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Chi è Francesco Farioli, l’allenatore del futuro che a 32 anni può guidare lo Spezia in Serie A

Lo Spezia ha già individuato il sostituto di Vincenzo Italiano, pronto ad accasarsi alla Fiorentina. Il ds Riccardo Pecini ha deciso di puntare su Francesco Farioli, il più giovane allenatore italiano nei campionati europei di prima divisione. Classe 1989, è l’attuale tecnico del Fatih Karagumruk, club arrivato ottavo nell’ultima edizione della Super Lig turca. Dopo qualche anno da collaboratore di Roberto De Zerbi al Benevento e al Sassuolo, ora è pronto a tornare in Serie A.
A cura di Valerio Albertini
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Lo Spezia vuole sorprendere ancora. Dopo aver centrato una salvezza da molti definita miracolosa per le prospettive di inizio stagione, la società ligure non vuole farsi trovare impreparata di fronte al sempre più probabile addio del suo tecnico Vincenzo Italiano, in procinto di passare alla Fiorentina, nonostante avesse da poco rinnovato il suo contratto fino al 2022. I bianconeri, comunque, hanno già individuato il suo sostituto. Nessuna scelta scontata, niente allenatori esperti o abituati alla Serie A. Il ds Riccardo Pecini è pronto a scommettere sul più giovane tecnico italiano nei campionati europei di prima divisione, ovvero Francesco Farioli, attuale allenatore del Fatih Karagumruk, in Turchia.

L'inizio da preparatore dei portieri e la laurea in filosofia

Toscano classe 1989, ha abbandonato prestissimo l'idea di diventare un portiere professionista per puntare tutto sulla carriera in panchina. Ha iniziato preparando quelli che fino a poco tempo prima erano suoi colleghi, partendo da piccoli club toscani e arrivando, a soli 20 anni, a occuparsi dei numeri uno di una squadra d'Eccellenza toscana, la Fortis Juventus. Nella stagione successiva è in Serie D, mentre il primo grande salto della sua carriera avviene nel 2014, quando a 25 anni diventa il più giovane preparatore dei portieri di una squadra professionistica italiana, la Lucchese. Per lui, nato a Barga, in provincia di Lucca, è una grandissima soddisfazione, sommata a quella di ricevere per la prima volta anche un incarico da video analista, che allarga la sua responsabilità a tutto il campo, senza farlo restare ancorato alla porta.

Intanto, Farioli si laurea in filosofia all'Università di Firenze con la tesi "Filosofia del Gioco. L'estetica del calcio e il ruolo del portiere". La filosofia, infatti, occupa una parte importante sia fuori ma soprattutto dentro il rettangolo di gioco, dove cerca di applicare i principi studiati sui libri al calcio. Basta poco per accorgersene, visitando il suo sito personale, nel quale per presentarsi cita Jean Paul Sartre, Luigi Pirandello e Johann Wolfgang von Goethe, asserendo che "tutti i grandi allenatori, da Mourinho a Bielsa, da Ancelotti a Guardiola, sono filosofi-registi che si confrontano sul campo con idee tattiche tra loro divergenti, ma che, nonostante le diversità, focalizzano la loro attenzione nella creazione di quel fine comune che è il bene della squadra".

L'esperienza in Qatar all'Aspire Academy

Francesco ama lo studio, crede che sia prioritario per un allenatore conoscere in profondità il calcio e continuare ad aggiornarsi costantemente, rendendosi sempre pronto a fare nuove esperienze. Per questo, quando dal Qatar lo chiama l'Aspire Academy, centro di formazione di giovani calciatori qatarioti in vista dei Mondiali del 2022, lui non esita, trasferendosi in un contesto completamente diverso da quello al quale era abituato, a soli 26 anni. Quell'esperienza, nella quale ricopre sia il ruolo di allenatore dei portieri che di video match & performance analyst, gli apre le porte, nella stagione successiva, anche della nazionale giovanile del Qatar, dove resta per un anno. È stato proprio lui a spiegare la sua scelta, in controtendenza con quanto fatto da quasi tutti i suoi coetanei:

Ho deciso di affrontare questa esperienza perché l'ho immaginata come un Erasmus stipendiato. Qui lavorano dei tecnici con dei profili professionali pazzeschi e il clima all'interno degli uffici di Aspire è unico: collaborazione, proposte, scambi di idee e di vedute, il tutto rafforzato da linee guida molto innovative, con una metodologia di lavoro veramente moderna. La mia scelta è relativa alla mia voglia di crescere e strutturarmi. Se non lo avessi fatto ora, quando avrei dovuto farlo?

La chiamata di De Zerbi e gli anni a Benevento e Sassuolo

Nel 2017 arriva l'ennesima chiamata che gli cambia la vita, ma, per sua stessa ammissione, quella che lo arricchirà di più dal punto di vista tecnico. Al telefono è Roberto De Zerbi che, non appena è stato assunto da allenatore del Benevento, lo vuole all'interno del suo staff perché rimasto piacevolmente colpito da un articolo di analisi pubblicato da Farioli, riguardo un match del 2015 tra quello che era il suo Foggia e la Lucchese. È lui il preparatore dei portieri della Strega quando Enrico Brignoli segna di testa un gol al Milan che è entrato nella storia della Serie A.

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De Zerbi lo vuole con sé anche al Sassuolo e Francesco lo segue volentieri, ancora da allenatore degli estremi difensori, ma con mansioni da collaboratore a tutto tondo. L'attuale allenatore dello Shakhtar Donetsk si fida di lui, gli chiede spesso consigli in panchina, mentre Farioli, armato di tablet e cuffiette, analizza ogni azione del match in corso. In Emilia, porta la sua idea di portiere, ovvero quella di "un portiere che domini la partita, coraggioso e sicuro, che abbia buone mani e possibilmente anche buoni piedi", che trasmette con successo ad Andrea Consigli, estremo difensore disposto a cambiare il suo modo di intendere il ruolo a 32 anni e che, sotto la guida di Farioli, diventa per distacco il numero uno che effettua più passaggi filtranti nei campionati europei. Quello che a breve potrebbe diventare il nuovo allenatore dello Spezia ha spiegato come sia potuto accadere:

De Zerbi mi ha chiesto di lavorare con lui perché convinto del fatto che potevo portare delle idee forti anche nel ruolo del portiere, che io ho sempre immaginato come un giocatore di movimento. Ho sempre pensato di dover fare le cose utili e non quelle rischiose e per me utilizzare il portiere in fase di costruzione è sempre stato più utile che rischioso.

L'occasione in Turchia: dall'Alanyaspor al Fatih Karagumruk

La costruzione con l'estremo difensore è uno dei principi cardine che porta alla prima esperienza davvero totalizzante della sua carriera. Un anno fa, infatti, dopo aver tenuto una lezione alla Masia del Barcellona, ottiene il posto da vice allenatore dell'Alanyaspor, nella Super Lig turca. Farioli ricopre anche il ruolo di coordinatore dell'area metodologica e la squadra resta sorprendentemente in testa al campionato per 14 settimane. In Turchia si inizia a parlare di lui e vengono mostrate immagini del Sassuolo di De Zerbi per spiegare il metodo innovativo portato dal classe '89, mai visto in una nazione con una tradizione calcistica completamente lontana dalle sue idee.

Farioli è destinato a fare il grande salto a breve e la sua occasione si materializza nel marzo 2021, quando il Fatih Karagumruk, club neopromosso in Super Lig, decide di affidargli la panchina. Per il trentaduenne è il primo incarico da allenatore capo. A Istanbul trova una colonia di giocatori italiani o con un passato in Serie A come Fabio Borini, Andrea Bertolacci e Lucas Biglia. Lui porta i suoi principi e la squadra chiude all'ottavo posto. Ora, sembra aver ricevuto l'ennesima grande chiamata della sua sorprendente e precoce carriera, quella che lo riporterebbe in Italia, sulla panchina dello Spezia, dove Francesco Farioli proverebbe ancora una volta ad applicare i suoi principi: "Per me la parola chiave è coerenza: io devo allenare i miei giocatori ad essere pronti ad ogni scenario possibile, ma per farlo devo esserlo prima io di loro". Al di fuori del suo Paese ha dimostrato di esserlo, in Serie A cercherà di rivelarsi all'altezza, pur essendo per distacco il più giovane tecnico del nostro campionato.

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