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Playoff NBA: Nikola Jokic e Devin Booker trascinano Suns e Nuggets in semifinale

Con una prova da ricordare del loro giovanissimo fenomeno (47 punti e 11 rimbalzi) i Phoenix Suns passano di giustezza allo Staples Center, mostrando maturità e voglia di competere fino in fondo. LeBron si complimenta con lui e gli regala la magli autografata: “Continua a essere grande”. Bene Denver, che liquida Portland in 6 partite grazie al solito Jokic e si regala la semifinale proprio conto Chris Paul e compagni.
A cura di Luca Mazzella
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Due fondamentali partite nella notte di Playoffs NBA. Dopo gli Heat, anche l'altra finalista e campione NBA dello scorso anno, i Los Angeles Lakers, saluta prematuramente la post-season per mano dei Phoenix Suns. I Nugges invece continuano a sorprendere pur senza Jamal Murray e chiudono la serie contro i Blazers vincendo in Oregon grazie ad un super Nikola Jokic.

Portland Trail Blazers-Denver Nuggets 115-126

Candidato numero 1 all'MVP (che sarà presumibilmente assegnato alla fine del primo turno) non per caso. Nikola Jokic sale in cattedra nel secondo tempo di gara 6 tra Denver e i Portland Trail Blazers, regalando ai suoi la vittoria per 126-115 e il passaggio del primo turno contro l'indemoniato Damian Lillard e l'accesso alle semifinali di Conference.

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Il primo quarto Nuggets è uno show targato Michael Porter Jr: la scelta numero 14 del draft 2018 inizia la gara con 22 dei suoi 26 punti totali nei primi 12 minuti, in cui a suon di triple segnate lancia subito un segnale incoraggiante per coach Mike Malone. Portland però è molto pimpante nel primo tempo e sospinta dal suo pubblico tiene botta e prova a scappare nel terzo quarto. Denver però, che già nella scorsa edizione dei Playoffs aveva dimostrato di essere squadra tenace e sempre pronta a reagire a ogni tipo di avversità, recupera addirittura 14 punti di svantaggio nel secondo tempo con un grande lavoro difensivo e l’apporto, ancora una volta essenziale, di Monte Morris (22 punti) in un gran momento di forma. Al resto pensa l’MVP che chiude a 36 punti con 13/22 al tiro, 8 rimbalzi e 6 assist, nella gara numero 78 di stagione (le ha giocate tutte).

I Blazers, e ormai è una consuetudine, si leccano le ferite per l’ennesima stagione partita con grandi aspettative, con i soliti lampi epici di Lillard e poco supporto del “contorno”. Tra mille incognite, la off-season in Oregon può regalare davvero scossoni importanti per dare a Dame-Time un roster all’altezza della sua pallacanestro.

Stanotte, pur chiudendo a 28 punti e 13 assist, la leggendaria gara 5 giocata (e persa in overtime nonostante i suoi 55 punti), Dame è apparso oltremodo affaticato, soprattutto nel secondo tempo (e in un ultimo quarto in cui ha sbagliato quasi tutto) e quando si attendeva supporto dai suoi compagni tanti di questi hanno deluso. McCollum ha sì segnato 21 punti, ma tirando tanto e male, mentre Jusuf Nurkic ha avuto problemi di falli che ne hanno condizionato l’utilizzo. Ora è tempo di riflessioni, che mai come stavolta saranno risolutive in casa Blazers.

Los Angeles Lakers – Phoenix Suns 100-113

Here comes the Sun(s). Dopo la bolla immacolata dello scorso anno comunque non sufficiente ad agguantare l’ultima posizione Playoffs, Phoenix non solo accede al tabellone dell Western Conference da squadra col secondo miglior record, ma si toglie la soddisfazione di battere a domicilio i campioni NBA dei Los Angeles Lakers nell’elimination-game che vale l’accesso alle semifinali contro i Denver Nuggets, vittoriosi nella notte contro i Blazers.

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Un risultato non pronosticabile se si pensa al 2-1 per LeBron e compagni dopo tre partite, ribaltato anche grazie all’assenza per infortunio di Anthony Davis, stanotte stoicamente in campo nel primo quarto salvo essere costretto a uscire dopo pochi minuti per il troppo dolore al quadricipite messo ko in gara 4. Una gestione rischiosa e non ottimale del Monociglio che, una volta fuori, ha visto i suoi compagni crollare definitivamente sotto i colpi di un Devin Booker stellare, autore di 47 punti totali con 11 rimbalzi e 15/22 dal campo, più 8 delle 10 triple tentate mandate a segno. Una gara che la stella dei Suns ha indirizzato sin dal primo quarto chiuso a 22 punti e 6/6 dall’arco, con Phoenix che si guadagna la doppia cifra di vantaggio superando anche il +20 e restando sotto controllo per tutti i 48 minuti. Una prova da grande squadra, come sono effettivamente diventati sulle due metà campo questi Suns dall'aggiunta di Chris Paul. Il veterano, oltre al supporto reale sul parquet, è stato evidentemente l'X-Factor della definitiva maturazione del roster, che della leadership di CP3 si è nutrito facendo tesoro di tutta la sua esperienza.

Per i Lakers, che nel corso del terzo quarto e a sprazzi all'inizio dell'ultimo hanno provato timidamente a reagire senza mai riportarsi realmente a contatto, cruciali le defezioni a inizio partita sia del già citato AD che di Alex Caruso, che hanno costretto Vogel a quintetti sperimentali e a concedere tanti minuti ai finora latitanti Morris e Horton-Tucker (12 punti per quest'ultimo), che nulla però hanno potuto contro una Phoenix in totale gestione del ritmo e che, assieme a uno straordinario Booker, trova comunque i canestri della staffa a firma di Chris Paul (8 punti e 12 assist, ancora visibilmente condizionato dall'infortunio alla spalla) e soprattutto di Jae Crowder, chirurgico dall'arco con 6 triple messe a segno per 18 punti totali. Nei padroni di casa da segnalare anche i 20 punti (dopo gli 0 di gara 5) di Dennis Schroder e i 12 di Wesley Matthews, che hanno provato a dare un minimo di energia ad una squadra che, a partire dal suo leader, si è sciolta come neve al sole dopo l'uscita di Davis.

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LeBron, a dispetto infatti dei 29 punti con 9 rimbalzi e 7 assist, è sembrato ancora una volta fisicamente ben lontano da una condizione accettabile, giocando un primo tempo remissivo e con un pessimo linguaggio del corpo, e iniziando a attaccare il ferro dei Suns troppo tardi, riuscendo a ritoccare il tabellino a gara abbondantemente compromessa. Per il Re si tratta della prima eliminazione in carriera al primo turno, una delusione che potrà rappresentare la molla per un ultimo sussulto il prossimo anno, all'alba delle 37 primavere e della stagione numero 19 in NBA.

Proprio James, a fine partita, ha omaggiato il rivale di serata con una sua canotta autografata (in foto) sulla quale ha scritto: "Continua a essere grande". Dopo le famose scarpe che Kobe gli regalò nell'anno da rookie, con tanto di "Be Legendary" impresso sopra, un'altra enorme manifestazione di stima e rispetto per Devin Booker, uomo copertina della notte NBA.

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