Bernardeschi e la vita con Cristiano Ronaldo alla Juve: “Devi sapere che non è un tuo compagno”

Federico Bernardeschi ha giocato nella Juventus con Cristiano Ronaldo. Una star globale dello sport come CR7 può essere ingombrante e spaccare uno spogliatoio, spostare sì gli equilibri (per dirla alla Bonucci) fino a sbilanciare un gruppo. "No", risponde secco l'ex bianconero (oggi al Bologna dopo un'esperienza a Toronto) perché si vince e si perde come una squadra. "Se non abbiamo vinto la Champions con lui non è colpa sua ma di tutti. Viceversa, se l'avessimo vinta non sarebbe stato solo merito suo". Poi indica la regola base che può aiutarti a convivere con uno che non sarà mai una persona normale: "Devi sapere che è un'azienda dentro un'azienda, che è un tuo compagno di squadra ma allo stesso tempo non lo è. Lui è lui, non c'è paragone. Se sei cosciente di questa cosa, non hai problemi".
I complimenti di CR7 dopo l'Atletico Madrid
Ci sono partite che ti restano dentro, catalogate alla voce ‘momenti indimenticabili'. Nel valigia dei ricordi di Bernardeschi ce n'è una in particolare, esaltante a livello sportivo, di squadra e personale. Dopo il 2-0 subito in Champions a Madrid "Cristiano se l'era legata al dito" e il 3-0 al ritorno a Torino consumò la sua vendetta sull'Atletico con una tripletta, regalando la qualificazione alla Juve. "Si è riscattato bene, assist mio, cavalcata del rigore… eh, insomma, serata perfetta lui che alla fine dice: man of the match Bernardeschi…". Parte da qui, durante il podcast The BSMT, la narrazione del rapporto con il campione portoghese: "Un uomo straordinario, una persona incredibile, di un'umiltà pazzesca. E devo dire che quando in quel momento ti senti dire una cosa del genere da uno dei giocatori più forti della storia la prima reazione che hai è… wow. Ho sempre avuto un ottimo rapporto con lui, quando entravo lui diceva sempre "Eh… ecco l'italiano con lo stile".

La vita nello spogliatoio con Cristiano Ronaldo: "C'è una cosa che devi sapere"
Cosa comporta avere al proprio fianco un personaggio come il cinque volte Pallone d'Oro? Bernardeschi spazza via subito la più facile convinzione: ovvero che sia uno spacca-spogliatoio, ingombrante abbastanza da creare un problema al resto della squadra a livello emotivo.
"Non è vero. Anzi, Cristiano è sempre stato un ragazzo eccezionale molto più umile molto più sensibile di quanto si possa pensare. Ride e scherza con tutti. Quello che di cui devi essere cosciente da compagno di squadra di un personaggio di questa caratura è che lui è come Michael Jordan, LeBron James, Messi, Tiger Woods… quella roba lì. Lui è lui, ha la sua routine. Devi essere cosciente he CR7 è un'azienda dentro un'azienda, non è un tuo compagno di squadra".
L'ultima frase lascia un po' interdetti. Anzi, rischia di alimentare confusione e deduzioni contraddittorie. Bernardeschi chiarisce meglio il concetto. "Tra virgolette, è un tuo compagno di squadra ma non è un tuo compagno di squadra… perché se con un mio compagno di squadra voglio andare a prendere un gelato in piazza San Carlo a Torino ci saranno 5 tifosi, 10 tifosi, 20 tifosi che mi fermano. Se Cristiano va in piazza San Carlo a Torino, c'è Torino che si ferma. Quindi, devi anche saperti collocare nel posto giusto".

Perché la Juve non è riuscita a vincere in Champions con CR7
È la cosa che Bernardeschi ha sentito dire più volte: perché la Juve non è mai riuscita nemmeno ad arrivare in finale pur avendo Cristiano Ronaldo in squadra.
"Credo che il primo anno che lui arrivò noi potevamo veramente vincere la Champions League. Purtroppo non ce l'abbiamo fatta… però dire che Cristiano Ronaldo ha spaccato o comunque ha rotto degli equilibri all'interno della Juventus non è vero. Sarebbe come nascondersi dietro un alibi troppo grande. Credo che ci sia stato un insieme di fattori e di cose che non hanno funzionato. Se la Juventus non ha vinto la Champions League con Cristiano Ronaldo non è colpa di Cristiano Ronaldo, è colpa dei 25 giocatori della Juventus. Come al contrario, se l'avesse vinta non sarebbe stato solo merito suo. È il calcio, succede".