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Endrick sa quali sono le cose da non dimenticare: “Mamma piangeva in bagno, papà dormiva allo stadio”

La significativa lettera del giovane campione brasiliano Endrick al fratellino, in cui ripercorre i sacrifici dei suoi genitori e la sua passione per il calcio che ha salvato tutti loro.
A cura di Marco Beltrami
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Endrick Felipe Moreira de Sousa è un nome di cui sentiremo parlare a lungo. Ha "fame" il 17enne brasiliano del Palmeiras, e già promesso sposo del Real Madrid, che ha già lasciato un segno con la maglia della sua nazionale segnando nel tempio di Wembley, contro l'Inghilterra. Ha dedicato tutta la sua giovane vita ad inseguire il sogno di diventare un calciatore professionista, e il calcio ha ripagato lui e la sua famiglia con una vita migliore dopo tanti sacrifici e privazioni. In una splendida lettera al The Players Tribune, Endrick ha scritto al fratellino di soli 4 anni, ripercorrendo le tappe del suo percorso che permetterà al piccolo Noah di "diventare quello che vuole".

Sono parole che riscaldano il cuore quelle dell'ultimo ragazzino prodigio brasiliano, che ha raccontato di come Noah sia nato proprio mentre lui segnava un gol: "Quando sono arrivato in ospedale, ti ho fatto un regalo. Non avevo soldi per un giocattolo, ma ti ho portato la palla d'oro del torneo. Vedi? Nella nostra famiglia, non siamo nati nella ricchezza. Siamo nati nel calcio". E proprio lo sport più bello del mondo ha dato a Endrick la possibilità di realizzare il sogno di suo nonno prima e suo padre poi. Tutto grazie ai sacrifici dei suoi genitori.

Sua madre ha dovuto lavorare duro per permettergli di giocare a pallone, sempre con grande dignità. L'attaccante brasiliano comunque se si guarda indietro è felice: "Ho vissuto un'infanzia incredibile, grazie a Dio e grazie a tutto ciò che mamma e papà hanno sacrificato. E grazie al calcio, ovviamente". Bastava un pallone, o qualcosa che rotolasse per essere felici: "Quando ci penso, sono felice e triste allo stesso tempo. Anche i brutti ricordi, a volte sono dolci. La maggior parte delle persone sbaglia. Dicono che eravamo poveri, che non avevamo cibo, ma non è vero. Non conoscono la mamma, che dice sempre alla gente: ‘Sono troppo una donna per lasciare che i miei figli vadano senza cibo‘. Quello che è vero è che ho visto papà piangere quel giorno. Da bambino di 10 anni, penso che sia stata la prima volta nella mia vita che ho capito che la nostra situazione era difficile. Al nostro tavolo, abbiamo sempre avuto abbastanza per ciò di cui avevamo bisogno".

Insomma valori importanti inculcati in quel ragazzo che dal canto suo ha sempre portato avanti la sua promessa: "Non preoccupatevi. Diventerò un calciatore e ci porterò fuori da questa situazione". E così è arrivato nell'accademia del Palmeiras, con la mamma che lo ha seguito per poterlo aiutare: "Si è lasciata alle spalle la sua vita a casa per sostenere il mio sogno a San Paolo. Il club aveva spazio solo per me, ma ha detto che non c'era modo che ci andassi senza di lei. Papà è rimasto indietro per lavorare e ci ha mandato dei soldi, e lei si è trasferita con me in una casetta insieme ad alcuni dei miei compagni di squadra. Tutti sotto lo stesso tetto".

La donna non aveva niente, a parte una sedia, e dormiva su un piccolo materasso sul pavimento. Spesso la mamma di Endrick doveva fare i salti mortali, chiedendo anche dei soldi a suo marito: "I giorni buoni, quando arrivavano i soldi, la mamma cucinava salsicce per gli altri ragazzi. Ma la maggior parte dei giorni, avevamo solo qualcosa  per noi, e lei si sentiva così in colpa a cucinare in casa, perché i ragazzi potevano sentire l'odore della carne che cucinava, e chiedevano se ce n'era anche per loro… In realtà, è stato così doloroso per lei che ha smesso di cucinare completamente".

Hanno dovuto tutti barcamenarsi nelle difficoltà, anche il piccolo Endrick, che spesso si doveva accontentare di cibo non di primissima scelta: "È andata al negozio di alimentari e ha comprato del pane vecchio di due giorni. E se glielo chiedi ora, ti dirà che aveva un sapore incredibile. Dice che la fame è una sensazione molto strana e rende anche il pane duro come il paradiso. Ad essere onesti, vorrei non doverti dire questo, perché la fame non è una buona cosa. Spero che non lo sperimenterai mai, come ha fatto la mamma. Ma è una parte importante della nostra storia. La prossima volta che la vedi, abbracciala e ringrazia, perché senza i suoi sacrifici non avremmo la vita che abbiamo oggi". Tutto senza mai farsi accorgere di nulla, andando a piangere lontano da tutti e mischiando "bastone e carota".

Anche il papà di Endrick ha vissuto sacrifici costanti prima di lavorare al Palmeiras, facendo anche le pulizie all'esterno dello stadio e poi nello spogliatoio. Ha vissuto la povertà sulla sua pelle percorrendo chilometri e chilometri di autostrada a piedi per provare ad inseguire il sogno di giocare a calcio. Non c’è stato niente da fare per lui e così ha dovuto fare lavori improvvisati per sostenere la sua famiglia. Anche quando è entrato nel club brasiliano, si è sempre privato di tutto. Basti pensare che il portiere della squadra si accorse che quell'addetto ai lavori mangiava solo zuppa. Questo a causa di un problema ai denti, quasi caduti dopo aver assunto i farmaci per un'infezione alla mano.

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Lo spogliatoio del Palmeiras a quel punto ha raccolto i soldi per aiutarlo a realizzare il suo sogno: quello di mordere una mela: "Oggi, grazie a Dio, può mordere qualsiasi cibo voglia".

E oggi guardarsi indietro può solo far gonfiare il petto con orgoglio a Endrick, che ha chiuso la sua meravigliosa lettera con queste parole per il fratello che oggi avrà una vita felica: "Per tre generazioni, e forse di più, la nostra famiglia ha inseguito il sogno del calcio. Abbiamo cercato di cambiare le nostre circostanze. Ma ora puoi fare quello che vuoi. Puoi essere un medico o un avvocato, o forse visto che stiamo andando in Spagna, il Paese di Nadal e Alcaraz, puoi diventare un tennista professionista. Stai già inseguendo la palla, come me. Quindi puoi essere un calciatore se vuoi. Non c'è più stress, grazie a Dio, grazie a mamma e papà, e grazie al calcio. Goditi la vita come vuoi, fratello. Questo è il mio regalo per te".

C'è solo però qualcosa che Noah non dovrà mai dimenticare, ovvero da dove sono venuti: "Nel momento in cui dimentichiamo da dove siamo venuti, rischiamo di perdere la nostra strada. Ecco perché ti sto facendo questo regalo della storia della nostra famiglia. Mamma che mangia il pane vecchio. Papà che dorme sotto la biglietteria. Mamma che piange in bagno. Papà che piange sul divano. Che tu possa sempre tenerlo nel tuo cuore".

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