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Cosa c’è dietro il botta e risposta tra Conte e Marotta sullo scudetto: se la sono legata al dito

La polemica sulla squadra “favorita e obbligata a vincere” è scoppiata dopo l’ultima giornata di campionato. Ma è solo la punta dell’iceberg di un rapporto complicato che ha un precedente avvelenato.
A cura di Maurizio De Santis
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Cosa è successo Antonio Conte e Giuseppe Marotta e cosa c'è dietro questa rivalità a distanza? C'è dell'altro oltre alla comprensibile guerra psicologica che si gioca sull'asse tra Napoli e Inter per la conquista dello scudetto. La polemica tra il tecnico e il presidente non si è mai spenta ed è tornata di stretta attualità con il botta e risposta che c'è stato in occasione dell'ultima giornata di campionato. Dopo la vittoria a Cremona (0-2, doppietta di Hojlund), l'allenatore salentino ha ribadito in tv e nelle interviste che la sua squadra "non è ancora pronta per comandare" per ragioni strutturali, le stesse per le quali Juventus, Inter e Milan sono da considerare superiori per organizzazione, seconde squadre, monte ingaggi e valore patrimoniale della rosa.

La polemica dopo l'ultima giornata di campionato

In buona sostanza, Conte ha giocato sul filo della strategia di comunicazione chiara: togliere pressione agli azzurri per scaricarla addosso alle concorrenti e dare motivazioni ai suoi calciatori, oltre che parlare alla pancia del tifo. Lo ha fatto filtrando un concetto semplice ed efficace: in virtù del potere e della forza che hanno le big storiche del calcio italiano "se vince qualcun altro, fa qualcosa di straordinario". Una narrazione che ha sollevato perplessità e che il presidente dell'Inter ha provato a smentire ribaltando del tutto i ruoli nell'ambito della competizione così da lasciare la pressione tutta sulle spalle dei partenopei: "Conte è un bravo allenatore e un bravo comunicatore. Sa distrarre l'attenzione e la comunicazione. Il favorito è nettamente il Napoli, è campione in carica, ha messo soldi importanti e ha continuità tecnica, è l'unica a non aver cambiato allenatore".

Il rapporto complicato tra Conte e Marotta per ruggini del passato (anche recente)

Conte e Marotta si conoscono benissimo, hanno lavorato e vinto assieme sia alla Juventus sia all'Inter. Ma ogni volta che le loro strade si sono separate è rimasto sempre qualcosa di non dissolto. A Torino hanno conquistato 3 scudetti consecutivi tra il 2011 e il 2014, quando avvenne la rottura traumatica a causa dello strappo dato dall'allenatore che se ne andò in piena estate per divergenze sul mercato (al suo posto arrivò Allegri). A Milano la collaborazione dura due stagioni (2019-2021), culmina con la conquista del titolo e una finale di Europa League (persa) poi si chiude con epilogo identico a quanto accaduto in bianconero: Conte andò via per dissidi su investimenti, mercato e programmazione.

Le scintille sulle polemiche arbitrali dopo Napoli-Inter del 25 ottobre scorso

La polemica, molto forte, ha fatto scintille e s'è rinfocolata soprattutto dopo lo scontro diretto Napoli-Inter del 25 ottobre 2025 vinto dagli azzurri (3-1) al Maradona. Marotta protestò in TV per un "rigorino" molto dubbio concesso al Napoli a causa del contatto tra Mkhitaryan e Di Lorenzo, più ancora per l'ingerenza dell'assistente di linea la cui segnalazione all'arbitro si rivelò decisiva per assegnare la massima punizione ai partenopei nonostante il gioco fosse continuato e fossero trascorsi diversi secondi dall'episodio. Una falla nel procedimento e nell'interpretazione di quel frangente che, secondo Marotta, inficiò il match e trovò sponda nella "bocciatura" da parte del designatore per quanto accaduto.

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La replica di Conte fu durissima: attaccò a testa bassa, censurando l'abitudine interista di mandare dirigenti a parlare invece dell'allenatore ("io non ho bisogno di papà") e rincarò la dose esprimendo timori per certe lamentele che potevano "condizionare "Rocchi e gli arbitri".

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