Il dottor Tavana: “Berlusconi volle la reperibilità dei medici al Milan, ma non c’era il telefonino”

Il dottor Rodolfo "Rudy" Tavana è noto agli appassionati di calcio per il suo ruolo di medico sociale del Milan durante l'epopea di Silvio Berlusconi. Il professionista comasco ha ricoperto questo incarico per circa 20 anni, in due periodi distinti: dal 1987 al 2003 e poi di nuovo dal 2011 al 2017. I primi sono stati anni di trionfi che hanno portato il Diavolo a vincere e dare spettacolo in Italia e in Europa. Tavana, oggi 74enne, racconta come Berlusconi stravolse abitudini consolidate in ogni settore del club rossonero, dal campo a tutti gli altri aspetti. Anche il comparto sanitario fu oggetto di ‘attenzione' da parte del patron, con l'introduzione della "reperibilità", ovvero l'obbligo di essere raggiungibile e disponibile a intervenire in caso di necessità fuori dal proprio orario di lavoro. Ma all'epoca i telefonini non esistevano ancora…
Berlusconi volle che tutti i medici del Milan fossero reperibili: come funzionava il sistema, senza telefonini
"Ogni medico, da me fino ai colleghi del settore giovanile, doveva essere reperibile una volta a settimana. Non c'erano i cellulari e ci diedero un cicalino. Quando suonava, dovevi correre al telefono e chiamare un centralino Fininvest, che ti informava sull'intervento di emergenza richiesto da questo o quel giocatore, per sé o per un familiare", racconta Tavana alla ‘Gazzetta dello Sport'.
L'ex medico sociale del Milan ha ovviamente una miriade di aneddoti relativi a quegli anni, uno di questi vide protagonista Ruud Gullit, che gli fece uno scherzo che ancora oggi ricorda benissimo: "Una sera mi telefona: ‘Doc, ho un dolorino'. Siamo nella settimana di Napoli-Milan del 1° maggio 1988 (partita vinta poi dai rossoneri con un Gullit strepitoso, fu il primo Scudetto vinto dal club di Berlusconi) e mi preoccupo: ‘Ruud, vieni a casa mia, in via Novara”. Gullit arriva, lo visito, constato che non ha nulla di serio e gli dico: “Fermati a cena da me'. Ok, ma uno dei miei due bassotti mordicchia Ruud a un polpaccio. Disinfetto il graffio e finisce lì. La mattina dopo, Gullit si presenta a Milanello zoppicante e con una vistosa fasciatura alla gamba morsicata: ‘Doc, ha visto il suo cane? Con il Napoli non gioco'. Io penso che Berlusconi mi licenzierà. Quando arrivo sul campo, Gullit esce tutto sorridente e senza bende: ‘Doc, era uno scherzo!'".