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Davide Ancelotti svela il segreto dei rigori del Real Madrid: era tutto sul foglio passato a Carletto

Non è un caso che il Real Madrid sia riuscito a superare il Manchester City ai rigori: il segreto è nel foglio di Davide Ancelotti, frutto di un lavoro enorme con tutta la squadra.
A cura di Ada Cotugno
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La notte di Manchester è stata l'apoteosi per il Real Madrid che ha raggiungo il suo apice durante i calci di rigore. A prendersi le luci della ribalta per una notte è stato Andriy Lunin, nella classica favola che incorona il secondo portiere nella serata più importante per la sua squadra che accede alle semifinali di Champions League. Ma la vittoria contro il Manchester City è frutto di un lavoro meticoloso, di scelte ponderate e di uno spirito di gruppo al quale si è aggiunta anche un po' di fortuna. Insomma, non è stato un caso se ai rigori siano passati proprio i Blancos.

Prima dei tiri dal dischetto Guardiola ha provato ad addestrare i suoi su ogni piccolo dettaglio, mentre il Real sembrava più sconnesso e aggrappato soltanto al foglietto che Davide Ancelotti reggeva tra le mani. Ma in quel pezzo di carta è racchiuso il segreto degli spagnoli: la scelta dei rigoristi è stata attenta e soprattutto è stata valutata ascoltando tutte le voci, da quella del preparatore dei portieri Llopis a Kepa che ha influito su questa decisione.

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"Mentre finiva la partita ho scritto i cinque tiratori su un foglietto", ha raccontato Davide Ancelotti, "poi mi sono consultato con mio padre e dopo con l’aiuto di Kepa e parlando con i calciatori abbiamo cambiato un paio di cose. Siamo noi a decidere, ma se un giocatore ci dice che è stanco non gli facciamo tirare il rigore".

Luka Modric, Jude Bellingham , Lucas Vazquez, Nacho e Antonio Rudiger sono stati i prescelti, ma in realtà in quella lista ci sarebbero dovuti essere Federico Valverde come quinto ed Eder Militao. Il centrocampista si è tirato indietro all'ultimo momento perché stremato dalla stanchezza, lasciando quindi il posto al tedesco che dopo aver placcato benissimo Haaland tra andata e ritorno si è tolto la soddisfazione di dare a Lunin suggerimenti corretti e di segnare anche il rigore decisivo.

Diversa la storia di Militao, raccontata nel post partita da Ancelotti: anche il difensore doveva far parte dei cinque rigoristi, ma in una riunione con l'allenatore ha preferito fare un passo indietro a causa dello stretto rapporto con Ederson. I due si conoscono da tempo fanno parte della nazionale del Brasile, si sono allenati tante volte insieme e il portiere conosce benissimo tutti i suoi movimenti. Per questo ha scelto di farsi da parte, per evitare che il suo connazionale potesse sfruttare questo fattore in suo favore.

E poi c'è l'impresa di Lunin, il vero MVP dei quarti di finale di Champions League. Glaciale durante e dopo i rigori, impassibile durante il delirio dei suoi compagni negli spogliatoi, il portiere ha saputo sfruttare alla perfezione l'occasione che gli è capitata in questa stagione, dove finalmente ha trovato spazio a causa dell'infortunio di Courtois. Subito dopo i tempi supplementari l'allenatore dei portieri Llopis gli ha parlato di tre rigoristi in particolare, dicendogli di restare fermo solo per uno di loro, senza specificare in quale caso.

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Un'indicazione molto vaga che riduceva la percentuale di successo al 33%: "Abbiamo tre giocatori che sospettiamo possano tirare al centro. Ma resta fermo solo per un tiro". La scelta era solo di Lunin che si è affidato al suo istinto ed è rimasto fermo al rigore di Bernardo Silva: è stata la scelta migliore della sua serata, quella che ha consegnato la vittoria nelle mani del Real Madrid.

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