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Conte disegna uno scenario di macerie a Napoli: “Io non accompagno morti, il club già sa tutto”

Lungo sfogo di Antonio Conte in conferenza dopo la brutta sconfitta del Napoli a Bologna: il tecnico azzurro svela cos’ha fatto 20 giorni fa con alcuni calciatori e preannuncia discussioni importanti col club.
A cura di Paolo Fiorenza
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Chi avesse sentito la conferenza di Antonio Conte dopo la sconfitta del Napoli a Bologna, probabilmente penserebbe di aver ascoltato le parole dell'allenatore di una squadra con obiettivi stagionali ormai andati, e invece gli azzurri si ritroveranno a due punti dalla vetta dopo la sosta, avendo ancora nelle proprie mani la possibilità di qualificarsi per la fase a eliminazione diretta della Champions League. E tuttavia Conte non parla certo a caso: quello che sente evidentemente non è una leggera puzza di bruciato, ma un incendio che rischia di diventare devastante se non si interviene – con maniere anche robuste – per spegnerlo. Perché negli incendi si può anche lasciarci le penne e lui di "morti" (sportivi, ovviamente) non vuole essere il becchino: "Parlerò col club, ma il club già sa", dice chiaro il leccese, preannunciando dunque tempi duri per i calciatori se non cambiano atteggiamento, ma al contempo non escludendo alcun altro scenario. Qua non si parla di calcio giocato, ma di "cuore". E "i trapianti di cuore non si possono fare. Se c'è cuore, perché a volte se non c'è cuore…".

Conte svela cos'ha fatto 20 giorni fa: "Mi dispiace dover tirare fuori scheletri del passato"

"Non posso non essere preoccupato – attacca Conte in conferenza, quando gli ricordano le cinque sconfitte nelle ultime sei trasferte – perché cinque sconfitte da inizio anno sono troppe. Quando perdi non è mai un caso, quindi puoi perderne una, due, ma quando sono cinque significa che c'è qualcosa di reiterato. Qualcosa che già avevo cercato di affrontare 20 giorni fa, cercando di trasferire le mie emozioni, il mio pensiero ai più vecchi. Noi dobbiamo pensare a cercare di affrontare seriamente alcune situazioni e cercare poi possibilmente di risolverle. Se si riesce a risolverle, perché alcune situazioni erano già state affrontate 20 giorni fa col gruppo un po' storico e avevo manifestato anche le mie preoccupazioni. Le preoccupazioni che continuo a manifestare, perché nel calcio il compitino non basta".

Antonio Conte a capo chino a Bologna: il suo Napoli lo ha deluso profondamente
Antonio Conte a capo chino a Bologna: il suo Napoli lo ha deluso profondamente

Conte va al punto che gli sta a cuore: non è roba di tecnica o di tattica, né servirebbe alcun correttivo in tal senso da parte sua, se l'approccio dei suoi calciatori è questo, se manca quella famosa voglia di ‘mangiare l'erba' senza la quale chiunque può fare figuracce contro chiunque. "Nel calcio, oltre al compitino, oltre a preparare la partita da un punto di vista tecnico, tattico, poi ci vuole passione, ci vuole ardore, ci vuole entusiasmo, ci vuole cuore, cosa che oggi il Bologna ha messo a bizzeffe rispetto a noi, che alla prima situazione negativa ci siamo sciolti – spiega il tecnico azzurro – Mi dispiace dover tirare anche fuori scheletri del passato: dopo aver vinto uno Scudetto, c'è stato il decimo posto. Dispiace, però dobbiamo riflettere, dobbiamo veramente riflettere. Io parlerò anche con il con il club di questo aspetto, ma già lo sapeva cosa stavo percependo e cosa meno".

Il tecnico azzurro durissimo con la squadra: "Io morti non ne voglio accompagnare, il club già sa"

Conte appare sconsolato e davvero poco convinto di riuscire a invertire la rotta, in base a quello che vede: "Dopo tre mesi e mezzo, quattro mesi, facciamo ancora il compitino, non c'è ancora quell'alchimia, quella positività, quella voglia di combattere tutti insieme, di andare oltre l'ostacolo, di metterci il cuore che c'era l'anno scorso. Questo mi dispiace, perché queste sono cose che non so se riusciremo a cambiarle o o meno. Perché quando si parla di campo, tecnica, tattica è un discorso, poi quando vedi altre cose… significa che io non sto facendo un buon lavoro, perché quest'anno non sono entrato nei cuori e nelle teste dei calciatori e quindi è giusto che anche il club lo sappia, ma già lo sa. E comunque qualche cosa bisogna farla, perché non c'è da accompagnare un morto, io morti non ne voglio accompagnare, questo deve essere chiaro".

Conte non sembra avere risposte per il Napoli in questo avvio di stagione
Conte non sembra avere risposte per il Napoli in questo avvio di stagione

Parole forti e per certi versi anche criptiche quelle di Conte: "Se abbiamo voglia tutti insieme di fare qualcosa e di rimetterci in carreggiata, bene, altrimenti ognuno si deve prendere le responsabilità. Io sono il primo che mi prendo le responsabilità. Ripeto, quello che ho visto e che sto vedendo non mi piace assolutamente e sono il primo a prendermi eventualmente delle responsabilità, perché poi è facile anche tante volte coprirsi dietro altri. È giusto, secondo me, che ognuno si prenda responsabilità finché siamo ancora in tempo. Vedo ognuno che pensa a un proprio problema e questo mi dispiace, però siamo ancora in tempo, se abbiamo voglia di cambiare il trend. Però oggi è la quinta sconfitta, non mi è piaciuta assolutamente com'è arrivata e su questo io non devo avere scuse, non devo scusarli assolutamente, non devo neanche proteggerli, perché che ci sono delle volte che li puoi proteggere, altre volte che non puoi. Io non posso proteggere me stesso, perché sto dicendo che in quattro mesi si vede che non ho fatto un buon lavoro, quindi io sono il primo responsabile".

Conte si assume le responsabilità, ma poi attacca ancora i calciatori: "Non sono riuscito a entrare nel loro cuore. Se c'è cuore…"

Conte parla poi di "cuore", e allora tutto torna se si parla di "morti" che non hanno più nulla che batte dentro di loro: "Oggi il Bologna ci è stato superiore sotto tutti i punti di vista, soprattutto da un punto di vista che uccide ancora tanto, che è il cuore. Quando io parlo di dinamiche extracalcistiche, parlo di cuore, di passione, di entusiasmo, di voglia. Si può parlare di campo, di tattica, tecnica, qualità, meno qualità, e poi c'è un aspetto che spesso e volentieri viene un po' sottovalutato ed è quello che poi ti porta a fare qualcosa di straordinario, quello che abbiamo fatto noi l'anno scorso. In questo momento non siamo squadra, ripeto, mi prendo io tutta la responsabilità perché a colpa è mia, perché io sono a capo della situazione, però sono situazioni dove diventa difficile anche per l'allenatore sapere se potrà cambiarle o meno queste cose. Da un punto di vista calcistico, tecnico-tattico, puoi cambiare sistema, puoi cambiare tutto quello che vuoi. Da un punto di vista del cuore, trapianti non ne puoi fare, capite? Trapianti di cuore non si possono fare, eh".

Il linguaggio del corpo dei calciatori del Napoli dopo la sconfitta a Bologna: momento nerissimo
Il linguaggio del corpo dei calciatori del Napoli dopo la sconfitta a Bologna: momento nerissimo

La chiusura del lungo sfogo di Conte chiama ancora in causa il club azzurro, preannunciando discussioni non di poca importanza nei prossimi giorni: "In questo momento ognuno sta pensando al proprio orticello, ognuno sta guardando il proprio problema, e questo io da gestore del gruppo l'avevo già visto tre settimane fa e affrontato, e dopo tre settimane adesso siamo di nuovo qua. Ecco perché ne voglio parlare bene anche con il club, perché è giusto che da parte mia il club sappia sempre, ma già conosceva il mio pensiero. Però significa, come ho detto, che non sto facendo un buon lavoro, perché entrare nella testa dei calciatori deve essere compito nostro, entrare nel cuore dei calciatori. Se c'è cuore, perché a volte se non c'è cuore…".

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