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Damiano Zenoni: “Ho giocato una partita in Nazionale e di quel giorno ricordo solo David Beckham”

Damiano Zenoni è stato a lungo un calciatore professionista, ha giocato soprattutto con Atalanta e Udinese, ha disputato una sola partita con la Nazionale, oggi è l’allenatore del Brescia femminile.
A cura di Alessio Morra
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Damiano Zenoni per sedici stagioni è stato un calciatore professionista, ha giocato anche con Atalanta, Udinese e Parma. Con i nerazzurri esordì in tandem con il gemello Cristian, mentre con i bianconeri disputò una storica Champions League. Vestì pure la maglia dell'Italia in una partita contro l'Inghilterra, partita di cui ricorda principalmente Beckham. Ora allena il Brescia femminile, secondo in classifica in Serie B. Nell'intervista a Fanpage.it ha parlato della sua carriera ma anche del passaggio dal calcio maschile a quello femminile.

Da calciatore hai iniziato con l’Atalanta. Lì hai passato una parte importante della tua vita e della tua carriera, che ricordi hai?
Io e mio fratello siamo arrivati all’Atalanta che avevamo 12 anni, abbiamo fatto tutta la trafila prima di fare l’esordio in Serie A. Ricordi splendidi. Eravamo in Primavera con Vavassori, e con il mister poi giocammo in Serie A. Ho giocato per sei anni e mezzo con i grandi, dopo le giovanili, vincemmo due campionati vinti di Serie B e abbiamo disputando una serie di buonissime annate.

Damiano Zenoni ai tempi dell’Atalanta. Con i nerazzurri ha giocato dal 1998 al 2004.
Damiano Zenoni ai tempi dell’Atalanta. Con i nerazzurri ha giocato dal 1998 al 2004.

Quando lasciasti l’Atalanta passasti all’Udinese, con i bianconeri conquistaste una storica qualificazione in Champions, competizione che poi hai avuto modo di giocare.
Fu una grande soddisfazione. Io arrivai a metà stagione e trovai una squadra che inseguiva un sogno, in panchina c'era un allenatore importante come Spalletti. L’anno seguente passò alla Roma, noi superammo i preliminari e poi facemmo un bel cammino, giocammo anche contro il Barcellona, poi vincitore di quella Champions League. Ho ricordi belli, anche se durante una di quelle partite con il Barcellona subì un infortunio.

Da qualche anno fai l’allenatore. Nella tua carriera ne hai avuti tanti, c’è qualcuno a cui ti ispiri?
Uno in particolare no. Ho avuto la fortuna di avere tanti allenatori bravi e anche tanti tecnici diversi tra loro. Io ho preso cose buone da tutti, a partire da Valvassori che mi ha lanciato in Primavera e che poi ho ritrovato in prima squadra. Con tutti gli allenatori che trovi nella tua carriera non puoi andare sempre d’accordo, ma anche con quelli con cui non mi trovavo bene ho preso qualcosa oppure ho preso la direzione opposta.

Con l’Udinese Damiano Zenoni ha disputato 8 partite nella Champions League 2005–2006.
Con l’Udinese Damiano Zenoni ha disputato 8 partite nella Champions League 2005–2006.

Come è stato il passaggio dal calcio maschile a quello femminile?
Dopo aver lasciato il calcio giocato sono sempre rimasto in questo mondo e sono diventato allenatore, ho avuto diverse esperienze a livello giovanile, sono stato al Salò qualche anno fa, mentre l’anno scorso sono sbarcato nel calcio femminile allenando la Primavera del Como. Mentre ero in attesa di trovare un’altra collocazione la scorsa estate è arrivata la proposta del Brescia femminile, sono salito a bordo subito. Mi sono trovato subito molto bene, è una società ben organizzata, ho delle calciatrici che mi seguono.

Prospettive per il Brescia? Qual è l’obiettivo, la promozione in Serie A?
Siamo partiti bene, ma non ci facciamo tante illusioni. L’ambiente è splendido. La società sta lavorando molto bene, le ragazze sono molto focalizzate e noi speriamo di continuare così. La promozione è difficile perché ci sono squadre più quotate e che hanno speso molto di più rispetto a noi. Ma vogliamo disputare un ottimo campionato.

Tu hai giocato una sola partita in Nazionale, una ma assai prestigiosa. Perché scendesti in campo in un’amichevole di lusso tra Italia e Inghilterra, che ricordi hai?
Non ricordo molto perché ero troppo emozionato. Penso giocai una ventina di minuti forse anche meno (in realtà sono 38, ndr). Era un sogno che si realizzava per me. Ogni bambino spera di vestire la maglia azzurra. Ero stato in panchina già un paio di volte, perché Trapattoni mi aveva già convocato. Ero in una squadra fortissima, con tanti campioni. Di quella partita, di quella serata e diciamo dell’Inghilterra ricordo soprattutto Beckham, che in quel momento era una stella assoluta. Vincemmo 1-0, segnò Gattuso.

Quando hai giocato in Nazionale sei stato al fianco di campioni straordinari, come mai oggi il calcio italiano non riesce a produrre giovani talenti?
Secondo me i talenti ci sono in realtà. Non è vero che non produciamo ragazzi di valore. Basta guardare una serie di ragazzi come per esempio Camarda o Pio Esposito. Il problema è che noi non abbiamo coraggio e non li facciamo giocare come accade in altri paesi come la Spagna o soprattutto l’Inghilterra. Se un ragazzo è bravo deve giocare, pure se ha 16 o 17 anni.

Esiste l’amicizia nel mondo del calcio? Tu con quanti calciatori ti senti ancora regolarmente?
Ho degli amici calciatori, sì, cioè che facevano i calciatori assieme a me. Le amicizie vere esistono soprattutto fuori dal calcio, sono quegli gli amici che ti porti per sempre. Chiaramente non è che ci sentiamo tutti i giorni, ma ho degli amici calciatori, soprattutto con dei ragazzi che hanno iniziato con me quando giocavo nelle giovanili dell’Atalanta.

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