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Gli atteggiamenti che Conte detestava: grave errore dell’Inter sul gol di Felipe Anderson

La Lazio ha battuto l’Inter sabato scorso nell’anticipo dell’ottava giornata di Serie A. Un match contrassegnato dalle polemiche per via del gol di Felipe Anderson che invece di buttare la palla fuori e consentire i soccorsi all’infortunato Dimarco, ha proseguito l’azione scatenando l’ira dei nerazzurri. In tutto ciò, resta però da sottolineare l’atteggiamento sbagliato della squadra di Simone Inzaghi che ha difeso in modo superficiale, al contrario di quanto accadeva con Conte fino allo scorso anno.
A cura di Fabrizio Rinelli
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L'epilogo di Lazio-Inter ha fatto discutere molto. Il gol del 2-1 realizzato dai biancocelesti con Felipe Anderson è stato infatti contrassegnato da un episodio che ha scaturito l'ira dei giocatori nerazzurri in campo. Il brasiliano non ha fermato l'azione in modo da consentire ai sanitari di entrare in campo per soccorrere l'infortunato Dimarco. Nessuna irregolarità dal punto di vista del regolamento, ma la squadra di Simone Inzaghi ha comunque invocato a gran voce il mancato gesto di sportività da parte della Lazio che ha proseguito l'azione culminata con il gol.

Da questo episodio sono scaturite diverse polemiche e scaramucce reciproche da parte dei due club e degli stessi giocatori in campo che hanno inscenato una rissa furibonda. Sarri a fine partita ha spiegato il suo punto di vista, sottolineando come i nerazzurri, con Dimarco a terra, avessero comunque proseguito la loro azione offensiva. Più pragmatico invece Simone Inzaghi che ha condannato l'atteggiamento della sua squadra: "Non dovevano proprio far entrare in partita la Lazio, è stato questo il nostro errore". La rete del 2-1 he evidenziato un atteggiamento sbagliato dell'Inter.

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In tanti infatti si sono soffermati sulla rissa che è scaturita dopo la mancata interruzione del gioco da parte di Felipe Anderson invocata dall'Inter. E invece è da capire in che modo il brasiliano e poi Immobile si siano trovati praticamente da soli davanti ad Handanovic. Tutto parte dal rilancio di Pepe Reina che pesca Felipe Anderson sulla destra. L'ex West Ham arriva davanti alla porta sicuramente perché il suo marcatore (Dimarco appunto) è a terra, ma nel momento del tiro di Immobile, sono diversi i giocatori dell’Inter in area. Nessuno però bada a coprire l'altro palo perché tutti sono impegnati a inseguire il bomber italiano per convincerlo a buttare la palla fuori.

Nel corso dell'azione incriminata, si può notare come Brozovic e Barella rientrino nella propria metà campo con una corsa blanda convinti che la Lazio avrebbe buttato la palla fuori da lì a poco. E invece questo non è accaduto. Tutti i giocatori nerazzurri interessati nell'azione difensiva, erano impegnati a rincorrere Immobile lasciando Felipe Anderson tutto solo di mettere in rete la palla respinta da Handanovic sul tiro del bomber della Nazionale. Skriniar, Dumfries, De Vrij, Brozovic e Barella alle spalle di Immobile con Felipe Anderson isolato davanti all'area piccola e pronto a ribadire in rete la sfera. È stato questo il grande errore dei nerazzurri sul gol del 2-1.

Le parole di Conte e il concetto di mentalità spiegato in più occasioni

Un atteggiamento sbagliato, completamente inappropriato per una squadra che punta chiaramente a ripetere il successo in campionato dello scorso anno e quantomeno a difendere con le unghie e con i denti lo Scudetto di Conte. E invece l'atteggiamento remissivo mostrato in quell'occasione, ha reso ancora più evidente l'importanza dello stesso Conte in alcuni frangenti della partita. In tanti sottolineano come l'allenatore salentino non avrebbe mai potuto permettere un comportamento simile. Un atteggiamento superficiale che Conte non ammetteva tenendo sempre la squadra sul pezzo senza mai concedere cali di concentrazione. È mancato proprio questo all'Olimpico…

"I dettagli possono fare la differenza in queste partite" diceva Conte lo scorso anno analizzando le prestazioni della sua Inter. Il tecnico salentino ha sempre cercato di inculcare alla squadra una mentalità vincente, mai rinunciataria. Un atteggiamento che ha premiato i nerazzurri lo scorso anno e che invece è venuto a mancare nella prima gara dai nervi tesi di questa stagione. "Per vincere non serve solo pronunciare la parola ma fare un percorso – diceva lo scorso anno il tecnico nerazzurro – Bisogna sempre tenere il piede sull'acceleratore andando sempre a pressare".

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