Altobelli: “Ho tenuto segreta con sofferenza la malattia di Beccalossi. Lui mi guarda e capisce tutto”

La diffusione della notizia dell'emorragia cerebrale che ha colpito a inizio anno Evaristo Beccalossi, un evento noto solo a pochi, ha scosso tutti quelli che vogliono bene al talentuoso fantasista che ha legato il suo nome soprattutto a Brescia e Inter a cavallo degli anni '80. Estroso in campo e col sorriso sempre stampato sul viso fuori, con la battuta pronta come hanno imparato a conoscere anche i più giovani grazie alle sue apparizioni televisive, il ‘Beck' se l'è vista brutta, restando in coma per 47 giorni. Adesso è cosciente, ma la strada per la risalita sarà lunga e dura, come fa capire il suo ex compagno e amico fraterno Alessandro Altobelli: "Lui mi guarda e capisce tutto, noto dei miglioramenti. Serve tempo".
Altobelli: "Gli mandai un messaggio, fu visualizzato ma senza risposta. Lì ho capito subito"
Tutto è iniziato lo scorso 9 gennaio, Altobelli lo ha capito immediatamente da un messaggio rimasto senza risposta: "Gli ho mandato un messaggio, nel giorno in cui è stato male, su WhatsApp. Gli ho scritto: ‘Quando vieni a Brescia?', ho visto che aveva visualizzato ma non mi aveva mai risposto. Era inusuale e ho capito subito che potesse esserci qualcosa. Infatti poi mi ha avvisato sua moglie Danila, che è stata eccezionale in questi mesi con tutti i suoi ex compagni. Non poterlo andare a trovare, alla Poliambulanza, nella mia città, è stato duro per me. Adesso poterlo vedere è di conforto".

‘Spillo', che è più grande di 6 mesi rispetto a Beccalossi, si commuove nel raccontare la vicenda: "Mi ha toccato in modo forte questa cosa. Il Becca è un fratello, è il mio migliore amico. E merita la stima di tutti. Ho tenuto segreta la notizia della sua malattia in questi mesi con sofferenza, adesso almeno posso andare a trovarlo e lo faccio spesso. Gli parlo in dialetto bresciano, gli mostro le nostre foto al Brescia e all'Inter. Lui mi guarda e capisce tutto, noto dei miglioramenti. Serve tempo. Sono le gambe che non funzionano ancora. L'altro giorno gli ho preso la gamba sinistra, quella con cui fece innamorare i tifosi, e gli ho detto: ‘Ti ricordi che con questa avevi fatto una doppietta al Milan? Pazienza per la destra, ma questa deve tornare come prima'".

"Il 21 dicembre andammo al ristorante con tutti gli ex interisti, era in formissima"
Evaristo, che domani compirà 69 anni e ha iniziato una faticosa riabilitazione, è accudito con tutto l'amore possibile dalla moglie Danila e dalla figlia Nagaja: "Se abbiamo parlato della finale di Champions dell'Inter? Lui in camera ha una TV e sua figlia Nagaja lavora nel club. Capisce le cose, sta facendo progressi. Gli ho detto: ‘Muoviti a recuperare che dobbiamo andare a Monaco di Baviera con gli altri ex nerazzurri'. Spero che l'Inter vinca per dedicargliela – dice Altobelli al ‘Corriere della Sera', raccontando poi come tutto si aspettasse tranne che di ricevere quella drammatica notizia – Lo scorso 21 dicembre ci siamo visti con gli ex interisti. Il ristorante l'ha scelto lui e parlava solo Evaristo, era in formissima. Solo un po' magro, mi ero preoccupato, ma mi disse che aveva avuto qualcosa alla gola. Poi a gennaio mi è caduto il mondo addosso, ma io e lui non ci siamo mai lasciati. E resto qui al suo fianco".