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Gérard Houllier è morto, calcio francese in lutto per la scomparsa dell’ex ct

Il calcio francese è in lutto per la morte di Gérard Houllier, deceduto a 73 anni nella notte tra domenica e lunedì. È stato l’uomo che ha scritto la storia del Paris Saint-Germain, conquistando il primo titolo in campionato del club, e lasciato con l’amaro in bocca i tifosi della nazionale nel ’93 con la mancata qualificazione al Mondiale ’94 negli Usa.
A cura di Maurizio De Santis
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Il calcio francese è in lutto per la morte di Gérard Houllier, deceduto a 73 anni nella notte tra domenica e lunedì. In carriera aveva allenato Paris Saint-Germain, Liverpool e Olympique Lione ma era molto conosciuto anche per l'incarico di commissario tecnico della nazionale transalpina. Un'esperienza, quest'ultima, segnata da più ombre che luci e scandita dalla mancata qualificazione al Mondiale del 1994 negli Stati Uniti. Aveva preso il timone dalle mani di Michel Platini nel 1992 ma n novembre del 1993 rassegnò le dimissioni dopo le sconfitte contro Israele e Bulgaria che compromisero la partecipazione alla fase finale del trofeo in terra americana.

La carriera di Houllier è stata spesso caratterizzata da grandi risultati e cocenti delusioni. Fu lui a portare in dote il primo scudetto al Psg, quando all'epoca il club era nelle mani del presidente Francis Borelli.  Joël Bats, Luis Fernandez, Safet Susic e Dominique Rocheteau i calciatori protagonisti con la maglia dei capitolini che nel 1985 – anno della prima panchina del neo allenatore – regalarono a Parigi il primo titolo della storia. All'esaltazione per il trionfo al debutto fece seguito un periodo meno fortunato: la stagione successiva il Psg non andò oltre il settimo posto. Le cose andarono male nel torneo 1987/1988 quando, dopo ben sette ko subiti in otto match, lasciò l'incarico a Erik Mombaerts pur restando nei quadri della società come direttore sportivo. Ruolo ricoperto solo per qualche mese come fosse una sorta di exit-strategy, salvo lasciare pochi mesi dopo.

Dalla Francia all'Inghilterra (e ritorno). Houllier oltrepassò la Manica nel '98. Nel Merseyside arrivò per portare a compimento una sfida importante quanto durissima: rifondare i Reds, trasformarli (di nuovo) in una squadra vincente. La missione riuscì in parte, gli mancò solo la consacrazione in Premier League ma in quel periodo il Liverpool mise in bacheca la Coppa di Lega inglese, la Coppa d'Inghilterra e la Coppa Uefa (2000/2001) e poi ancora la Supercoppa d'Inghilterra (battendo il Manchester United) e quella europea (battendo il Bayern Monaco). Un attacco di cuore nell'autunno di quell'anno felice per i Reds lo costrinse all'operazione e a un'assenza dai campi per 5 mesi. Al ritorno le cose presero una china differente: nonostante gli investimenti, mancò la qualificazione in Champions. E fu addio.

Il ritorno in patria avvenne nel 2005 quando disse sì al Lione di Aulas. Il copione fu in buona sostanza lo stesso: benino in Champions per due anni (2005/2006 e 2006/2007, eliminato da Milan e Roma nei quarti e negli ottavi), bene in patria con 2 titoli conquistati. Poi a causa di divergenze con il presidente rassegnò le dimissioni. L'ultima esperienza è sulla panchina dell'Aston Villa.

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