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De Roon ricorda il momento difficile di Ilicic: “Uscì dal campo, lo seguii. Mi abbracciò in lacrime”

Marten de Roon racconta storie di spogliatoio dell’Atalanta, tra cui il commovente abbraccio con Josip Ilicic.
A cura di Paolo Fiorenza
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A 34 anni Marten de Roon è ancora un pilastro dell'Atalanta e tutto lascia pensare che il centrocampista olandese lo sarà anche per il nuovo tecnico Juric, che ha raccolto la pesante eredità di Gasperini. Il contratto di de Roon scadrà l'anno prossimo, lui capisce bene che l'orologio della vita corre velocemente e deve godersi più che può gli ultimi anni della sua carriera: sa già cosa gli mancherà più di tutto, non il campo e le partite, ma lo spogliatoio. E il pieno di umanità che c'è racchiuso tra quei muri, con storie da raccontare come quella dell'abbraccio con un Ilicic in lacrime, nel periodo difficile vissuto dallo sloveno per i suoi problemi di depressione.

"Cosa si fa in spogliatoio in una squadra? Niente, si fa niente – risponde De Roon ridendo a ‘Cronache di spogliatoio' – Si fa niente e tutto. Sei lì due ore, tre ore, dopo pranzo ti riposi un po', parli, ma di calcio, di niente. Ogni tanto faccio fatica, perché mia moglie chiede: ‘Ma che cosa avete fatto?'. ‘Non so, niente…'. Poi lì ci siamo divertiti un sacco, perché fai gli scherzi. Noi maschi siamo anche più semplici rispetto alle donne che hanno sempre qualcosa di cui parlare, invece noi facciamo gli scherzi, ci basta molto meno. Credo che uno spogliatoio è difficile da ricreare, non puoi proprio raccontare bene cosa si fa. Secondo me, uno che ha smesso può raccontare meglio cosa vuol dire lo spogliatoio, perché manca tantissimo a tutti, che dicono: ‘Ma mi manca lo spogliatoio'. Neanche tanto il calcio, perché certo il corpo non ce la fa più, però lo spogliatoio, dove sei sempre con compagni che diventano amici, che spesso almeno nel calcio hai gli stessi interessi, però ti diverti, c'è sempre qualcosa da parlare,  c'è sempre qualcuno con una storia".

Marten de Roon e Josip Ilicic dopo un gol dello sloveno in un Borussia Dortmund-Atalanta di Champions League del 2018
Marten de Roon e Josip Ilicic dopo un gol dello sloveno in un Borussia Dortmund-Atalanta di Champions League del 2018

L'abbraccio tra de Roon e Ilicic in lacrime

"Ci sono le belle storie e le storie un po' tristi – continua de Roon, ricordando poi la depressione di Josip Ilicic in pieno lockdown per la pandemia di Covid, quando nel 2020 il talentuoso sloveno sparì completamente per mesi – Con Ilicic abbiamo vissuto tutti la storia triste che io mi ricordo bene. Lui è uscito una volta dal campo, io l'ho seguito e lui lì, quasi in lacrime, mi ha abbracciato… e tu vivi un momento così… In spogliatoio c'è di tutto, c'è uno che non so, ha litigato con la compagna, che vuole condividere un po' la sua storia, poi uno che è single, che ha festeggiato quella sera".

De Roon con la fascia di capitano dell'Atalanta: quest'anno ha giocato sempre
De Roon con la fascia di capitano dell'Atalanta: quest'anno ha giocato sempre

Sul piano personale, c'è un momento durissimo che davvero de Roon non riesce a lasciarsi dietro, quando lo scorso anno fu costretto a saltare la finale di Europa League, vinta dall'Atalanta sul Bayer Leverkusen, per un infortunio accusato nella finale di Coppa Italia: "So che ho vinto, è anche merito mio che abbiamo alzato la coppa, però non aver giocato quella finale manca qualcosina. È stato difficile, molto difficile, i primi giorni ho pianto. Ho pianto a casa, mi ricordo che ero con mia moglie a tavola noi due, il giorno dopo, e abbiamo pianto lì, 15 minuti, 20 minuti, di delusione, di tristezza. Come calciatore è il tuo momento quello, di arrivare in finale europea così, e non ci sei. Come calciatore, come atleta, vivi per queste cose, perché speri di arrivare una volta in una finale così. L'abbiamo fatto in Coppa Italia tre volte, e non siamo riusciti a vincere, poi arrivi a un'altra finale più importante… e quasi ogni tanto penso che avrei preferito di giocare e perdere alla fine. Non è così, però questo è il tuo primo pensiero: come mai non posso giocare questa finale, questa è la mia finale, e invece è così…".

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