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Playoff NBA: Lillard leggendario ma non basta, crollano i Lakers

Il numero 0 dei Trail Blazers regala spettacolo nella notte con una prestazione che entra nel libro dei record NBA in una sfida decisa solo dopo due supplementari. I Lakers vengono umiliati in casa dei Suns e sono a 48 minuti dall’eliminazione, mentre i Nets come da copione battono Boston e avanzano senza troppa fatica al secondo turno.
A cura di Luca Mazzella
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Tre partite nella notte di Playoff NBA, una delle quali da vedere e rivedere e che entra di diritto tra le più emozionanti degli ultimi anni di post-season. Denver e Portland si rispondono colpo su colpo e tra Jokic e Lillard alla fine la spunta il primo. I Lakers mai in partita contro Phoenix vedono lo spettro dell’eliminazione davanti ai loro occhi. Brooklyn, nel segno dei big 3, si guadagna la semifinale contro i Bucks.

Denver Nuggets – Portland Trail Blazers 147-140

Denver la vince, Lillard la pareggia. E ancora, Denver la vince, Lillard la pareggia. Per avere la meglio su Portland servono ben 58 minuti nella notte ai Nuggets, che si trovano di fronte la miglior versione di Damian Lillard di questa stagione. Dame Time, che chiude una gara memorabile a quota 55 punti, 10 rimbalzi, 6 assist, 12 triple segnate, 1 palla persa e appena 24 tiri dal campo, segna per due volte il tiro che riporta in parità la sfida. Prodezze che solo le immagini possono descrivere in modo adeguato:

Purtroppo per lui, nei tempi supplementari non c’è nessun compagno all’altezza e pronto a dargli supporto, con un 1/14 complessivo dal campo nei due overtime e giocate suicide di Robert Covington e CJ McCollum, che in serie inanellano una schiacciata sbagliata da sotto canestro e una palla persa pestando la linea laterale del campo. Denver passa nel finale con una tripla fondamentale di Michael Porter Jr (26 punti 1 12 rimbalzi) su assist al bacio di Nikola Jokic (uno dei suoi 9 totali, con 11 rimbalzi e 38 punti) e trovando un grande Monte Morris che ne segna 28 uscendo dalla panchina. Sconsolato per il losing-effort, a fine gara Dame ha dato appuntamento a tutti a gara 6, in Oregon: prepariamoci a un altro show.

Brooklyn Nets – Boston Celtics 123-109

I Nets chiudono la serie sul parquet amico, battendo nella notte i Celtics comunque tenaci e bravi a non mollare fino a finequando un canestro di Tatum chiude il parziale sull’86-79 per i padroni di casa. Da lì in poi però, è uno show diviso ovviamente per tre, tra Kyrie Irving, Kevin Durant e soprattutto James Harden. Il fenomeno mancino chiude in tripla doppia da 34 punti, 10 rimbalzi e 10 assist, mostrandosi come sempre a suo agio sia come finalizzatore che come faciliatore per i compagni. Boston riesce di puro orgoglio a rimettere la testa vicina alla linea di galleggiamento, risalendo fino al -8 con 8 minuti da giocare, ma i Big 3 decidono che è ora di pensare alle semifinali contro i Bucks e schiacciano sull’acceleratore al momento opportuno per archiviare definitivamente la pratica e regalarsi Giannis Antetokounmpo sulla strada che porta alla finale di Conference. Sulla squadra di Stevens cala il sipario dopo una stagione macchiata da continue defezioni e infortuni, culminati nella gara 5 giocata senza Jaylen Brown, mai sceso in campo nei Playoffs, Kemba Walker e Robert Williams. L’estate si preannuncia ricca di movimenti, sicuramente nel roster ma non è da escludere qualcosa tra panchina e scrivania. Per la squadra designata ormai da 3 anni a raccogliere l’eredità lasciata da LeBron James a Est, è ora di tornare a vincere.

Phoenix Suns – Los Angeles Lakers 115-85

C’è chi l’ha definita la peggior prestazione dei Lakers negli ultimi 30 anni, per intenderci. I campioni NBA in carica, orfani di Anthony Davis alla contesa e di Dennis Schroder e Caldwell-Pope a fine gara (0 punti in due e 0/10 dal campo), nemmeno scendono in campo contro gli affamatissimi Suns di Chris Paul, che riesce persino a riposare nella notte lasciando il palcoscenico a Devin Booker e a Cameron Payne ormai diventato molto più di una riserva della point-guard titolare. A fine primo tempo il punteggio dice 66-36 per Phoenix, peggior svantaggio a fine primo dei Lakers in post-season degli ultimi 25 anni, che sale sul 3-2 e avrà ora due possibilità di regalare a LeBron James la prima eliminazione al primo turno della carriera (15-0 finora). C’è da aspettarsi una prestazione epica del Re, ma se il supporting cast è questo (13/44 dal campo, 5/20 da tre e 13 palle perse tra Morris, Drummond, Gasol, Kuzma, Caruso, Matthews e i già citati Caldwell-Pope e Schroder) non basterà neanche la miglior versione del 23 per battere una squadra che sembra aver fatto il salto di qualità definitivo ed è pronta a giocare per l’anello.

James ci prova anche, ma quando la partita è ormai chiusa: il suo terzo quarto da 17 punti infatti non scalfisce il margine accumulato dalla squadra di casa, che controlla abilmente la partita ma vede uscire CP3 per l’ennesimo colpo alla spalla destra, presumibilmente a scopo precauzionale e per evitare guai maggiori. Tra 48 ore, i detentori dell’anello NBA si giocano la stagione: dopo i Miami Heat finalisti, umiliati per 4-0 dai Bucks, potrebbe esserci il secondo scalpo eccellente di questa post-season.

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