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Europei di calcio femminile 2022

Carolina Morace a Fanpage: “Sull’Italia femminile vedo accanimento e non mi piace”

Carolina Morace ha analizzato la brutta eliminazione dell’Italia dagli Europei: a Fanpage.it l’ex calciatrice si è soffermata anche sul momento che ha vissuto e vivrà il movimento femminile azzurro.
A cura di Vito Lamorte
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"Le tante critiche alle ragazze non mi piacciono. Hanno giocato male, è vero. Ma analizziamo e vediamo il motivo". Carolina Morace è donna di campo e sa bene che cosa stanno vivendo le ragazze della Nazionale Italiana dopo la cocente eliminazione dagli Europei 2022 per mano del Belgio. L'ex calciatrice di Lazio, Verona e Modena è in Inghilterra con la Rai e ha seguito da vicino le tre gare delle Azzurre, che non sono riuscite a superare il girone e sono state escluse senza aver mai vinto.

C'era grande attesa per il gruppo allenato da Milena Bertolini dopo l'entusiasmante esperienza al Mondiale del 2019 ma l'avventura è finita nel peggiore dei modi: ultime nel gruppo e prestazioni non all'altezza. L'ex allenatrice della Lazio e del Milan, però, crede che quanto accaduto sia il prodotto di un insieme di situazioni e che le calciatrici non siano le uniche ad aver commesso errori: "Questo accanimento contro le ragazze non mi piace, credo che questo brutto Europeo sia figlio di tante situazioni e che ognuno si deve prendere le proprie responsabilità”. 

La Morace sottolinea un paio di situazioni che non l’hanno convinta della preparazione al torneo: “Hanno fatto un ritiro di 50 giorni. Vogliamo dire che forse era troppo? Forse sì. Ai miei tempi il ritiro lungo serviva perché non c’erano le squadre professionistiche come ora, che allenano bene le giocatrici. Non so che cosa è stato fatto ma si può dire che molte giocatrici non erano brillanti. Poi dobbiamo dire basta con le amichevoli contro le selezioni maschili giovanili perché non servono. Bisogna misurarsi contro squadre che permettono di valutare il lavoro fatto, non contro le Under”.

Morace ha giocato sei campionati Europei con l'Italia, collezionando 150 presenze con la maglia azzurra e segnando 115 gol con la Nazionale: una vera e propria istituzione. Ancora oggi è la calciatrice con il maggior numero di gol segnati (42) nella competizione continentale davanti alla tedesca Birgit Prinz (40) e all’islandese Margrét Lára Viðarsdóttir (38).

A Fanpage.it la più forte calciatrice italiana di sempre ha analizzato la brutta spedizione delle Azzurre agli Europei inglesi, soffermandosi sul momento che vivrà il movimento femminile e provando a tracciare un solco su come venirne fuori in vista degli impegni futuri.

Quali sono stati gli errori più evidenti che sono costati l’eliminazione alle Azzurre?
"Come prima cosa avere affrontato la Francia a viso aperto è stato un errore, perché si sapeva che sono molto forti; e poi non essere riuscite a mettere via a livello mentale il 5-1 della gara d’esordio".

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Ha influito la batosta con la Francia su tutto il percorso?
"Sì, ha influito. Ma io sono anche del parere che bisogna analizzare gli errori per poter voltare pagina. Si può discutere di tutto, dal clima alla pressione; ma quando si prendono 5 gol bisogna fermarsi e analizzare quello che è stato fatto, senza colpevolizzare nessuno ma capire cosa è successo. Per voltare pagina c’è bisogno di lavorare su ciò che è stato fatto. Chiaramente io non so cosa hanno fatto e cosa è successo dopo la partita ma dico quello che avrei fatto io".

Dopo i proclami e gli elogi pre Europeo, adesso c’è un vento diverso intorno alla Azzurre. 
"Non bisogna essere distruttivi e non bisogna cominciare tutto da capo ma c’è da rimboccarsi le maniche e tirare fuori i progetti. Non solo nel femminile. Se noi analizziamo le partite, si è vista una differenza enorme, soprattuto con la Francia. Noi a parte le iniziative di Bonansea non abbiamo calciatrici che dribblano, che creano superiorità. E questa è una cosa che vale anche per il maschile. L’unico che salta l’uomo è Federico Chiesa, per esempio. In Francia fanno un grande lavoro con il centro di Clairefontaine per costruire il futuro, noi non possiamo fare lo stesso ma ci saranno sicuramente altri modi per fare le cose bene. Da noi si fa tutto per raccogliere in fretta, ma si dovrebbe guardare un po’ in avanti. C’è bisogno di piano strutturale, di una visione".

Abbiamo segnato due gol in 3 partite. Questa carenza mostrata può essere dovuta anche alla mancanza di esperienza internazionale?
"Io credo di sì, perché l’esperienza bisogna farla fin dalle giovanili. Così si arriva più preparati a questi appuntamenti. Poi bisogna anche dire che a livello internazionale il fisico conta e io cercherei anche calciatrici di questo tipo. La superiorità numerica si crea o con le combinazioni o con i duelli, e la fisicità può valere tanto in queste situazioni".

Quali sono le candidate per la vittoria finale?
"Le squadre che mi sono piaciute di più sono Inghilterra, Germania, Francia e Spagna. In questo ordine. La perdita di Hermoso e Alexia Putellas ha ridimensionato un po’ le spagnole. Mi piace molto come giocano le inglesi".

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Nel 1997 venne premiata come miglior giocatrice dell’Europeo e fu anche capocannoniere. Arrivò un secondo posto come nel 1993. Che ricordi ha di quelle due rassegne e che percezione c'era del calcio femminile, rispetto a oggi.
"La nostra squadra era forte, molto forte, e quando guardo le premiazioni è davvero sconfortante vedere che è stato azzerato un patrimonio incredibile. C’è gente che decide nel femminile e non conosce la nostra storia. È assurdo".

È stata la prima donna a dirigere una squadra maschile professionistica: crede che potrà ricapitare ancora? 
"In Italia mi sembra difficile, magari più in altri paesi. Io vedo che all'estero ci sono già dei ruoli chiave ricoperti da donne, per cui noi siamo ancora un po’ dietro".

Con l’avvento del professionismo cambierà la percezione del calcio femminile?
"Io penso che il professionismo non è la panacea di tutti i mali. Non possiamo dire ‘abbiamo fatto il professionismo, si arrangino’. Non funziona così e in altri paesi non è andata così. Io sono sorpresa del fatto che il primo campionato professionistico inizia tra qualche settimana e non c’è un main sponsor. Va creato il prodotto. Io sono convinta che si allargherà la base dopo questa svolta ma se continuiamo a mettere soltanto uomini nei posti di comando non cambierà mai nulla. Bisogna dare e creare degli esempi".

In che modo il movimento femminile italiano può imparare da questa delusione?
"Ognuno si deve prendere le proprie responsabilità, a tutti i livelli. Non deve diventare uno scaricabarile sulle giocatrici, sul livello delle ragazze, etc etc. Chi può fare qualcosa per il movimento deve farlo adesso, questo è il momento. Spero che ci siano le persone giuste per proporre e portare avanti dei progetti giusti per crescere".

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