Filippo Galli: “Una sera giocammo a nascondino a casa di Marco Simone”. Racconta cosa fece George Weah

Se volete un'immagine che spieghi meglio di qualsiasi altra come è cambiato completamente nel calcio il modo di stare assieme e ‘fare squadra', basta sentire il racconto fatto da Filippo Galli. L'ex difensore centrale del grande Milan di Berlusconi (che poi avrebbe ceduto al più giovane Costacurta il posto da titolare al fianco di Franco Baresi) disegna una serata di giochi tra amici, in un'epoca in cui erano lontanissimi telefonini, social, cuffioni, etc. Esistevano le carte, il biliardo, il calcio balilla e… il nascondino. Già, proprio il gioco che tutti noi abbiamo fatto da bambini e che una sera di tanti anni fa fece divertire da matti alcuni ragazzi molto ricchi e particolarmente abili col pallone tra i piedi. Ma, appunto, erano sempre ragazzi. Galli riavvolge il nastro dei ricordi e poi scoppia a ridere quando racconta cosa fece George Weah e come lo scoprirono.
Filippo Galli oggi ha 62 anni, è rimasto nel mondo del calcio, mentre il 59enne Weah ha fatto una carriera pazzesca anche da politico – dopo aver vinto il Pallone d'Oro nel 1995 – diventando addirittura il presidente del suo Paese, la Liberia, dal 22 gennaio 2018 al 22 gennaio 2024. Provate a chiudere gli occhi e tornare indietro di una trentina d'anni. Siamo a casa di un rapidissimo attaccante di quel Milan, si spengono le luci, poi parte il gioco… ed è "tana" per George Weah.

Metti il grande Milan una sera a cena a casa di Marco Simone: "Ora giochiamo a nascondino"
"Ricordo una sera quando eravamo a casa di Marco Simone – racconta Galli al podcast ‘DoppioPasso' – Eravamo goliardici, a un certo punto dopo cena giocammo a nascondino e c'era anche George Weah. E mi ricordo che lo scoprimmo perché si mise a ridere (qua scoppia a ridere anche lui, ndr). Si mise nella stanza al buio così (mima l'ex compagno impettito vicino a un muro, ndr) e lo scoprimmo, perché a un certo punto si mise a ridere con i suoi dentoni…".

Galli ha un altro ricordo nitido a proposito dell'attaccante liberiano, una frase che gli ripeteva sempre e della quale tuttavia non ha mai saputo il significato: "Fantastico George… nel quotidiano era una persona molto affabile, molto umana, non era uno che se la tirava. Mi diceva sempre ‘cugiani sapila', che non so cosa volesse dire. Non so se fosse un saluto, qualcosa… lui è liberiano. Grande George Weah, numero uno".