Allenatore in Serie C chiede l’espulsione di un suo giocatore: è il paradosso del “VAR a chiamata”

Il Football Video Support è la grandissima novità del calcio italiano per la stagione 2025-2026, adottato per la prima volta e in via sperimentale in Serie C. La nuova possibilità di richiedere da parte degli allenatori una revisione a testa nel corso dei 90 minuti è diventata subito protagonista, ma anche foriera di immediate polemiche per quanto accaduto durante la partita tra Carpi e Juventus Next Gen. Tutto è accaduto in occasione di un fallo di mano (che non c'era) del giocatore del Carpi Lorenzo Lombardi, al quale è stato mostrato il secondo giallo e dunque l'espulsione. Il tecnico della stessa squadra però, ha richiamato al VAR l'arbitro con uno stratagemma: non potendo per protocollo farlo per una semplice ammonizione, ha invocato il rosso diretto del proprio giocatore, così da costringere il direttore di gara ad andare al monitor e accorgersi dell'errore iniziale.
Cos'è accaduto durante Carpi-Juventus Next Gen: il presunto fallo di mano di Lorenzi
Il FVS è appena entrato ufficialmente nel calcio italiano e alla prima occasione sta già facendo giurisprudenza per un caso unico. L'episodio che sta facendo discutere è avvenuto nel corso della prima giornata del girone B della Serie C nel match Carpi-Juve Next Gen: la squadra di casa si vede ridotta in 10 uomini per il secondo giallo rifilato a Lorenzo Lombardi, per un possibile tocco di mano. Tutto il Carpi concorda che non ci sia stato ma per protocollo del FVS, il VAR a chiamata, non si può richiamare l'arbitro alla revisione per una ammonizione.
Cosa prevede il protocollo FVS e la scelta geniale di Cassani: chiede l'espulsione del proprio giocatore
Il protocollo che governa attualmente l'FVS è chiaro: i tecnici, una volta per uno nei 90 minuti di gara, possono usufruirne solo in caso di scambi di persona, in occasione di gol, rigori o espulsioni dirette. E così a Stefano Cassani, tecnico del Carpi è scattata la mossa geniale. Di fronte all'arbitro irremovibile sulla propria decisione, di cacciare dal campo Lorenzi con le inutili proteste del Carpi, Cassani ha deciso per la mossa a sorpresa: ha invocato l'FVS per richiedere il rosso diretto nei confronti del proprio giocatore. Il tecnico non è improvvisamente impazzito, anzi: è stata la mossa – l'unica a sua disposizione – per usufruire del Football Video Support e obbligare l'arbitro ad andare al monitor. Così, il fischietto del match, Francesco Zago, ha dovuto rivedere l'azione e si è accorto del proprio errore. Risultato? Il VAR ha confermato che il fallo non c'era, la palla aveva colpito solo il petto del giocatore al quale è stato tolto il secondo cartellino giallo e così l'espulsione.
Il FVS sotto osservazione: un precedente che fa giurisprudenza
Un episodio che ha mandato totalmente in tilt la procedura dell'FVS che adesso dovrà essere posta all'analisi di Aia e Can C perché è emersa una falla evidente nel protocollo in atto. Per due motivi principali: l'espulsione del giocatore sarebbe stata sbagliata, ingiusta e penalizzante nei confronti del Carpi, andando a incidere sul match; in seconda battuta ha costretto la squadra a sprecare l'unico "challenge" a propria disposizione nel corso della partita. Elementi che dovranno essere tutti sapientemente valutati per un FVS che, appena nato, subito presenta lacune da colmare nel modo più veloce e definitivo.