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Altobelli: “Ho tenuto segreta con sofferenza la malattia di Beccalossi. Lui mi guarda e capisce tutto”

Alessandro Altobelli si commuove nel raccontare la malattia del suo ex compagno e amico fraterno Evaristo Beccalossi: “A gennaio mi è caduto il mondo addosso, ma io e lui non ci siamo mai lasciati. E resto qui al suo fianco”.
A cura di Paolo Fiorenza
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La diffusione della notizia dell'emorragia cerebrale che ha colpito a inizio anno Evaristo Beccalossi, un evento noto solo a pochi, ha scosso tutti quelli che vogliono bene al talentuoso fantasista che ha legato il suo nome soprattutto a Brescia e Inter a cavallo degli anni '80. Estroso in campo e col sorriso sempre stampato sul viso fuori, con la battuta pronta come hanno imparato a conoscere anche i più giovani grazie alle sue apparizioni televisive, il ‘Beck' se l'è vista brutta, restando in coma per 47 giorni. Adesso è cosciente, ma la strada per la risalita sarà lunga e dura, come fa capire il suo ex compagno e amico fraterno Alessandro Altobelli: "Lui mi guarda e capisce tutto, noto dei miglioramenti. Serve tempo".

Altobelli: "Gli mandai un messaggio, fu visualizzato ma senza risposta. Lì ho capito subito"

Tutto è iniziato lo scorso 9 gennaio, Altobelli lo ha capito immediatamente da un messaggio rimasto senza risposta: "Gli ho mandato un messaggio, nel giorno in cui è stato male, su WhatsApp. Gli ho scritto: ‘Quando vieni a Brescia?', ho visto che aveva visualizzato ma non mi aveva mai risposto. Era inusuale e ho capito subito che potesse esserci qualcosa. Infatti poi mi ha avvisato sua moglie Danila, che è stata eccezionale in questi mesi con tutti i suoi ex compagni. Non poterlo andare a trovare, alla Poliambulanza, nella mia città, è stato duro per me. Adesso poterlo vedere è di conforto".

Alessandro Altobelli ed Evaristo Beccalossi in tribuna a Doha in Qatar durante i Mondiali del 2022
Alessandro Altobelli ed Evaristo Beccalossi in tribuna a Doha in Qatar durante i Mondiali del 2022

‘Spillo', che è più grande di 6 mesi rispetto a Beccalossi, si commuove nel raccontare la vicenda: "Mi ha toccato in modo forte questa cosa. Il Becca è un fratello, è il mio migliore amico. E merita la stima di tutti. Ho tenuto segreta la notizia della sua malattia in questi mesi con sofferenza, adesso almeno posso andare a trovarlo e lo faccio spesso. Gli parlo in dialetto bresciano, gli mostro le nostre foto al Brescia e all'Inter. Lui mi guarda e capisce tutto, noto dei miglioramenti. Serve tempo. Sono le gambe che non funzionano ancora. L'altro giorno gli ho preso la gamba sinistra, quella con cui fece innamorare i tifosi, e gli ho detto: ‘Ti ricordi che con questa avevi fatto una doppietta al Milan? Pazienza per la destra, ma questa deve tornare come prima'".

Altobelli e Beccalossi prima del fischio d’inizio di un’Inter–Juventus nel 1981
Altobelli e Beccalossi prima del fischio d’inizio di un’Inter–Juventus nel 1981

"Il 21 dicembre andammo al ristorante con tutti gli ex interisti, era in formissima"

Evaristo, che domani compirà 69 anni e ha iniziato una faticosa riabilitazione, è accudito con tutto l'amore possibile dalla moglie Danila e dalla figlia Nagaja: "Se abbiamo parlato della finale di Champions dell'Inter? Lui in camera ha una TV e sua figlia Nagaja lavora nel club. Capisce le cose, sta facendo progressi. Gli ho detto: ‘Muoviti a recuperare che dobbiamo andare a Monaco di Baviera con gli altri ex nerazzurri'. Spero che l'Inter vinca per dedicargliela – dice Altobelli al ‘Corriere della Sera', raccontando poi come tutto si aspettasse tranne che di ricevere quella drammatica notizia – Lo scorso 21 dicembre ci siamo visti con gli ex interisti. Il ristorante l'ha scelto lui e parlava solo Evaristo, era in formissima. Solo un po' magro, mi ero preoccupato, ma mi disse che aveva avuto qualcosa alla gola. Poi a gennaio mi è caduto il mondo addosso, ma io e lui non ci siamo mai lasciati. E resto qui al suo fianco".

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