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Gli artefici dello scudetto del Milan sono senza contratto, Maldini è una furia: “È irrispettoso”

Paradossale situazione in casa Milan con i due dirigenti che hanno costruito la squadra vincitrice dello scudetto, Paolo Maldini e Frederic Massara, che non hanno ancora rinnovato il loro contratto in scadenza a fine giugno e che potrebbero quindi lasciare la società rossonera.
A cura di Michele Mazzeo
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Il marchio di Paolo Maldini e Frederic Massara sull'inaspettato scudetto conquistato dal Milan è innegabile. Il lavoro fatto dai due dirigenti rossoneri in chiave mercato con un budget limitato è stato di certo fondamentale per riportare il Diavolo a vincere dopo un lungo digiuno in un periodo in cui le certezze dal punto di vista societario erano pochissime avendo ereditato i debiti della gestione di Yonghong Li.

Puntando su giovani promettenti ma non ancora affermati (Theo Hernandez, Kalulu, Tomori, Tonali e Leao su tutti) e su calciatori d'esperienza (come Kjaer, Ibrahimovic e Giroud), e sostituendo come meglio non si poteva gli eccellenti addii (Maignan al posto di Donnarumma), e confermando Stefano Pioli alla guida tecnica, la coppia di mercato del club meneghino è quella che, più di tutti gli altri, è da considerarsi tra i principali artefici di questo titolo arrivato sì inaspettato ma senza ombra di dubbio figlio della pianificazione.

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Difatti, se il fondo Elliot oggi nella trattativa per il passaggio di proprietà con il gruppo RedBird può far leva su una rosa rivalutata e un squadra vincente e con i conti in regola, gran parte del merito va certamente a Paolo Maldini e Frederic Massara. Gli unici a non essere d'accordo su ciò sembrano essere la famiglia Singer e l'amministratore delegato Ivan Gazidis che non solo non hanno ancora rinnovato il contratto (in scadenza a fine giugno) dei due uomini mercato, ma addirittura non si sono mai seduti al tavolo con loro per discutere del futuro.

A rivelarlo è lo stesso Paolo Maldini che in un'intervista a cuore aperto rilasciata alla Gazzetta dello Sport non ha nascosto la propria delusione per il trattamento ricevuto finora: "Io e Massara siamo in scadenza e non abbiamo rinnovato. Per il percorso fatto e la vicenda Rangnick trovo poco rispettoso che l'a.d. (Gazidis, ndr) ed Elliott non si siano neppure seduti a parlare, dico solo a parlare – ha infatti detto la bandiera rossonera smaltita la sbornia per la festa scudetto –. Perché loro potrebbero dirci ‘Il vostro lavoro non è stato abbastanza buono per continuare' o può essere che io dica ‘La vostra strategia non mi piace'. A me piace essere una sorta di garanzia per il milanista – ha poi aggiunto l'ex capitano e oggi responsabile dell'area tecnica del Milan –. Io non sono la persona giusta per fare un progetto che non ha un'idea vincente. Non potrei mai farlo. La realtà è che la proprietà non si è mai seduta al tavolo e questa cosa non va bene".

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Parole dure quelle rilasciate da Paolo Maldini, parole che lasciano presupporre ad una repentina marcia indietro da parte del fondo Elliot che sembrava intenzionato a rinnovare l'intera dirigenza. Probabilmente la trattativa in via di definizione per il passaggio al gruppo RedBird ha portato ad una situazione di stallo per quanto concerne i rinnovi. E ad influire sullo stand-by è anche la linea che i nuovi proprietari vorranno seguire come lasciato intendere dallo stesso Maldini:

"Oggi con una visione strategica di alto livello il Milan potrebbe competere con le più grandi. Se si sceglie al contrario una visione di mantenimento, senza investimenti, senza idee da Milan, il rischio è quello di rimanere nel limbo – ha difatti sentenziato il quasi 54enne (li compirà il prossimo 26 giugno, qualche giorno prima della scadenza del suo contratto e di quello di Massara con il club rossonero) –. La proprietà, Elliott o la prossima, chiuda il triennio e capisca la strategia che vuole per futuro".

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Per quanto appaia paradossale dunque, pochi giorni dopo aver conquistato lo scudetto a distanza di 11 anni dall'ultima volta, la possibilità che il Milan si ritrovi a dover ripartire da zero senza due dei principali artefici di quell'impresa è quantomai concreta.

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