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Andrea Rinaldi morto a 19 anni: “Il calciatore aveva tutte le idoneità sportive”

Il presidente del Legnano, Giovanni Munafò, ha commentato così la morte di Andrea Rinaldi, il calciatore di 19 anni deceduto in ospedale a causa di un aneurisma. “Non aveva mai dimostrato problemi. Era un ragazzo straordinario, un esempio per tutti. Da lassù potrà essere il solito guerriero di sempre”.
A cura di Maurizio De Santis
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"Andrea aveva tutte le idoneità sportive". Il presidente del Legnano, Giovanni Munafò, ha commentato così all'Ansa la notizia della morte di Andrea Rinaldi, il calciatore di 19 anni deceduto questa mattina. Il centrocampista aveva avvertito un malore mentre si allenava nel giardino di casa a Cermenate (in provincia di Como) ed era stato ricoverato nel reparto di Rianimazione dell'Ospedale di Varese. Qual è stata la causa del malessere e poi della scomparsa? Un aneurisma. "Non aveva mai dimostrato problemi – ha aggiunto il massimo dirigente del club lombardo. L'aneurisma purtroppo non è rilevabile".

Settore giovanile dell'Atalanta, Mezzolara (in Serie D), Imolese (in Serie C) e adesso la casacca color lilla del Legnano. La brevissima carriera di Rinaldi è stata spezzata assieme al sogno di diventare un calciatore professionista. Un'ambizione che aveva cullato giocando accanto a compagni come Kulusevski (già acquistato dalla Juventus) e Bastoni, trai protagonisti in Serie A con le maglie di Parma e Inter. Le sue condizioni sono peggiorate nel giro di poche ore: a tenerlo in vita erano solo le macchine, fino a quando poche ore fa non è arrivata la notizia che nessuno avrebbe voluto mai dare.

Andrea arrivava agli allenamenti e come prima cosa veniva a salutarmi – ha ammesso Munafò al sito ufficiale del Legnano -. Questo è un ricordo che porterò nel cuore. Un ragazzo straordinario, un esempio per tutti. Siamo sicuri che Andrea da lassù potrà essere il solito guerriero di sempre.

Quanto accaduto ad Andrea Rinaldi ha scosso il mondo del calcio e spostato ancora una volta l'attenzione sui rischi per la salute dei giocatori, in particolare in questo momento di estrema incertezza in cui – a causa dell'emergenza sanitaria – si ragiona sull'opportunità o meno di riprendere l'attività agonistica e portare a termine la stagione dopo un lungo stop.

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