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Djokovic espulso dall’Australia, parla Ibrahimovic: “Non è giusto doversi vaccinare per lavorare”

Ibrahimovic ha preso le difese dell’amico Djokovic, espulso dall’Australia perché non in regola con la normativa sanitaria locale e escluso dall’Open di Melbourne.
A cura di Vito Lamorte
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La vicenda di Novak Djokovic ha diviso il mondo sportivo, e non. L'espulsione dall’Australia da parte del numero 1 del mondo del tennis perché non in regola con la normativa sanitaria locale, che non gli ha permesso di partecipare all’Open di Melbourne, ha fatto molto discutere sia per il messaggio che ha dato il tennista serbo che per tutte le situazioni poco chiare che si sono innescate tra regolamenti sanitari statali e sportivi.

Nole ha dovuto tirare i remi in barca dopo il secondo ricorso con i giudici della corte federale, che hanno deciso all'unanimità di dare ragione dunque al governo australiano e hanno condannato il tennista serbo a pagare anche le spese.  Djokovic non si è mai vaccinato contro il Covid e ha puntato sull'esenzione per la positività dello scorso dicembre ma ha commesso diversi errori, con la complicità del suo entourage, ed è andato incontro ad un provvedimento che appariva inevitabile ma lascerà un segno sia sulla sua carriera che nella storia del tennis.

Il caso Djokovic è diventato, inevitabilmente, un pugno nello stomaco per gli amanti del tennis ma in soccorso del suo amico è arrivato poche ore fa Zlatan Ibrahimovic. In merito a questa vicenda si è espresso anche il quarantenne centravanti rossonero che nel corso di un'intervista al giornale francese Le Journal du Dimanche e alla domanda "Lei perché si è vaccinato?” è arrivata la La risposta è chiara: “Per proteggermi e proteggere gli altri". L'attaccante svedese si è soffermato così sull’argomento: “Vaccinarsi per ragioni di salute non è lo stesso che per partecipare a un torneo di tennis. Chi si vaccina lo fa perché ci crede e pensa sia efficace contro la malattia. Ma ognuno ha la sua opinione. La gente non dovrebbe essere costretta a vaccinarsi solo per andare al lavoro. Io mi sono vaccinato perché penso sia il modo migliore per proteggermi, non per giocare a calcio. Si tratta di due situazioni differenti”.

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Nel corso della sua intervista Zlatan, che sta promuovendo in Francia il suo libro "Adrenalina", ha parlato anche di altre situazioni prettamente calcistiche. Ibrahimovic si è soffermato sulla possibilità di diventare direttore sportivo del PSG nei prossimi anni nella sua ultima pubblicazione e l'ha ribadito a modo suo: "Il giorno in cui vorrò essere direttore sportivo del PSG, lo sarò. Ogni giorno il club diventa più grande. Quello era il progetto. Se non lo fosse, significherebbe che non stanno facendo il lavoro come si deve. Allenare e gestire una squadra così talentuosa non è facile. Da quello che posso vedere, il PSG sta facendo quello che deve fare".

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