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I segnali di profonda crisi dello Jiangsu Suning che preoccupano l’Inter

Lo Jiangsu Suning sta vivendo un momento di profonda crisi economica. La squadra cinese, di proprietà della Suning Holdings Group, che controlla anche l’Inter, alla ripresa degli allenamenti, ha dovuto fare i conti con una situazione piuttosto spiacevole che si è creata con i giocatori stranieri che militano in squadra. Le difficoltà con i pagamenti degli stipendi ha portato ad una decisione drastica da parte di un parte della rosa.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Grave crisi per lo Jiangsu Football Club. La squadra cinese, di proprietà della Suning Holdings Group, che controlla anche l'Inter, solo pochi mesi fa aveva vinto la Super League per la prima volta nella sua storia. Ora però, dopo la sosta, l'inaspettata sorpresa. I calciatori stranieri che militano nel club, non si sono presentati agli allenamenti per via delle difficoltà avute dalla società a pagare gli stipendi a calciatori ed allenatori. Uno scenario che si è verificato soprattutto dopo l'entrata in vigore delle nuove norme del governo cinese, che ha imposto ai calciatori un taglio dei compensi futuri.

Un tetto che non superi i 3 milioni di dollari lordi a stagione. La crisi dello Jiangsu Zuqiu Julebu, conosciuto proprio come Jiangsu Suning ma che dovuto cambiare denominazione su imposizione del governo cinese che ha vietato ai club di portare nomi di aziende e sponsor nella loro denominazione, preoccupa inevitabilmente anche l'Inter. Suning è infatti in trattativa con BC Partners come nuovo investitore per la cessione, a quest'ultimo, di quote di capitale. Il governo cinese ha infatti scoraggiato investimenti investimenti di brand cinesi all'estero previo un meccanismo di autorizzazioni politiche.

Jiangsu Suning in crisi: ora l'Inter inizia a preoccuparsi sul serio

Alla ripresa degli allenamenti dello Jiangsu Suning, non erano presenti calciatori stranieri. I motivi che hanno portato a questa scelta, sono da ricondurre inevitabilmente al netto taglio dello stipendio subito dopo i provvedimenti presi dal governo cinese. I giocatori, inoltre, non hanno ricevuto regolarmente gli stipendi e si sono visti decurtare da un giorno all'altro la loro paga. Tra questi anche gli ex nerazzurri Miranda ed Eder, Alex Teixeira e l'allenatore romeno Cosmin Olaroiu, che si è addirittura rivolto alla FIFA con un esposto.

E dire che solo nel 2015, lo stesso governo cinese, aveva messo in atto un programma ben preciso di investimenti nel calcio proprio per far crescere questo sport e dargli maggiore importanza. In questo mondo tanti campioni avevano deciso di trasferirsi in Asia firmando contratto plurimilionari. Ora però, ha dovuto fare un passo indietro. Anche diversi calciatori italiani come Graziano Pellé (nello Shandong Luneng guadagnava 15 milioni a stagione per 4 anni) e Stephan El Shaarawy (allo Shangai Shenhua ne prendeva 16), hanno lasciato la Cina per fare ritorno in Europa.

A questo punto la crisi si ripercuote anche sull'Inter, di cui Suning è proprietario. Rientrato il caso Hakimi, con il Real Madrid che ha smentito i presunti problemi con il club nerazzurro circa il pagamento dell'esterno marocchino, resta da capire in che modo, a livello economico, la società riesca a non essere intaccata dalla crisi economica del gruppo cinese.

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