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Il derby israeliano tra Hapoel e Maccabi Tel Aviv diventa guerriglia: “A rischio vite umane”

La partita di campionato non è mai iniziata a causa dei violenti incidenti provocati dai tifosi delle due squadre. C’erano 30 mila spettatori al Bloomfield Stadium che s’è trasformato in un campo di battaglia.
A cura di Maurizio De Santis
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Il bilancio dell'escalation di violenza, che ha portato all'annullamento del derby di Tel Aviv tra Hapoel e Maccabi, è tremendo: almeno 40 le persone ferite (tra cui molti agenti), altrettante quelle tratte in arresto per l'inferno scoppiato prima ancora che avesse inizio il match. Ma si tratta di stime che possono cambiare, considerata l'evoluzione dei fatti di cronaca nera che hanno trasformato una partita di calcio in un bollettino di guerriglia. Impossibile disputare il match in condizioni ambientali ostili, pericolose al punto da mettere "a rischio vite umane" e spingere la polizia israeliana prima a posticipare l'incontro poi a dichiararlo ufficialmente cancellato per le "circostanze aggravanti" collegate ai disordini avvenuti all'interno dello stadio.

Trentamila persone nell'inferno del Bloomfield Stadium

C'erano 30 mila spettatori al Bloomfield Stadium, dopo la decisione delle autorità sono stati invitati ad abbandonare gli spalti e a fare ritorno a casa. Il deflusso è avvenuto in un clima di paura e di agitazione per quanto accaduto fino a quel momento: i danni alle infrastrutture, il lancio di razzi, fuochi d'artificio, bottiglie, pietre e di fumogeni hanno dato il "la" alla gazzarra. Non sono bastati gli appelli né l'intervento diretto degli agenti a dissuadere i più facinorosi: a un certo punto, nonostante la reticenza dei club (in particolare quello di casa), è stato chiaro che non c'era altra soluzione se non cassare il match dal calendario.

Cosa rischiano Hapoel e Maccabi dopo i violenti scontri e la gara annullata

Il numero di persone ferite avrà un peso significativo sulla decisioni che la federazione israeliana prenderà per sanzionare le due società. Ma la questione non è così semplice questo perché ci sono due regolamenti, entrambi rilevanti per la questione. Il primo è strettamente circoscritto al campionato, alle sanzioni sportive e fa riferimento alla sconfitta a tavolino inflitta nel caso di match non iniziato perché la squadra ospitante non ha adempiuto ai propri obblighi organizzativi. Considerando le circostanze eccezionali che hanno impedito la disputa della partita, non è così semplice dimostrare le responsabilità dirette dell'Hapoel.

Il secondo regolamento è quello disciplinare: stabilisce che se una squadra è accusata di rivolta dei tifosi con circostanze aggravate, può subire anche penalizzazioni in classifica. Il discrimine è cosa si intende per circostanze aggravanti, le norme individuano una serie di parametri/situazioni: quando una partita non è terminata (e in questo caso non ha mai avuto inizio), quando ci sono stati feriti (come nel caso specifico). Se e nella misura in cui vi sono stati feriti, allora può essere presentata un'incriminazione contro l'Hapoel Tel Aviv per il reato di rivolta.

Lo stesso Maccabi, che non è esente da responsabilità nonostante fosse formazione ospite, è nell'occhio del ciclone anche per un'altra ragione: ai suoi tifosi è stato vietato di assistere alla partita di Europa League contro l'Aston Villa il mese prossimo.

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