Alfie Whiteman ha lasciato il calcio a 26 anni per una nuova vita: “Si pensava solo a borse e auto”

Alfie Whiteman ha scelto di dare una svolta importante alla sua vita. Dopo aver dedicato più di 20 anni alla passione e alla carriera nel calcio, l'ex estremo difensore si è dedicato ad un'altra attività e inevitabilmente un altro mestiere. Insomma a 26 anni Whiteman che ha vinto un'Europa League con il Tottenham, vestendo anche la casacca dell'Inghilterra a livello giovanile, si dedica oggi alla fotografia e al cinema. Un cambio drastico per questo ragazzo che non era più attratto da tutto quello che accadeva quando vestiva i guantoni.
Chi è Alfie Whiteman, dall'Europa League alla fotografia
Sembrava un predestinato Alfie cresciuto nel Tottenham, fino alle porte della prima squadra nel 2020. Ha esordito in Europa League e ha collezionato le prime esperienze, prima di andare in prestito in Svezia al Degerfors. Dopo il ritorno agli Spurs, non è riuscito a trovare mai spazio e a poco a poco si è allontanato dal mondo del pallone. Al The Athletic infatti impossibile non ricordare il suo amore per il pallone: "Ho firmato per gli Spurs quando avevo 10 anni. Poi ho lasciato la scuola a 16 anni e mi sono dedicato completamente alla vita da calciatore".
Perché Whiteman ha lasciato il calcio
Una vita però che non l'ha più soddisfatto, spingendolo a cercare decisamente altro: "Quando avevo 17 o 18 anni e vivevo in un alloggio per ragazzi, sentivo dentro di me questa sensazione: "È tutto qui?’ Salire sul pulmino, andare ad allenarsi, fare il corso di Scienze dello Sport e poi tornare a casa a giocare ai videogiochi. Mi sono reso conto molto presto che non ero felice". Insomma tutto troppo piatto, ed ecco lo stimolo per cercare qualcosa di diverso e più stimolante per lui: "Lo stereotipo del calciatore è in gran parte vero. È la cultura del golf e delle borse firmate. Anch’io ero quel giovane calciatore: volevo la borsa di Gucci e guidavo una Mercedes. Tutti finiscono per essere il riflesso degli altri. Sei il prodotto del tuo ambiente. Così è il calcio in questo Paese: è completamente isolato da tutto il resto. Vai ad allenarti e poi torni a casa, tutto qui".
Anche i compagni a giudicare dalle parole di Whiteman, si erano accorti che il ragazzo era particolare. E la vita gli ha offerto la chance di fare altro e seguire un'altra sua passione: "Credo di essermi sempre sentito un po’ diverso. I miei compagni di squadra, con cui andavo d’accordo, mi chiamavano hippie. Era la loro definizione. Ma quando avevo 18 anni ho conosciuto la mia ex ragazza, che era una modella, un po’ più grande di me. La sua migliore amica era una regista. Questo ha cominciato ad aprirmi gli occhi su quello che la vita poteva offrirmi. Crescendo, verso i 18 o 19 anni, ho iniziato a conoscere persone nuove, a capire meglio me stesso e a comprendere la bolla del calcio, perché è davvero isolata".
Whiteman nella scorsa estate ha ricevuto club in Inghilterra ma alla fine ha rispedito tutto al mittente. La sua vita ora è il lavoro come fotografo per una casa di produzione di livello internazionale. Può già vantare però collaborazioni anche con aziende che lavorano nel campo del calcio. Insomma un modo di vedere il pallone diverso.
 
		 
  