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Enzo Maresca al Manchester City su richiesta esplicita di Guardiola: così è iniziato tutto

Enzo Maresca è uno dei collaboratori più stretti di Pep Guardiola al Manchester City che affronta l’Inter in finale di Champions. Ecco come i due si sono conosciuti, con l’ex centrocampista che vede nel catalano un maestro e mentore.
A cura di Marco Beltrami
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Nel Manchester City che affronta l'Inter nella finale di Champions League c'è anche un pezzo di Italia. Si tratta di Enzo Maresca, ex calciatore che ha iniziato una nuova vita da allenatore e che ha un legame molto speciale con Pep Guardiola. L'allenatore catalano lo ha voluto come collaboratore tecnico alla sua corte.

Centrocampista abile ad unire qualità, quantità e anche un discreto temperamento (indimenticabile la sua esultanza con le corna in un derby di Torino), Maresca dopo aver vestito le maglie di WBA, Juve, Bologna, Piacenza, Fiorentina, Siviglia, Olympiacos, Malaga, Sampdoria e Palermo, ha deciso di intraprendere la carriera da allenatore.

Troppo forte la passione per il pallone e la visione di Enzo, che lo porta a sostenere il corso da tecnico a Coverciano con una tesi dal titolo "il calcio e gli scacchi". Nel frattempo l’esperienza come vice di Fiorin all’Ascoli gli permette di iniziare a respirare l’atmosfera della panchina nel 2017, prima di ottenere il tanto voluto patentino. Il suo percorso dopo le dimissioni dalla formazione bianconera riparte da quella Siviglia che aveva conosciuto da calciatore, come collaboratore di Vincenzo Montella.

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In terra andalusa può mettere in pratica quanto imparato durante la sua avventura da calciatore, tra Siviglia e Malaga, per un’esperienza che gli tornerà fondamentale anche dopo quando si sposterà in Inghilterra. Qui Enzo ritrova uno dei suoi maestri, ovvero Manuel Pellegrini ai cui ordini aveva lavorato anni prima. In un anno e mezzo oltremanica, apprende tanto ritagliandosi uno spazio importante. Non è un caso che nel 2020, riparta dal Manchester City che gli affida le chiavi della Elite Development Squad, ovvero l'equivalente delle nostre Under 23.

E qui senza rinunciare alla sua filosofia calcistica e ad un calcio sempre offensivo e propositivo capace di valorizzare al meglio le risorse a propria disposizione, vince la Premier League 2 ritagliandosi una vetrina importante. Ai Citizens, Maresca ha l'opportunità di ritrovare quello che è uno dei suoi idoli ovvero Pep Guardiola con il quale si era già affrontato durante l'esperienza a Malaga, quando l'allenatore guidava il super Barcellona.

In un'intervista a La Gazzetta dello Sport, l'ex bianconero rivelò: "Il primo incontro avvenne dopo un Barcellona-Malaga. Pep mi parlò dei tempi di Brescia e di Mazzone. A Manchester il rapporto si è consolidato". Già al West Ham infatti Maresca aveva cercato di assimilare il più possibile dalla mentalità di Guardiola: "Pellegrini era stato appena esonerato dal West Ham. Ero il vice, cercai di approfittare del tempo libero per studiare il calcio di Pep".

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Da grande estimatore degli scacchi, Maresca ha sempre trovato delle analogie con il calcio. Soprattutto con quello di Guardiola. A Scacchitalia, l'ex calciatore campano ha spiegato: "Da un punto di vista tattico e strategico, nella necessità del controllo del centro, nella valorizzazione del fattore sorpresa, nella suddivisione delle fasi del gioco (apertura, medio gioco, finale) e nel gioco posizionale, che è la mia passione, sia per il calcio, che per gli scacchi. Guardando alle squadre che hanno fatto la storia del calcio, ad esempio il Manchester City e il Barcellona di Guardiola, o il Milan di Sacchi, un forte e compatto centrocampo, tecnicamente valido, offre dei vantaggi importanti, e ti consente di far passare buona parte del tuo gioco da lì".

"Secondo me chi ha il controllo del centrocampo ha il controllo della gara. Ovviamente se intendi usarlo. Se al contrario la tua idea è far passare subito la palla dalla difesa agli attaccanti, il centro non ti serve molto. In un certo senso è la contrapposizione tra gioco classico e ipermoderno: il gioco alla Guardiola è più simile a quello classico, in cui si punta all’occupazione del centro, quello “difesa e contropiede” assomiglia a quegli schemi in cui si apre di fianchetto, e si lascia il centro all’avversario".

Il fondamento del suo calcio, in linea con quello di Guardiola è il gioco posizionale: "Se si riesce a occupare il campo in modo efficace, e ogni giocatore mantiene la sua posizione, si costruiscono dei vantaggi che poi al momento opportuno puoi sfruttare: creare una superiorità numerica, ad esempio, oppure, anche senza superiorità, un “uno contro uno” in cui il tuo giocatore è più bravo dell’avversario. Gioco posizionale inoltre significa anche intuire i punti deboli dell’altra squadra e andarli a colpire".

Troppo forte per lui la voglia di confrontarsi con qualcosa di più intrigante, con un’esperienza da allenatore di una squadra professionistica. Ecco allora il ritorno in Italia per prendere le redini del Parma nel 2021. Un’esperienza però non troppo fortunata con l’esonero dopo 13 giornate. Nella scorsa estate la chiamata di Pep Guardiola che lo ha voluto fortemente come collaboratore tecnico, dopo la separazione con il suo vice storico.

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Un motivo d’orgoglio e un’occasione per lavorare al fianco dell’idolo catalano, continuando nel suo percorso formativo. Queste le sue parole al momento della firma: “Sono molto felice di essere tornato al Manchester City, uno dei club più grandi del mondo. Ho guadagnato molto dalla mia stagione qui come allenatore dell'EDS e ho visto quanto siano talentuosi i giocatori e lo staff di questo Club. Sono molto orgoglioso che Pep mi abbia chiesto di tornare, questa volta come parte dello staff dietro le quinte della prima squadra, e non vedo l'ora di aiutare lui e i giocatori nelle stagioni a venire". 

E chissà che ora Enzo non sia pronto nuovamente a spiccare il volo dopo il sodalizio fortunato con Pep. Sulle sue tracce ci sono numerosi club, in primis il Celtic che ha visto in lui il miglior prospetto per raccogliere l'eredità di Ante Postecoglu

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