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Conte e la strana sensazione provata contro il Manchester City: “Alla fine non capisci”

Il tecnico dei partenopei offre una riflessione: come sarebbe finita se non fosse stato costretto a giocare in inferiorità numerica quasi 80 minuti (recupero compreso)? Il dubbio gli resta per un motivo.
A cura di Maurizio De Santis
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"Alla fine non capisci". Antonio Conte interpreta la sensazione e la domanda che molti si sono fatti vedendo il Napoli ridotto in dieci dopo 25 minuti e battuto dal Manchester City. Come sarebbe finita se non fosse stato costretto a giocare in inferiorità numerica quasi 80 minuti (recupero compreso)? "Parlavate di amaro in bocca, penso che sia rimasto a tutti perché dispiace", dice interloquendo con Condò, Di Canio, Ghoulam e Costacura che sono nello studio di Sky. "Avevamo preparato la partita in un certo modo e si è visto da come abbiamo giocato nei primi 20 minuti. Lì ho avuto la convinzione che l'avessimo preparata nella maniera giusta, che potevamo arrivare a farli male. Poi l'espulsione ha cambiato e rovinato la partita".

La strana sensazione provata in un match giocato per 80′ in 10

Si spiega così quella frase ("alla fine non capisci e non puoi fare certe valutazioni") che restituisce bene la perplessità denotata da un particolare: fino a quel momento (il rosso al capitano) non si è vista tutta questa differenza in campo e ci sono voluti due numeri top per aprire una breccia in questo Napoli.

La riflessione che propone il tecnico è nell'espressione del suo viso dopo la sconfitta: in queste condizioni di più non si poteva fare, ma non è una giustificazione. Non cerca l'alibi facile. Piuttosto, fa valutazione sincera per i segnali positivi che non sono mancati quanto ad approccio, mentalità, capacità di tenere il campo contro un avversario che a un certo ha estratto gli assi dalla manica (Foden, Doku) e ha fatto sì che la mano girasse. Poi lì davanti c'è la fisicità di Haaland che è una macchina per fare gol. "Già è difficile giocare contro il City in undici contro undici. Eppure i ragazzi sono stati bravi a tenere botta ma se rimani per 80 minuti in 10 diventa impossibile contro squadre come il City".

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Si poteva affrontare diversamente il Manchester di Guardiola? Espulsione a parte, Conte chiarisce un concetto: "Queste sono partite in cui sei costretto a difenderti e, paradossalmente, noi prendiamo gol quando vogliamo andare a pressare una palla da fallo laterale. E lì sbagliamo per colpa di un eccesso di generosità. In partite di questo livello è difficile in 11 contro 11, quando rimani in 10 la partita che devi fare è quella di contenimento e sperare in qualche ripartenza. Sono comunque contento dell’atteggiamento dei ragazzi perché in gare così non usi la testa e non stai bene in campo puoi prendere anche quattro, cinque gol".

Il cambio di De Bruyne: "Quando il diavolo ci mette la coda"

La sostituzione di De Bruyne (che ha accettato con grande stile il cambio): Conte dice tutto e conferma quel che in telecronaca e poi in studio hanno messo in risalto. "A volte il diavolo ci mette la coda, a volte c’è un destino beffardo. Era l'unica cosa che potevo fare, mi è dispiaciuto per Kevin che non ha avuto la soddisfazione di giocare contro il suo vecchio club. So quanto ci teneva. Ma ho tolto anche a me la possibilità di contare su di lui".

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Perché ha sostituito Politano: "Non poteva andar bene in quel momento"

Politano ha disputato una grande partita in termini di qualità e sacrificio. S'è preso anche un'ammonizione "intelligente" per fermare la ripartenza di Doku. A un certo punto Conte lo ha tolto, perché? "Matteo non è un quinto, per lui è cambiato tutto. Se deve stare lì fisso, come esterno in difesa, non va bene… non è il suo ruolo. Ci siamo un po' snaturati sotto tutti i punti di vista perché eravamo in dieci. Ma sono contento della mentalità e della voglia messa dai ragazzi. Io esco da questa gara con sensazioni positive".

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