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Balotelli si ripropone per la Serie A: “Ho almeno altri tre anni importanti, basta merendine”

Il Sion è un disastro, ma Mario Balotelli si sente ancora al top e si propone per un ritorno in Serie A: “Ora curo meglio l’alimentazione, basta bibite e merendine. Lo avessi fatto una decina di anni fa…”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Le cose non stanno andando benissimo per Mario Balotelli al Sion – per usare un eufemismo – con la squadra ultima e a rischio retrocessione, battuta anche due giorni fa in casa dal Lucerna. Il ritorno in panchina di Paolo Tramezzani, che era stato esonerato ad inizio stagione, non ha portato frutti e dunque prosegue la striscia di risultati horror della squadra del Canton Vallese: siamo a 4 sconfitte consecutive, 6 nelle ultime 7 partite giocate (più un pareggio), dunque un solo punto conquistato su 21 a disposizione.

Il Sion è nell'abisso e nel mirino di critica e tifosi non poteva non esserci Balotelli, la cui promozione a capitano non solo non ha avuto effetti positivi, ma ha toccato il fondo con la sostituzione nell'intervallo del match perso per 5-0 col Servette lo scorso 13 maggio, sconfitta pesantissima che è costata la panchina al tecnico Bettoni. L'attaccante bresciano al momento è infortunato, ma le sue parole non sono certo quelle di un giocatore che si sente a fine carriera, anzi lancia un messaggio ai club di Serie A in vista di un possibile ritorno in Italia.

Mario Balotelli compirà 33 anni il prossimo 12 agosto
Mario Balotelli compirà 33 anni il prossimo 12 agosto

"Ho un altro anno di contratto col Sion, ma la Serie A resterebbe un traguardo affascinante – spiega Super Mario alla Gazzetta dello Sport – Io mi sento bene. L'ultimo infortunio non conta, nelle gambe ho almeno altri tre anni importanti. Ho ancora 32 anni. Ora curo meglio l'alimentazione, basta bibite e merendine. Lo avessi fatto una decina di anni fa… Le esperienze aiutano a capire meglio le situazioni".

Balotelli si sofferma poi sul capitolo Nazionale italiana, che per lui appare ormai definitivamente chiuso a dispetto del fatto che in panchina ci sia quel Roberto Mancini che lo conosce meglio di chiunque altro: "Aspettavo una sua chiamata prima della Macedonia, non so cosa sia successo. Il mio amore per la Nazionale è intatto: la maglia è una cosa, poi i rapporti con i singoli sono un'altra storia. La verità è che io ho sempre riso e scherzato con tutti, non ho mai avuto problemi con nessuno. L'Italia cerca un centravanti? Immobile e Scamacca sono dei buoni giocatori, ma per vincere occorre qualcosina in più".

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