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I segreti di Bastoni, tra campo e famiglia: “Mio padre faceva 130 km per portarmi agli allenamenti”

I segreti di Alessandro Bastoni, uno degli uomini più importanti dell’Inter campione d’Italia e futuro punto di riferimento della Nazionale Italiana.
A cura di Vito Lamorte
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Alessandro Bastoni è uno dei punti di riferimento dell'Inter campione d'Italia in carica che non vuole assolutamente cedere il suo trono e continua a viaggiare a gonfie vele in campionato. Il difensore classe 1999 di Casalmaggiore, nonostante la giovane età, è uno dei leader tecnico dei nerazzurri e il suo percorso di crescita è sempre più evidente: dopo essersi preso il posto da titolare con Antonio Conte, ora Bastoni è uno degli uomini di riferimento del quadro di Simone Inzaghi.

Nel corso di un'intervista a Franco Vanni per La Repubblica, Bastoni ha parlato dei suoi inizi e si è soffermato sul momento in cui ha capito che sarebbe diventato un calciatore: "A Parma in Serie A. Alla prima da titolare mi sono detto: ‘Ale, se fai bene questa è fatta'. Abbiamo vinto a Torino e ho finalmente potuto prendere in giro mio papà". Il padre di Alessandro ha giocato con la Cremonese e il difensore della Nazionale ha raccontato il loro rapporto: "Quando ero bambino lui faceva il fenomeno per questo. Ora sono io a ricordargli che non ha fatto mezza partita in A, ma pensa di essere ancora più forte di me. Ci scherziamo perché sappiamo che qui ci siamo arrivati insieme”.

L'ascesa di Alessandro si basa su un talento enorme ma è dovuta anche ad un grand supporto della famiglia: "Nelle giovanili dell'Atalanta ho incontrato ragazzi più talentuosi di me. Mi allenavo con i compagni grandi, facevo fatica. Mio padre mi ha insegnato a non mollare. Per anni mi ha accompagnato da Cremona a Zingonia e ritorno, 130 chilometri senza mai farmelo pesare. In un'altra famiglia, oggi forse farei un altro mestiere". 

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Sui tanti cambiamenti che ci sono stati nell'Inter rispetto allo scorso anno, dal tecnico ai giocatori, Bastoni si è espresso così: "Inzaghi ci ha dato la libertà che permette di ricordarci che il calcio è un gioco. Tranne quando perdi. Ogni tanto mi piace uscire dalla mia zona. Vista l'occasione, ho provato a segnare col Cagliari. Non è andata bene, speriamo nella prossima. Oggi abbiamo meno possibilità di contropiede. Dzeko e Lukaku sono diversi, ci siamo adattati. A Romelu ho fatto l'in bocca al lupo per la nuova avventura. Hakimi è mio compagno alla Playstation, è scarsissimo".

Infine il difensore dell'Inter ha rivelato chi è il suo idolo: "Sergio Ramos. Ammiro tutto di lui, come sta in campo, la personalità. Per il compleanno mi ha regalato la sua maglia. Ho anche potuto parlarci. Parlava spagnolo, ma ho percepito la persona, oltre al giocatore. Come con Materazzi". 

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