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Dele Alli crolla nell’intervista: racconta la verità sulla sua crisi, gli abusi subiti da bambino

Drammatica intervista di Dele Alli: il 27enne centrocampista inglese, finito in un tunnel senza fine, racconta cosa gli è successo e fa piangere anche Gary Neville.
A cura di Paolo Fiorenza
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Dele Alli da qualche settimana è tornato all'Everton – col quale ha ancora un anno di contratto – dopo il disastroso prestito al Besiktas che ha certificato il tunnel senza fine in cui è finito ad appena 27 anni l'ex nazionale inglese. Una crisi che ormai dura da qualche anno, dopo che l'enfant prodige del Tottenham di Pochettino si è via via perso a cominciare da quando José Mourinho arrivò sulla panchina degli Spurs quattro anni fa.

In molti si sono chiesti come fosse possibile che un talento così limpido buttasse via la sua carriera in maniera apparentemente inspiegabile, adesso una parziale risposta arriva dallo stesso centrocampista, in una drammatica intervista in cui ha raccontato cosa gli è successo e la discesa nel suo inferno personale, di cui il calcio è solo l'aspetto che tutti possono vedere.

Alli si è confessato al podcast di Gary Neville, The Overlap, svelando per la prima volta di essere andato in riabilitazione nel tentativo di affrontare la sua dipendenza dai sonniferi e i suoi problemi di salute mentale. Ma il calciatore di Milton Keynes è andato oltre, spiegando come i motivi più profondi del suo male oscuro fossero stati seminati tanti anni fa, nel Dele bambino: ha confessato di aver subito abusi sessuali all'età di sei anni e di aver venduto droghe da piccolo.

"Penso che ci siano stati alcuni incidenti che potrebbero aiutarti a capire – ha detto a Neville – A 6 anni sono stato molestato da un'amica di mia madre, che era spesso a casa. Mia madre era un'alcolizzata, ed è successo a 6 anni. Sono stato mandato in Africa per imparare la disciplina, e poi sono stato rimandato indietro. A 7 anni ho iniziato a fumare, a 8 ho iniziato a spacciare droga. Una persona mi ha detto che non avrebbero fermato un bambino in bicicletta, quindi ho girato con il mio pallone da calcio e sotto avevo la droga, avevo 8 anni. A 11 sono stato fatto penzolare da un ponte da un tizio della casa accanto".

Poi la vita è cambiata radicalmente in meglio per il piccolo Dele: "A 12 anni sono stato adottato da una famiglia fantastica, non avrei potuto chiedere a persone migliori di fare quello che hanno fatto per me. Se Dio ha creato le persone, sono state loro. Sono stati fantastici e mi hanno aiutato molto, io ho cercato di essere il ragazzo migliore che potevo essere per loro. Sono rimasto con loro dai 12 anni e poi ho iniziato a giocare in prima squadra, a livello professionistico, a 16 anni".

Dele Alli in maglia Besiktas, un flop totale
Dele Alli in maglia Besiktas, un flop totale

Alli ha poi raccontato come abbia cercato di affrontare e risolvere una volta per tutte i suoi problemi di salute mentale e dipendenze degli ultimi anni: "Quando sono tornato dalla Turchia, ho scoperto che avevo bisogno di un'operazione (all'anca, cui si è sottoposto nello scorso aprile, ndr). Mentalmente ero in un brutto posto. Ho deciso di andare in una moderna struttura di riabilitazione per la salute mentale, le dipendenze e i traumi. Sentivo che era arrivato il momento per me. Con cose del genere, non ti si può dire di andarci. Ho preso io la decisione di andarci. Ero intrappolato in un circolo brutto, facevo affidamento su cose che mi stavano facendo del male. Dentro di me stavo decisamente perdendo la battaglia ed era il momento di cambiarla".

"Sono andato lì per sei settimane di riabilitazione – ha continuato Alli – L'Everton è stato fantastico, mi ha sempre sostenuto al 100% e gli sarò grato per sempre. Qualunque cosa accada in futuro, per essere stati così aperti, onesti e comprensivi, non avrei potuto chiedere di più in quel momento in cui probabilmente stavo prendendo la decisione più importante della mia vita, qualcosa che avevo paura di fare. Ma non avrei mai potuto immaginare quanto ne avrei ricavato e quanto mi ha aiutato mentalmente perché ero in una brutta situazione.  Sono uscito tre settimane fa. Se devo essere onesto, probabilmente non avrei voluto parlarne così presto, ma ora sono davvero in un buon momento per parlarne".

Dopo aver ammesso la sua dipendenza dai sonniferi, Alli ha spiegato che è un grosso problema nel calcio che andrebbe sorvegliato attentamente: "Vanno avanti da molto tempo le mie dipendenze, le cose che facevo per intorpidire i sentimenti che provavo. Non mi ero reso conto che fossero per quello scopo, che si trattasse di bere o altro. Ci sono cose che molte persone fanno, ma se ne abusi e in realtà non le fai per piacere, se le fai per cercare di inseguire qualcosa o nasconderti da qualcosa, ovviamente ti danneggiano molto. Sono diventato dipendente dai sonniferi ed è probabilmente un problema che non ho solo io. Penso che sia qualcosa che è in giro più di quanto la gente creda nel calcio. Spero che uscire allo scoperto e parlarne possa aiutare le persone. Prendere un sonnifero per dormire ed essere pronti va bene, ma quando il tuo sistema di dopamina è rotto come nel mio caso, può ovviamente avere l'effetto opposto. Ho decisamente abusato di loro e non ho mai affrontato veramente il problema".

Dele Alli con José Mourinho al Tottenham: per lui era un panchinaro fisso
Dele Alli con José Mourinho al Tottenham: per lui era un panchinaro fisso

Uno dei passaggi più duri dell'intervista – ed anche più toccanti – è stato quando Alli si è interrotto non riuscendo più a parlare con un groppo in gola, suscitando anche la commozione del suo intervistatore che ha provato a rincuorarlo. È stato quanto il calciatore ha ricordato come gli crollò il mondo nel 2019, quando Mourinho – appena arrivato al Tottenham al posto dell'esonerato Pochettino – lo mise fuori dalla formazione: "Qual è stato il punto in cui ho iniziato a sentire che le cose non andavano? Quando una mattina mi sono svegliato. Dovevo andare all'allenamento, era quando Mourinho ha smesso di farmi giocare. Ricordo solo di essermi guardato allo specchio. Ero letteralmente solo guardandomi allo specchio e mi stavo chiedendo se potevo ritirarmi a 24 anni. Sai, fare le cose che amo. Per me è stato straziante".

A quel punto anche Neville non ha retto e i suoi occhi si sono inumiditi come quelli di Alli. Che probabilmente non tornerà mai più ad essere il calciatore capace di imporsi ad appena 19 anni al Tottenham, ma in questo momento il recupero dell'uomo è prioritario. I tifosi dell'Everton sperano che sia un passo decisivo per rivedere anche in campo scintille del limpido talento che fu.

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