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Mondiali in Qatar 2022

Allarme droga ai Mondiali: nel maxi sequestro anche il tramadolo, farmaco utilizzato nel calcio

A nemmeno 48 ore di distanza dall’inizio dei Mondiali, è giunta la notizia dell’arresto in aeroporto di un passeggero da parte della Autorità del Qatar per possesso di stupefacenti. Tra cui un prodotto diffuso anche nel mondo del calcio.
A cura di Alessio Pediglieri
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Il Governo del Qatar lo aveva detto e ribadito in diverse circostanze, ben prima dell'inizio dei Mondiali: tolleranza zero per chi non rispetterà le leggi in vigore nel Paese. Al di là delle polemiche sulla gestione governativa su argomenti sensibili come i diritti umani, di donne, omosessuali e lavoratori, le direttive sono state chiare sin da subito sui comportamenti che avrebbero dovuto adottare tutti coloro che avrebbero fatto il loro ingresso su terra qatariota, senza eccezioni. E così, dopo nemmeno 48 ore dall'inizio delle partite, si è registrato il primo maxi sequestro di stupefacenti.

A dare la notizia sono state le autorità del Qatar, attraverso la diffusione di un comunicato da parte della "General Customs Authority", le autorità doganali che sono operative in tutti gli scali aeroportuali del Paese e che stanno compiendo controlli a tappeto. All'aeroporto internazionale di Hamad nella giornata di lunedì 21 novembre, è stato sventato il "contrabbando di 1.990 pillole di tramadolo e 464,5 grammi (16,4 once) di hashish" con l'arresto immediato di un passeggero del quale al momento non sono sate rilasciate le generalità.

Una notizia che è subito rimbalzata tra i principali organi di informazione internazionale a dimostrazione delle severissime leggi e di un totale controllo da parte del Governo pronto a punire chiunque infranga la legge. Le sostanze illecite sono state trovate quando i funzionari doganali hanno ‘sospettato' di un passeggero del quale è stato immediatamente ispezionato il bagaglio: l'individuo è stato arrestato e dovrà comparire per direttissima in tribunale dove verrà giudicato. Il rischio adesso è reale perché l'emirato del Golfo arabo ha leggi severissime sul possesso di droga che includono, anche, lunghe pene detentive, multe elevate e l'immediata espulsione dal Paese.

Il Governo del Qatar è al lavoro da tempo nel contrastare il traffico di stupefacenti durante i Mondiali (fonte: Customs.gov.qa)
Il Governo del Qatar è al lavoro da tempo nel contrastare il traffico di stupefacenti durante i Mondiali (fonte: Customs.gov.qa)

Ciò che ha suscitato clamore è stata però anche la natura del materiale illecito sequestrato. Le Autorità hanno parlato di presenza di hashish ma soprattutto quasi duemila pillole di una sostanza da tempo inserita nella lista nera dello sport, il tramadolo. Un farmaco dagli effetti simili a quelli degli oppiacei, creato in laboratorio e utilizzato per alleviare fatiche e stress. L'Agenzia mondiale antidoping lo ha già inserito da tempo tra i prodotti vietati all'interno del ciclismo e dovrebbe aggiungerlo alla sua lista antidoping rivolta a tutti gli sport a partire dal 2024.

Ma è anche una sostanza che da tempo si dice essere diffusa all'interno del mondo del calcio e che, nel contesto qatariota dei Mondiali, ha destato più che semplici perplessità sul tentativo – fallito – di introduzione nel Paese. In passato si era parlato del tramadolo e della sua dipendenza attraverso alcune dichiarazioni dell'ex portiere del Liverpool, Chris Kirkland che ne aveva fatto utilizzo a tal punto di aver pensato al suicidio.

Chris Kirkland ai tempi dello Sheffield United, quando faceva uso del tramadolo
Chris Kirkland ai tempi dello Sheffield United, quando faceva uso del tramadolo

L'ex portiere, oggi 41enne, che vanta anche una convocazione nella nazionale inglese, ha affermato di esserne diventato dipendente dal 2013, quando militava nello Sheffield United: "Li prendevo su Internet e in ogni altro modo possibile. C'erano momenti in cui dovevo essere in squadra ma non ero nello stato d'animo giusto o avevo assunto troppe compresse e non potevo presentarmi. E' stato terribile" ha spiegato in un racconto del suo personale inferno, dal quale è uscito solo in seguito ad un lungo percorso, anche attraverso la degenza in comunità per ex tossicodipendenti.

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