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Conte decisivo per la Juve in Champions: “Vuole sempre il massimo dall’Inter”

L’Inter ha già cucito lo scudetto sul petto ma non basta. Conte vuole il massimo impegno dalla squadra e, soprattutto, giochi sempre per vincere, alzi l’asticella delle motivazioni, si abitui a una mentalità tale che solo le grandi squadre hanno. Sabato sera c’è la Juventus che lotta per la Champions e il tecnico non vuole “fenomeni” in campo.
A cura di Maurizio De Santis
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Rispetto e niente "fenomeni". Professionalità e massimo impegno (altrimenti vai fuori). Alla base della replica molto severa di Antonio Conte nei confronti di Lautaro Martinez, sostituito perché non stava giocando all'altezza delle aspettative, ci sono questi tre concetti basilari. Qualcosa di molto simile alla psicologia applicata dal calcio di Helenio Herrera che pensava alla testa dei calciatori prima di allenarne le gambe. Classe, preparazione atletica, intelligenza le credenziali per ambire allo scudetto era il mantra affisso nello spogliatoio dei nerazzurri a mo' di monito e lavaggio del cervello.

L'Inter ha già cucito lo stemma tricolore sul petto ma non basta. È in quel solco che si muove il tecnico leccese che, usando concetti differenti ma altrettanto efficaci, lo ha ribadito più volte anche dopo aver conquistato il titolo spezzando il dominio quasi decennale dei bianconeri. Vuole che in campo la squadra dia tutto e, soprattutto, giochi sempre per vincere, alzi l'asticella delle motivazioni, si abitui a una mentalità tale che solo le grandi squadre hanno. Ecco perché contro Roma (battuta 3-1 a San Siro), Juventus (avversaria che affronterà sabato prossimo) e Udinese non accetta cali di tensione.

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E il match di sabato prossimo all'Allianz Stadium è di quelli da affrontare con il coltello tra i denti, tenuto conto della logica di Conte. Non è (solo) questione di rivalsa, alla luce dei veleni e di quanto successo in stagione, ma di lealtà professionale e sportiva visto che proprio l'Inter può essere decisiva nella corsa Champions dei bianconeri, a -1 dal quarto posto occupato dal Napoli e staccati da Atalanta e Milan.

Le parole del suo vice, Stellini, subito dopo il successo contro i giallorossi ne sono la testimonianza diretta e danno la giusta dimensione al rimbrotto dell'allenatore all'argentino che non ha digerito il cambio. "Sono cose di campo che restano sul campo – ha ammesso il ‘secondo' di Conte ai microfoni – ma sono l'esempio del tipo di mentalità che vogliamo raggiungere e dobbiamo avere. È quello che ci aspettiamo dai nostri calciatori. Che diano il massimo sempre. E Lautaro in quel momento reggendo il colpo, non era sul pezzo".

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