Barone ricorda la corsa al fianco di Inzaghi ai Mondiali 2006: “All’inizio fu un po’ ingombrante”

Pippo Inzaghi che corre sul filo del fuorigioco lanciato da Perrotta, scarta Cech e mette a segno il gol che vale il 2-1 dell'Italia sulla Repubblica Ceca e l'accesso dell'Italia agli ottavi dei Mondiali 2006. Un gol contrassegnato da un episodio che ha fatto la storia di quella partita: la corsa di Simone Barone al fianco dell'allora ex attaccante del Milan. L'ex centrocampista, oggi allenatore nello staff tecnico di Davide Nicola alla Cremonese, per anni ne ha sentite dire tante su quell'assist mancato da parte del bomber rossonero che ha preferito rischiare il dribbling sul portiere per assicurarsi la rete invece di appoggiare comodamente la sfera a Barone che a quel punto avrebbe avuto la porta vuota.
Lo stesso Barone ne ha parlato nel corso di un'intervista al podcast ‘Scontro Diretto' ricordando quel momento tra aneddoti e curiosità e tutto ciò che ha contrassegnato quella corsa in questi anni. "All'inizio non è che mi dava fastidio, però era un po' ingombrante" sottolineando cosa sia accaduto dopo e anche negli anni successivi a cavallo con i tempi moderni. Per lui invece quella corsa fu l'emblema di tutta la sua carriera da calciatore.
"Tutti ma anche sui social, Instagram, messaggi di privato – ha detto Barone spiegando la sua frase riferendosi a messaggi che evidentemente ancora oggi a distanza di anni gli arrivano su quel passaggio -. Poi dopo, onestamente, non mi fa più nulla". A quel punto Barona inizia la sua spiegazione: "Era il mio debutto in un campionato del mondo, perché già per me il mio obiettivo era essere in quei 23 poi ho sperato di debuttare a quel punto – spiega – . Quindi quella partita lì ero veramente gasato, carico, una partita ancora borderline perché eravamo 1-0, se pareggiavi o perdevi potevi prendere l'altra parte del girone, quindi poi sono partite di altissimo livello".
A questo punto Barone aggiunge: "Io ho preso palla, l'ho appoggiata a Perrotta, Perrotta verticalizza e io sono corso. Ma io in quel momento non facevo caso se c'era Inzaghi, se con la mano ha fatto il gesto del movimento oltre, ma perché veramente per me era l'aiuto, però io quella la valuto come la corsa un po' della mia carriera, hai capito? Dell'umiltà, la corsa di aiutare la squadra". E conclude: "Poi dopo è normale che gli sfottò o gli scherzi anche negli spogliatoi accadono ancora oggi quando vedo Inzaghi o qualche altro. Ma adesso ci rido sopra".