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Il dramma di Iniesta, il male dentro: “Abbracciavo mia moglie ma era come abbracciare un cuscino”

Andres Iniesta racconta l’abisso della sua vita: “Il momento migliore della giornata era quando prendevo le pillole”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Andres Iniesta a 38 anni è ancora sotto contratto col Vissel Kobe in Giappone, anche se la sua ultima partita risale all'agosto scorso, il che fa sorgere qualche dubbio su una carriera che potrebbe serenamente interrompersi con anticipo rispetto alla conclusione del contratto fissata per il 31 gennaio 2024. Del resto ‘El Mago' ha dato tutto quello che aveva al calcio, ricevendone in cambio l'amore incondizionato dei tifosi – non soltanto quelli del Barcellona, ma chiunque ami la bellezza nello sport – e una bacheca strapiena dei trofei più prestigiosi: 9 campionati e 4 Champions in maglia blaugrana, due Europei e un Mondiale con la Spagna.

E tuttavia dal calcio è arrivato per Iniesta anche un grandissimo dolore, la morte del giocatore dell'Espanyol Dani Jarque, trovato senza vita per arresto cardiaco all'età di 26 anni nell'estate del 2009, mentre era in ritiro a Coverciano col club spagnolo. Era l'amico di una vita per Don Andres, l'impatto della vicenda su di lui fu devastante. Iniesta era all'apice della carriera, ma da quel momento nulla per lui fu come prima: il male oscuro cominciò a divorarlo e finì nel tunnel della depressione.

Fu un periodo terribile della sua vita, di cui è tornato a parlare recentemente nel podcast ‘The Wild Project': "Quando stavo combattendo con la depressione, il momento migliore della giornata era quando prendevo le pillole e andavo a letto. Avevo perso la voglia di vivere. Abbracciavo mia moglie, ma era come abbracciare un cuscino".

Iniesta oggi si sente meglio, ma va comunque sempre in terapia: "Continuo a farlo perché ho bisogno di aggiustarmi. Col tempo la vita ti insegna che la depressione e le malattie mentali possono colpire chiunque. Sono contento quando vedo che gli sportivi parlano di questi argomenti. Non si tratta di cose materiali, posso avere tutte le auto nel mondo e tutto ciò che voglio, ma è sempre difficile affrontare i problemi della vita".

Andres Iniesta con la fascia di capitano del Vissel Kobe
Andres Iniesta con la fascia di capitano del Vissel Kobe

Già in passato Iniesta aveva parlato dell'argomento, con parole che avevano dato esattamente il senso del profondo vuoto in cui era precipitato: "Quando ho saputo che era morto Dani, è stato come essere colpito da un pugno fortissimo che mi ha mandato al tappeto, mi sono sentito sprofondare. So che è una cosa difficile da capire quando si ha tutto, ma sono stato distrutto. Vedevo tutto nero e più passavano i giorni e più mi sentivo peggio. In situazioni così non si prova niente, non vedevo l'ora che arrivasse la notte per prendere una pillola e dormire".

Ancora più drammatica fu la testimonianza del padre di Iniesta, José Antonio: "Quando tuo figlio di 25 anni viene a trovarti a mezzanotte e ti dice che vuole dormire con i suoi genitori, capisci che c'è qualcosa che non va. Mi disse che non stava bene e che non sapeva perché". Momenti terribili, fortunatamente adesso sono solo un ricordo.

Iniesta felice oggi con la sua famiglia
Iniesta felice oggi con la sua famiglia
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