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Bonucci e Danilo guidano il confronto nello spogliatoio Juve: salta fuori il motivo della crisi

Dopo la sconfitta contro il Milan, la terza consecutiva della Juventus, è andato in scena un confronto a porte chiuse nello spogliatoio bianconero: Bonucci e Danilo hanno tirato fuori dai compagni quello che avevano dentro.
A cura di Paolo Fiorenza
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Hai voglia a rigirarla come ha fatto Max Allegri, che nel dopo partita della sconfitta col Milan ha disconosciuto il motto di casa Juventus che "vincere è l'unica cosa che conta" per spiegare che anche gli altri possono farlo: i tifosi bianconeri non possono che ritenere fallimentare la stagione che si sta per concludere, alla luce della clamorosa eliminazione nel girone di Champions, cui è seguita quella dall'Europa League e un campionato in cui – al netto della penalizzazione – la squadra di Allegri è sempre stata lontanissima dal poter impensierire il Napoli scudettato.

Che sia terza sul campo, come continua a ripetere il tecnico toscano, o settima come dice la classifica attuale a una giornata dal termine, non è questo lo scenario che può far ritenere sufficiente il bilancio dell'annata, alla luce della rosa della squadra e del monte stipendi elevatissimo. Allegri è dunque finito sulla griglia delle critiche di stampa e tifosi, ma d'altro canto i calciatori non possono chiamarsi fuori. Dopo il match di domenica, è andato dunque in scena un confronto a porte chiuse nello spogliatoio bianconero, il cui contenuto è stato appreso da La Stampa.

Bonucci e Danilo sono l'anima della Juventus
Bonucci e Danilo sono l'anima della Juventus

La strada scelta è stata quella dell'autoanalisi, dicendosi in faccia tutto quello che avevano dentro, incitati a farlo da Leonardo Bonucci e Danilo, il capitano e il vicecapitano della squadra, ma anche due leader riconosciuti dai compagni al di là della fascia. I due hanno argomentato che pur tenendo conto delle difficoltà vissute al di fuori del campo, col processo sportivo che è stato un saliscendi agonico tra togliere e mettere punti, farne un alibi che giustificasse l'ultima crisi della Juve – tra eliminazione in semifinale di Europa League per mano del Siviglia e le due sconfitte in campionato contro Empoli e Milan – non rispettava la storia e la dignità del club bianconero.

Il confronto ha dunque partorito un'ammissione di responsabilità collettiva, col riconoscimento degli errori fatti, ma il gruppo non ha potuto neanche esimersi dal sottolineare quanto abbiano pesato sulle difficoltà in campo le vicissitudini esterne. "Siamo svuotati", è stata la frase pronunciata da più di un calciatore. Niente alibi, ma quel peso sull'anima qualcosa ha contato.

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