presi nei confronti dei diretti interessati. Il Westerlo ha annunciato di aver esonerato l'allenatore Rik De Mil: "Abbiamo ritenuto necessario prendere questa decisione. Siamo rammaricati ma non posiamo accettare che i nostri valori e la nostra immagine siano messi in discussione". È stata una decisione dolorosa ma necessaria, preceduta da un'altra nota con la quale la società prendeva "completamente le distanze da come è andata la partita negli ultimi cinque minuti. Fatti sui quali il club non ha avuto alcuna influenza".

Ha dovuto farlo alla luce dei risvolti che ci sono stati anche a livello federale. La Procura non poteva lasciar passare sotto traccia quella situazione ritenuta di estrema impudenza. "Gli ultimi cinque minuti di Westerlo-Genk sono stati una presa in giro del fair play – è la posizione espressa -. Ciò non è solo contro le regole del gioco, ma è anche palesemente ingiusto rispetto ad altre squadre che erano ancora in corsa per un posto nei playoff. Questo lo riteniamo un palese imbroglio. Inutile dire che questa squallida esibizione ha provocato solo un danno al calcio belga".

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Cosa rischiano i tesserati? La sospensione per Vrancken e De Mil e che i 21 giocatori presenti in campo debbano pagare una multa di 1.000 euro così come Genk e Westerlo ma con importo notevolmente superiore (10.000 euro). Vrancken si è difeso: "Non abbiamo fatto niente di male. In quel momento eravamo in campo con un uomo in meno e un calciatore che a malapena riusciva a camminare. E abbiamo pensato di non correre rischi".

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