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Acerbi assolto per mancanza di prove dall’accusa di razzismo verso Juan Jesus: la sentenza del giudice sportivo

Il provvedimento arriva dopo l’indagine svolta dalla Procura federale: il difensore interista non è stato punito per assenza di prove. Il giudice sportivo non dubita della buona fede di Juan Jesus ma la frase denunciata “risulta essere stato percepita dal solo calciatore offeso, senza dunque il supporto di alcun riscontro probatorio esterno, che sia audio, video e finanche testimoniale”.
A cura di Maurizio De Santis
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Il giudice sportivo ha assolto dall'accusa di razzismo il difensore dellInter, Francesco Acerbi. Non c'è stata la maxi squalifica tanto temuta per comportamento discriminatorio (articolo 28) nei confronti di Juan Jesus del Napoli e nemmeno una in dimensioni ridotte vertendo sulla condotta gravemente antisportiva (articolo 39).

Il calciatore non è stato punito perché non sono state riscontrate prove sufficienti per confermare l'insulto razzista denunciato dall'avversario. Un atteggiamento che il centrale brasiliano aveva subito segnalato al direttore di gara, La Penna, riferendogli delle offese ricevute durante la partita di campionato giocata a San Siro. È la sua parola contro quella di Acerbi. Non gli hanno dato del bugiardo ma non è stato ritenuto abbastanza credibile.

La sua versione, in base a quanto si legge nel dispositivo, non è bastata per emettere una sanzione in seguito alle gravi parole sentite e denunciate: "il cui contenuto discriminatorio però, senza che per questo venga messa in discussione la buona fede del calciatore della Soc. Napoli, risulta essere stato percepito dal solo calciatore “offeso” (Juan Jesus), senza dunque il supporto di alcun riscontro probatorio esterno, che sia audio, video e finanche testimoniale".

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Le motivazioni del giudice sportivo nel comunicato

Il provvedimento arriva dopo il supplemento d'indagine richiesto e svolto dalla Procura federale che ha ascoltato le parti in causa e aggiunto le loro testimonianze alle prove raccolte sull'episodio. Il passaggio decisivo del comunicato è in calce quando, dopo aver fatto riferimento alle deposizioni dei calciatori, a quelle degli ufficiali di gara e al materiale probatorio raccolto, il giudice sportivo ha spiegato:

Rilevato che nella fattispecie la sequenza degli avvenimenti e il contesto dei comportamenti è teoricamente compatibile anche con una diversa ricostruzione dei fatti, essendo raggiunta sicuramente la prova dell’offesa ma rimanendo il contenuto gravemente discriminatorio confinato alle parole del soggetto offeso, senza alcun ulteriore supporto probatorio e indiziario esterno, diretto e indiretto, anche di tipo testimoniale;

Ritenuto pertanto che non si raggiunge nella fattispecie il livello minimo di ragionevole certezza circa il contenuto sicuramente discriminatorio dell’offesa recata per questo motivo si decide di non applicare le sanzioni previste dall’art. 28 CGS nei confronti del calciatore Francesco Acerbi (Soc. Internazionale).

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Una decisione che cancella anche il solco di alcuni precedenti considerato che in casi simili proprio per il peso della questione era invece bastata la presunzione di colpevolezza per arrivare a una punizione severa.

Acerbi aveva ribadito al procuratore Giuseppe Chiné la versione del fatti enunciata ai giornalisti mentre si trovava nella Stazione Centrale di Milano, al rientro dal ritiro della Nazionale da cui era stato escluso in seguito all'accaduto. Si era trattato solo di un equivoco provocato da un'interpretazione sbagliata delle sue parole: "Juan Jesus ha capito male…", aveva detto sostenendo che la frase pronunciata fosse stata un'altra.

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"Ti faccio nero" e non "vai via nero, sei solo un negro" (come denunciato sui social e confermato anche di persona da Juan Jesus) ès tata la deposizione resa dal calciatore dell'Inter, una tesi che aveva lasciato più di qualche sospetto perché lo stesso difensore si era scusato con l'avversario e con l'arbitro una volta accortosi della delazione del brasiliano.

Una linea difensiva che, alla luce del verdetto, è prevalsa ma non spazza via tutte le ombre sul caso a causa di quel "mancanza di prove" che porta con sé una domanda: chi è il bugiardo tra Acerbi e Juan Jesus? Nemmeno il giudice sportivo è in grado di stabilirlo con certezza.

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