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Coppa d’Africa 2022 a rischio, riunione d’urgenza in Camerun: in arrivo la decisione definitiva

La Coppa d’Africa 2022 è ancora in bilico. Il presidente della CAF è volato in Camerun ed ha incontrato anche il presidente della federcalcio locale Eto’O. Entro il 22 dicembre dovrebbe essere presa una decisione ufficiale.
A cura di Alessio Morra
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La Coppa d'Africa 2022 è ufficialmente in programma dal 9 gennaio al 6 febbraio ma nonostante le smentite delle ultime settimane lo svolgimento della manifestazione è sempre in bilico. Il presidente della CAF (la Confederazione africana) è volato in Camerun dove entro mercoledì sarà presa una decisione ufficiale.

L'edizione 2022 della Coppa d'Africa viaggia sempre sul filo sottile del rinvio. Nei giorni scorsi sembrava che la cancellazione della manifestazione fosse a un passo, ma quella notizia è stata bollata come falsa. Ora però sembra che qualcosa possa cambiare. Perché Patrice Motsepe, il presidente della CAF, è giunto in Camerun, dove è stato accolto dal presidente della federazione Samuel Eto'O. Il presidente e il suo staff parleranno con Eto'O e cercheranno di capire se ci sono le condizioni per far disputare la manifestazione 2022.

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Intercettato dai giornalisti Motsepe ha predicato calma e ha cercato di infondere serenità. Di sicuro nelle prossime ore si discuterà parecchio e nella giornata di mercoledì con ogni probabilità verrà presa una decisione ufficiale: "Abbiamo un impegno nei confronti del popolo del Camerun e dell'Africa, ma siamo positivi. Presto vi daremo un feedback, ma vogliamo dare una buona immagine del Camerun e dell'Africa al mondo".

Nei prossimi incontri si deciderà il destino della Coppa d'Africa 2022 che si terrà in Camerun. In una riunione di emergenza del comitato esecutivo della CAF si è deciso di andare avanti e proseguire con la manifestazione, ma serve però l'approvazione di Motsepe. Ci sono tante incognite che riguardano l'organizzazione. Incognite che riguardano in primis il Covid, la variante Omicron ha peggiorato nuovamente la situazione in tutto il mondo, ma ci sono anche dei grossi ritardi nella costruzione degli impianti. E a queste difficoltà si aggiungono con forza le proteste di tanti club europei che non vorrebbero mandare i propri calciatori alla manifestazione.

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