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Follia totale in Argentina, un video inchioda la polizia: “Sparavano anche su mamme e bambini”

Un cameraman di un tabloid argentino ha pubblicato un video shock sulle violenze in occasione di Gimnasia-Boca Juniors. Polizia sotto accusa.
A cura di Marco Beltrami
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Pochi giorni dopo la tragedia indonesiana, il mondo del calcio si ritrova a fare i conti con un'altra terribile storia. Questa volta la follia è andata in scena in Argentina, all'Estadio Juan Carmelo Zerillo di La Plata (Buenos Aires) in occasione del match tra il Gimnasia e il Boca che è stato inevitabilmente sospeso dopo meno di 10′. Il bilancio è nuovamente preoccupante, con molti feriti e un morto: il 57enne César Gustavo “Lolo” Regueiro, è deceduto per un infarto. Oltre al comportamento ingestibile e fuori controllo dei tifosi, in Sudamerica ci s'interroga anche sul modus operandi delle forze dell'ordine.

Anche la FIFA proprio come in Indonesia sta indagando su come gli agenti di polizia hanno gestito gli scontri, attraverso l'utilizzo delle maniere forti con lacrimogeni e il ricorso alle armi. A tal proposito alcuni video circolati online sono preoccupanti e mostrano come alcuni poliziotti non sono riusciti a tenere la situazione sotto controllo, ricorrendo anche a metodi a dir poco discutibili. Fernando Rivero, cameraman del tabloid TyC Sports, ha raccontato la sua esperienza.

L'addetto ai lavori che stava semplicemente facendo il suo lavoro è stato raggiunto dai colpi di pistola esplosi da un agente di polizia da distanza ravvicinata. I proiettili di gomma hanno provocato non pochi danni a Rivero che ha parlato così di quanto accaduto: "Sono ancora scosso da quello che è successo, perché stavo facendo il lavoro come faccio di solito quando ci sono rivolte, prendi la macchina fotografica e registri gli incidenti che potrebbero esserci. Ora sto riguardando le immagini, ero vicino i cavalli e quando iniziano a lanciare sassi alla Polizia, corro per proteggermi dai sassi e mi fermo vicino ad un albero. Questa persona salta la recinzione e viene direttamente per sparare verso di me in modo che non continui a registrare gli eventi. Quello è intenzione del ragazzo, portami fuori di scena in modo che non continui a registrare".

I colpi purtroppo sono andati tutti a segno, in una zona molto delicata. Il cameraman ha rischiato grosso e ha provato a far ragionare l'agente senza fortuna: "Ho ricevuto i colpi nella zona inguinale e mi sono piegato in due per il dolore, subito quando ho sentito il bruciore e il dolore mi sono accovacciato e mi sono buttato a terra e poi sono venuti dei ragazzi e gli hanno detto: ‘Che stai facendo ? Non vedi che hai sparato a un cameraman?'. La polizia non ha nemmeno sussultato, ha continuato a sparare. Mi incrocia, lo guardo e dico ‘che stai facendo?' e ha continuato a sparare in avanti ".

Un'esperienza terribile per il cameraman che spera che vengano presi provvedimenti: "Ci sono poliziotti preparati per certe cose e non per altre. La verità era il caos e sparavano ovunque. Hanno ferito i piccoli, i grandi, le mamme, tutti. Non ti rendi conto che sto lavorando o che stanno lavorando altri colleghi? Se sei un po' coerente, guarderai. Se stai sparando con una pistola e sei consapevole di quello che stai facendo, devi renderti conto che ci sono persone intorno a te che non meritano quel maltrattamento".

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