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Capello a Fanpage: “Italia ai Mondiali, è difficile. Nella Juve c’è qualcosa che va oltre Allegri”

Lunga panoramica sulla stagione del calcio con Fabio Capello, che a Fanpage.it racconta il suo punto di vista su Serie A, Champions League e la corsa verso i Mondiali.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Plurivincitore ai massimi livelli con Milan e Real Madrid, l'ultimo timoniere di una Roma campione d'Italia e condottiero di quella Juventus stellare naufragata in seguito allo scandalo Calciopoli. Oggi Fabio Capello è tra gli opinionisti di punta della Champions League su Sky Sport. L'allenatore friulano ha parlato ai microfoni di Fanpage.it del percorso di crescita delle squadre italiane in questi anni, ma soprattutto ha analizzato, con la solita schiettezza, l'attuale campionato di Serie A. Capello ha esaltato maggiormente Inter e Napoli dando già per spacciata la Juventus nella corsa Scudetto: "È ormai troppo lontana dalle altre".

I bianconeri saranno però protagonisti in Champions agli ottavi di finale (visibili su Sky e NOW a partire da febbraio) dove affronteranno il Villarreal di Emery, mentre l'Inter dovrà vedersela contro il Liverpool. Due squadre insidiose per Capello che ha anche analizzato i temi relativi al Pallone d'Oro e soprattutto la Nazionale Italiana di Roberto Mancini. Don Fabio ha sottolineato le difficoltà dei playoff di marzo per due impegni (quello con la Macedonia e – in caso di vittoria – una tra Portogallo e la Turchia) che considera davvero proibitivi per l'Italia nella corsa ai Mondiali 2022 in Qatar.

Capello, qual è la cosa più interessante che ha visto in Serie A finora?
"Mi piace molto Vincenzo Italiano della Fiorentina, che ha dato del vigore alla squadra. Anche Dionisi del Sassuolo: sta ricalcando quello che già che c'era, ma subentrando ha dimostrato personalità. E mi diverte anche Paolo Zanetti del Venezia, perché fa giocare la squadra con grande coraggio".

La Juve ha incontrato parecchie difficoltà. Di chi è la colpa?
"Difficile da analizzare. Secondo me quando è arrivato Allegri tutti si sono tranquillizzati pensando di poter dare le colpe a lui, e così sta succedendo. È il famoso ombrellone che copre tutto, ma c'è qualcosa che va oltre l'allenatore".

Ma vede un aspetto in cui Allegri sta mancando?
"Lui ha cercato di dare qualcosa di suo e forse aveva nella testa la Juve che ha lasciato. Questa invece è un'altra Juve".

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Invece l'Inter di Inzaghi sembra addirittura migliore di quella di Conte.
"C'è una cosa che va evidenziata subito: l'intelligenza dei due allenatori. Conte ha messo in evidenza la forza della squadra, che aveva gente veloce quando ripartiva. Aveva tutti i motivi per poter giocare in quel modo perché così creava grandi difficoltà agli avversari. Simone Inzaghi ha invece giocatori con caratteristiche diverse. Dzeko non può partire in contropiede, così ha costruito tutto su delle basi che funzionavano già come centrocampo e difesa".

Dal Milan si aspettava di più? In particolare in Champions.
"Nell'ultima partita del girone, che era fondamentale per il passaggio del turno, si è sentita la mancanza di personalità che richiede una competizione di massimo livello come la Champions. Ma la squadra è giovane e ha dato il suo contributo.

A proposito di contributo: Ibrahimovic poteva fare di più?
"Ibra è cambiato da quando lo allenavo io. Aveva 21 anni, oggi ne ha 41. Ha più esperienza, è meno impulsivo e più ragionatore. Ha giocato in campionati diversi, praticamente tutti, gli è mancata solo la Germania. È maturato e dovunque sia andato ha avuto successo. Non dobbiamo nemmeno metterlo in discussione".

Lei ha detto: “Mourinho sta capendo cosa vuol dire allenare a Roma”. Ecco, ci spiega cosa vuol dire allenare a Roma?
"Vuol dire abituarsi all'esaltazione quando vinci e subito dopo alla depressione. Questa è Roma. Appena sbagli arrivano critiche da tutti, poi quando vinci diventi un fenomeno. Non c'è un equilibrio. Bisogna estraniarsi e trovare un tuo mondo dove rifletti con lo staff e i giocatori, creare una bolla. Io ho cercato di fare questo".

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Il Napoli ha avuto una leggera flessione.
"Dipende solo dagli infortuni. Il Napoli sta facendo un ottimo campionato con un ottimo allenatore. Anche lì, come a Roma, un attimo fa c'era l'esaltazione, poi con qualche risultato negativo sono subito arrivate le critiche. Il Napoli dall'inizio della stagione era tra le mie favorite per lo Scudetto insieme a Inter e Juventus. Ora non credo più nelle rimonta dei bianconeri: sono troppo lontani dalla vetta e le altre davanti corrono".

Champions: quale ruolo possono giocare Juventus e Inter a partire dagli ottavi?
"L'Inter ha una partita difficilissima, ma credo che abbia la squadra per poter creare dei problemi al Liverpool. Vedo una sfida aperta. Simone Inzaghi dovrà studiare molto bene l'avversario, che può mettere in difficoltà. La Juve invece affronterà un Villarreal che gioca un buon calcio e ha attaccanti con qualità e velocità. È una squadra che nelle coppe è molto umile e va affrontata con grande attenzione. I bianconeri però devono crescere se vogliono superare il turno, nonostante il buon rendimento in coppa. Andranno ad affrontare una squadra di buon livello".

Quali sono le tre squadre che vede più attrezzate in Europa?
"Il Manchester City che è la mia favorita. Guardiola ha tutti a disposizione in questo momento e può ruotare i giocatori come vuole. Poi c'è il Bayern Monaco a cui bisogna sempre fare molta attenzione. E ovviamente il Chelsea, che ha umiltà ma quest'anno mi dà quasi la sensazione di un leggero appagamento".

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Dopo tanti anni di Messi e Ronaldo c'è la sensazione che stia finendo un'era.
"Ci sono tre giocatori che hanno fatto la storia: Pelé, Maradona e Messi. Questi sono e saranno quelli fuori concorso, per sempre. Gli altri che hanno vinto tanto sono dei fuoriclasse, come Cristiano Ronaldo che è vicino agli altri. Io ho fatto il tifo per Messi nella corsa al Pallone d'Oro: lui ha la genialità che gli altri non hanno, anche se questa volta lo meritava Lewandowski".

Chi ci sarà dopo di loro?
"Mbappé, è quello che ha qualcosa di completamente diverso da tutti. Giocatore di un altro livello".

Ce la faremo ad andare ai Mondiali?
"Mancini ha fatto un grandissimo lavoro e tutti gli elogi che ha ricevuto sono meritati. Ora però si deve concentrare per portarci in Qatar. Lo ritengo molto difficile, molto più difficile di quello che si pensi. Saranno due partite molto complicate".

Ci sono sono mancati improvvisamente i gol.
"Mi auguro che l'Italia possa ritrovarli, ma non so quali altri giocatori chiamerei rispetto a quelli che sono già in azzurro. Non mi resta altro che fare un grande in bocca al lupo a Mancini".

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