Fallisce il Tianjin Tianhai, primo club cinese a dichiarare bancarotta

Anche il calcio cinese assapora il gusto amaro del fallimento. Da sempre riconosciuta come meta ricca e pronta a fare pazzie per ingaggiare i migliori giocatori dismessi dai grandi mercati europei e sudamericani, la Super League cinese deve fare i fronti con il primo crack finanziario di un club in massima serie, il Tianjin Tianhai. Uno dei club che nel recente passato si era fatto largo proprio con l'acquisto di nomi da copertina, come Fabio Cannavaro, che proprio in quella società iniziò la sua carriera d'allenatore che oggi lo vede contemporaneamente alla guida del Guahgzou e della nazionale. O come quelli del brasiliano ex Milan Alexandre Pato, del belga Axel Witsel o del francese Anthony Modeste.
Oggi, il Tianjin non esiste più e la pandemia di coronavirus non c'entra nulla anche se il mancato avvio della stagione regolare ha decisamente inciso sul futuro della società e sul suo attuale stato fallimentare. Il tutto era nato per problemi legati alla dirigenza che aveva fondato il giovane club cinese, creato solamente nel 2006, accusata di marketing illegale a inizio 2019, motivo per cui il club era entrato in una profonda crisi economica poi accelerata dal Covid-19.
Almeno una dozzina di altri club belle prime tre serie sotto la Super League cinese sono falliti negli ultimi sei mesi, ma Tianjin è il primo del massimo campionato. La squadra del nordest della Cina, che stata sommersa dai troppi debiti, era già da tempo destinata a essere sostituita nella massima divisione dallo Shenzhen FC di Roberto Donadoni che, nella precedente stagione era retrocesso mentre il Tianjin si era salvato in extremis. Il Tianjin lunedì ha presentato una domanda di ritiro ufficiale per la prossima stagione, che sta per ripartire (si parla di giugno) dopo lo stop per l'emergenza mondiale. La Super League avrebbe dovuto iniziare il 22 febbraio ma era stata rimandata dalla pandemia di coronavirus.