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Boban su Paolo Maldini: “Una pagina indecente, inaccettabile. E potrei dire altre mille cose brutte”

L’ex calciatore vuota il sacco attaccando la dirigenza attuale. Rigira il dito nella piaga quando parla del trattamento ricevuto dall’ex e della differenza con l’Inter. “Ha un’identità, sa sempre cosa fare. Noi no… anzi ne abbiamo avute 100 in questa stagione e nessuna è stata giusta”.
A cura di Maurizio De Santis
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Sentire le parole di Zvonimir Boban fa ribollire il sangue nelle vene ai tifosi del Milan. L'ex calciatore dice tutto senza peli sulla lingua attaccando la dirigenza attuale (ma non è una novità il suo pensiero sull'inadeguatezza di chi tira i fili del club), rigirando il coltello nella piaga parlando della differenza con l'Inter che è davanti per tante cose, facendo rivelazioni di mercato clamorose (come il sì di Dani Olmo e Szoboszlai saltati perché operazioni insabbiate) e avendo un sussulto al nome di Paolo Maldini per il trattamento ricevuto.

Prima spina nel fianco, il raffronto con i nerazzurri e l'ago della bilancia che pende dalla loro parte. La sequenza di ragioni esposte è tremenda. "Quando guardiamo i risultati è ovvio – dice l'ex giocatore a Milan Hello di Andrea Longoni -. Quando guardiamo la società è ovvio. Quando guardiamo nel complesso, quello che rappresenta oggi l'Inter e il Milan è ovvio. È facile da capire, dispiace tanto, ma sul piano tecnico non credo sia così lontano. Sul piano di come creare una squadra che funzioni bene sì, credo sia lontano".

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Scende nel dettaglio e spiega quali sono le proporzioni di questo gap, chiarendo qual è il nodo da sciogliere che intrappola i rossoneri. "L'Inter ha un'identità, sa sempre cosa fare. Noi no… anzi ne abbiamo avute 100 in questa stagione e nessuna è stata giusta. E non si può averla con questi calciatori, per come sono stati presi e farli giocare. Una situazione che molti di noi lo hanno capito dall'estate scorsa".

Lo aveva capito anche Paolo Maldini che, come si apprende anche dal racconto dello stesso Boban, ha cercato anche di trovare una mediazione con una dirigenza che aveva altri piani e una visione inconciliabile. "Mi sono accorto subito che ci fosse qualcosa che non andava, dovevamo lottare contro la nostra proprietà per il bene del Milan. Paolo mi sprona e così e iniziata la lotta. Ad agosto mi avevano tolto potere di firma… Mettevano paletti assurdi. Ho firmato 3 anni nonostante ce ne volessero 5: ripulire il primo, dare stabilità il secondo e competere il terzo. Ci vogliono anni minimo: loro dopo 3 mesi ci hanno quasi delegittimato con un'imboscata. Non sono gente di calcio, non capiscono".

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Dopo l'addio del croato, c'era un altro intoppo di cui liberarsi: l'ex capitano. "Una pagina vergognosa, fatta in maniera vergognosa. Indecente, inaccettabile e potrei dire altre mille cose brutte. Per loro Paolo rappresentava l'ultimo ostacolo per fare quello che volevano. E tanto ha inciso il fatto di Tonali, Paolo non l'avrebbe mai lasciato andare. Perché il ragazzo è milanista. Quando li avevamo contattati mi disse che non sarebbe mai andato alla Juventus e all'Inter. Paolo e Ricky (Massara, ndr) lo prendono a una cifra super per un giocatore così. Lasciare un simbolo così, poi dopo lo scudetto…".

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