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Cosa fa Angelo Pagotto dopo aver dissipato i soldi: sveglia all’alba, bagno nei laghi e meditazione

Angelo Pagotto è rinato dopo la cocaina, le squalifiche e la vita da emigrante in Germania come cuoco e pizzaiolo: “Nessuno mi rimase vicino, ora ho ricominciato a vivere”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Angelo Pagotto è riuscito a "reinventarsi", come spiega oggi a quasi 52 anni, dopo aver rimontato la vita aggrappandosi a tutto quello che aveva dentro. L'ex portiere di Verbania, cresciuto nelle giovanili del Napoli e salito poi brevemente sul tram del grande calcio, approdando 23enne al Milan dopo essersi affermato con le maglie della Sampdoria e dell'Italia Under 21, ebbe la carriera stroncata dalla doppia squalifica per la positività alla cocaina: fermato una prima volta nel 2000 (due anni di stop), nel 2007 fu beccato nuovamente con metaboliti dello stupefacente nel proprio organismo. La sentenza di 8 anni di squalifica pose fine alla sua carriera a 34 anni. Oggi che di anni ne ha quasi 20 di più e ha bruciato tutti i suoi soldi, Pagotto è un uomo nuovo: "Alleno i portieri della Pistoiese. Per il resto, sto alla grande: mi sveglio all'alba, faccio il bagno nei laghi e mi dedico alla meditazione".

Angelo Pagotto svela lo scambio di provette al test antidoping: "Non dirò chi era l'altro"

Angelo non rinnega niente, ma svela il lato oscuro del calcio professionistico, scambi di provette per salvare pesci più grandi: "La prima squalifica per doping fu un'ingiustizia. Andai a fare il test con un altro compagno del Perugia e con due della Fiorentina. La provetta con l'urina fu scambiata: ci rimisi io. Chi era l’altro compagno? Nomi non ne faccio. La seconda squalifica fu un errore. Ero a Crotone, lì c'era chi usava sostanze. Mi chiesero di provare una prima volta e dissi no, poi la seconda, la terza… alla quarta ho ceduto, ma solo quella volta. Dopo ho sofferto di depressione, era difficile accettare che mi fosse capitata una cosa simile. Mi sono fatto aiutare".

Angelo Pagotto con la maglia del Milan, era la stagione 1996/1997
Angelo Pagotto con la maglia del Milan, era la stagione 1996/1997

L'ex portiere dell'U21: "Al Milan bruciavo 30 milioni di lire al mese senza accorgermene: cene, vestiti, serate"

Pagotto non ha mai nascosto di aver buttato in maniera scriteriata i suoi lauti ingaggi, trovandosi a dover emigrare per sbarcare il lunario in qualche modo: "Li ho sperperati e non so nemmeno come – spiega alla ‘Gazzetta dello Sport' – Le difficoltà sono iniziate al Milan. Lì bruciavo 30 milioni di lire al mese senza accorgermene: cene, vestiti, serate. Poi mi sono reinventato, quello che avevo guadagnato non c'era più. Ho lavorato due anni in Germania come cuoco e pizzaiolo, poi sono andato in Liguria, dove vivono i miei due figli. Mia sorella mi trovò un posto come magazziniere in un'azienda. Lì ho conosciuto Carolina e la mia vita è ricominciata".

L'ex portiere oggi è completamente in pace con se stesso: "Non mi darei nessuno schiaffo in faccia. La serenità di oggi è figlia di quegli errori. Non ero fatto per quell'ambiente. Sapete quanto avrei potuto guadagnare? Quanti soldi ho buttato? Nessuno mi rimase vicino, ora ho ricominciato a vivere".

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