Come sta Dybala dopo l’infortunio su rigore col Milan: gli era già successo, vive un incubo

Le condizioni di Paulo Dybala dopo l'infortunio muscolare patito calciando il rigore col Milan rendono più amara la sconfitta della Roma a San Siro. Come sta veramente l'argentino lo diranno gli esami strumentali che svolgerà nella giornata odierna, ma l'espressione del calciatore in panchina diceva già tutto: occhi lucidi e sguardo perso nel vuoto, visto seminascosto dalla tuta, in testa quel brutto presentimento e il timore di essersi fatto male come Kevin De Bruyne del Napoli. La dinamica dell'acciacco è la stessa: batte il penalty, avverte una fitta nella parte posteriore della coscia, porta la mano sulla parte dolente, resta immobile e si volta verso lo staff giallorosso per chiamare il cambio. Adesso tutto dipende dall'entità della lesione: se c'è stata e di che grado è aiuteranno (anche) a definire quale tipo d'intervento è necessario. Terapia conservativa o, peggio, intervento chirurgico (a cui s'è sottoposto il belga, ex Manchester City) sono i percorsi obbligati. Il resto è un grande punto interrogativo.
Tre anni fa lo stesso infortunio su rigore: restò fuori per un mese
Altro che Joya, è pura tristezza che porta alla mente quanto accadde tre anni fa, più o meno di questi tempi: si presentò sul dischetto contro il Lecce (ottobre 2022) e, al momento della battuta, avvertì un fitta molto dolorosa. "Male, molto male…", disse Mourinho allora parlando dell'incidente che per oltre un mese (34 giorni) e 9 match mise fuori causa il sudamericano. E oggi? E oggi l'angoscia è la stessa.

Quante partita salta Dybala: due sicuramente poi c'è la sosta ma rischia un lungo stop
Il penalty sbagliato è un'apostrofo grigio grigio tra le parole "maledizione" e "che mi è successo?". Ne parlerà lo stesso Gasperini a fine partita, consapevole che nella migliore delle ipotesi non avrà sicuramente a disposizione Dybala né contro i Rangers in Europa League né contro l'Udinese. "È la perdita più importante", dice l'allenatore che era riuscito a cucire addosso al giocatore un ruolo chiave per la manovra offensiva. La sosta è manna dal cielo e fornisce tempo utile ulteriore per guarigione e recupero ma è sempre alta la preoccupazione quando si ferma un giocatore che ha una storia pregressa di disturbi muscolari abbastanza nutrita.

Al ritorno in campo dopo la pausa per le nazionali la Roma ha un calendario molto fitto tra campionato e coppa: il 23 novembre va a Cremona, il 27 ospita il Midtjylland, il 30 riceve il Napoli all'Olimpico, il 7 dicembre vola a Cagliari, l'11 in Scozia per sfidare il Celtic, poi ha Como (15 dicembre, in casa) e Juventus (20 dicembre a Torino) che completano una mese intenso di incontri che scandiscono una fase molto delicata della stagione.
La storia degli infortuni dell'argentino è un calvario
L'infortunio subito da Dybala arriva come un fulmine a ciel sereno: dopo cinque partite consecutive da titolare (in due di esse, contro Vitkoria Plzen e Sassuolo, aveva anche segnato) paga dazio per lo stop. Una botta tremenda per il calciatore che sembrava aver finalmente trovato continuità dopo un avvio di stagione caratterizzato un infortunio alla coscia capitato a metà settembre (20 giorni fuori, 4 gare saltate).

A marzo scorso una lacerazione tendinea chiuse in anticipo il suo campionato (107 giorni di riposo forzato, assente in 10 partite). È stata l'ultima di una lunga serie di problemi che, tanto alla Roma quanto alla Juventus, lo hanno spesso frenato. Le cause? Sempre le stesse: sofferenze muscolari di varia intensità, con adduttori e quadricipiti che lo hanno mollato sul più bello.