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Mondiali in Qatar 2022

Diritti umani calpestati per i Mondiali in Qatar, mossa del Tromsoe: una nuova divisa con QR code

Il Tromsoe ha creato la prima divisa con codice QR. Il club norvegese ha così pensato di informare tutti in modo innovativo sulla delicata questione dei diritti umani calpestati in vista dei Mondiali in Qatar.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Il Tromsoe è sempre stato in prima linea per la lotta ai diritti umani calpestati in vista dei prossimi Mondiali 2022 in Qatar. Il club norvegese è stato il primo club professionistico al mondo a denunciare le condizioni disumane del paese e migliorare le condizioni dei lavoratori migranti e dei diritti umani in generale. Il club sta ora dando una nuova spinta, questa volta in collaborazione con Amnesty International e Malcolm Bidali, l'ex lavoratore migrante arrestato in Qatar per aver scritto in un blog su condizioni riprovevoli. "Speravamo che FIFA e Qatar ci ascoltassero l'ultima volta, ma ovviamente il denaro ha ancora la meglio sui diritti umani e sulle vite umane".

Ecco perché la società norvegese ha presentato ufficialmente la prima maglia in assoluto al mondo con un codice QR. Una volta inquadrato sulla maglietta, il codice rimanderà a una pagina che contiene informazioni dettagliate sulle condizioni in Qatar. Il club ha pubblicato un post sui propri canali ufficiali spiegando nel dettaglio l'iniziativa: "Il denaro ha ancora la meglio sui diritti umani e sulle vite umane. Quante violazioni dei diritti umani ci vorranno prima che la comunità calcistica si unisca per chiedere una migliore protezione per i lavoratori migranti?".

Il precedente della maglietta creata dalla Nazionale della Norvegia

Non è la prima volta che il calcio norvegese si schiera in prima linea lottando su questa tematica. Lo scorso mese di marzo 2021, durante le gare di qualificazione per i Mondiali, prima della partita contro Gibilterra, vinta 3-0 da Haaland e compagni, la Nazionale della Norvegia aveva indossato una maglietta con la scritta "Human rights On and off the pitch" ("diritti umani sul campo e fuori").

Un messaggio per sensibilizzare l'opinione pubblica e denunciare il governo del Qatar: secondo le stime del Guardian, sarebbero circa 6.500 i lavoratori immigrati morti durante la costruzione degli stadi nel Paese arabo, sede dei prossimi mondiali nel 2022. Stessa linea anche della Danimarca che in occasione dei prossimi Mondiali ha elencato nuove ‘restrizioni' che verranno attuate durante la permanenza della Danimarca, tutto per mantenere alta l'asticella dell'attenzione sui diritti umani violati, come spesso si è denunciato avvenga in Qatar.

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