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Buffon si sente preso di mira e non se lo tiene: “La cosa dà fastidio a qualcuno”

Gigi Buffon continuerà a giocare con la maglia del Parma in Serie B, una decisione presa per inseguire il sogno di partecipare al suo sesto Mondiale l’anno prossimo: “Quasi sicuramente Mancini non mi chiamerà, ma io ho bisogno di sapere che ci sarà un Mondiale in Qatar per continuare a parare e sognare…”. Poi di nuovo l’attacco ai suoi haters: “Tutti aspettano che i migliori cadano, ma io scendo in B proprio per dimostrare che sono il più forte”.
A cura di Paolo Fiorenza
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È un Gigi Buffon motivatissimo quello che racconta il sacro fuoco che lo ha spinto ad abbracciare l'ennesima sfida della sua carriera: tornare a Parma dopo 20 anni esatti, scendere in Serie B, fare la differenza anche lì, col sogno confessato di essere convocato per i Mondiali in Qatar del dicembre 2022. "I miei figli sono rimasti sorpresi – spiega alla Gazzetta dello Sport – Male è troppo: sorpresi. Nella loro testa sognavano che andassi al Barcellona o al Real o in Turchia o in Grecia… Ma è stata anche l'occasione per una lezione preziosa. Prima cosa: dovete avere fiducia in voi stessi. Io so quanto valgo, non ho bisogno che me lo dicano gli altri e neppure di stare in Serie A per confermarlo. Anzi, ragazzi, io scendo in B proprio per dimostrare che sono il più forte… Seconda cosa: il tuo amico non dev'essere necessariamente quello che ha più follower, un figo di Serie A. Andate oltre le apparenze e valutate le persone per quel che fanno e per quel che sono".

Buffon ne approfitta per mandare l'ennesimo messaggio ai suoi haters, gente "sul divano con una pancia così", alla quale già aveva dedicato il suo pensiero non esattamente lusinghiero: "La verità è che da quando avevo 17 anni cammino sul filo del rasoio, è successo alla Juve, al PSG, succederà ora al Parma perché voglio andare avanti e la cosa dà fastidio a qualcuno. La verità è che ai migliori non fanno mai sconti e tutti aspettano solo che cadano. Io continuo perché ho un sogno. Ma dovrà essere supportato dai risultati. Appena riconoscerò un segnale di declino, un minuto dopo smetto. Anche perché io sto benissimo a casa con mia moglie e i miei figli, con gli amici. Smettere non sarà mai un trauma. Ma sento che ho ancora qualcosa di speciale da fare. Ho un sogno da raggiungere, forse un'utopia, che mi spinge avanti".

C'è una persona che potrà realizzare quel sogno, Buffon lo sa, ma è onesto nel riconoscere come stanno le cose: "Mancini ha fatto una cosa straordinaria. Possiamo solo fargli lodi e complimenti. E io, a 43 anni, anche per rispetto del lavoro del CT, non sarò mai quello che si candida: ‘Oh, ci sono anch’io…'. Mai. Ma il Mondiale mi serve per sognare. Altrimenti per cosa gioco a fare? Per riportare il Parma in A, certo. E dopo? Quasi sicuramente Mancini non mi chiamerà, giustamente, ha i suoi uomini, il suo gruppo. Ma io ho bisogno di sapere che ci sarà un Mondiale in Qatar per continuare a parare e sognare…".

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