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Julius Randle da favola in NBA: 44 punti e sempre più star di New York

Sempre più superstar dei Knicks, sempre più All-Star di questa NBA. 44 punti di Randle, quinta vittoria consecutiva per New York, e un sogno chiamato Playoffs che diventa ogni giorno sempre più concreto. In questo momento i Knicks sono più vicini alla quarta posizione che alla settimana, e di voltarsi indietro non ne vogliono davvero sapere.
A cura di Luca Mazzella
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Nella notte, i New York Knicks hanno battuto a domicilio i Dallas Mavericks di Luka Doncic avvicinandosi ad Atlanta e Boston, che li precedono in classifica al quarto e al quinto posto della Eastern Conference, e consolidando la loro sesta posizione anche grazie alla sconfitta degli Heat, ora distanti una partita e mezza. Una fetta enorme di merito per lo scalpo ai texani è da ricercare nella prestazione straordinaria di Julius Randle, ormai senza mezzi termini la superstar della squadra e sempre più indirizzato a vincere quasi all'unanimità il premio di Most Improved Player della stagione.

Il numero 30 si è regalato una serata da 44 punti e 10 rimbalzi, mandando a segno 6 triple e distribuendo anche 7 assist, che uniti ai 24 di RJ Barrett sono valsi la quinta vittoria consecutiva per i Knicks, evento che non si verificava dal mese di marzo del 2014. Il tutto a coronamento di una settimana perfetta per Julius, che ha affrontato prima la squadra che lo ha scelto e scaricato, i Los Angeles Lakers (vittoria con 34 punti, 10 rimbalzi e 4 assist), poi la sua ex squadra, i New Orleans Pelicans (32-8-5) e infine Dallas, la squadra della città in cui è nato e soprattutto la squadra di Kristaps Porzingis, l'unicorno prima padrone dello spot di ala grande di New York, quello in cui Randle sta dominando ormai da inizio anno. Si tratta inoltre della seconda partita da 40 punti in stagione, come per ultimo nella Grande Mela aveva fatto Carmelo Anthony, star mai realmente dimenticata dagli esigenti tifosi della squadra che saranno però orgogliosi dei Knicks versione 2020/21.

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New York continua infatti a incarnare alla perfezione la filosofia e le richieste di Tom Thibodeau, che ha scoperto una nuova versione della sua vecchia Chicago (la squadra di Bad Boys arricchita dalle pepita D-Rose che con lui arrivò ai vertici della Eastern Conference) e continua ogni sera a trovare sempre maggiore solidità da giocatore che nel corso della scorsa annata avevano rischiato pericolosamente di essere scaricati e di finire per sempre nel dimenticatoio.

Oltre al pretoriano Taj Gibson, lungo di esperienza fortemente voluto per fare spogliatoio, e al ritorno proprio di Derrick Rose che da questo connubio ha storicamente ottenuto i migliori risultati in carriera, Thibodeau ha trasformato nella mentalità un talento mai realmente lasciato esprimere a pieno come questo Randle, ha ridato fiducia e consapevolezza al canadese RJ Barrett, che nell'anno da rookie aveva già fatto gridare al "bust" (giocatore che non rispetta le attese e delude), e ha saputo rendere giocatori in cerca di una nuova dimensione come Nerlens Noel, Elfriid Payton e Reggie Bullock delle perfette pedine di complemento sulle due metà campo. Pretendendo il massimo in difesa, dove i Knicks continuano a essere la miglior squadra NBA numeri alla mano, e in un attacco che consegnando la palla nelle mani fatate di Randle ha finito con lo sgravare di responsabilità i tanti giovani timorosi di prendere un tiro in più diventando il centro di gravità del sistema offensivo, da creator e da scorer.

A questo aggiungiamo l'assenza del pubblico del Madison Square Garden, tanto epico come parquet quanto esigente come tifo viste le ripetute delusioni, e la ricetta dei New York Knicks è pronta. Abbiamo la vera sorpresa dell'NBA davanti, alla quale manca davvero un ultimo sforzo per completare il capolavoro: l'attuale sesto posto vuol dire Playoffs assicurati, scendere di una posizione li farebbe precipitare nell'incubo Play-in dove i Miami Heat di Jimmy Butler e i Washington Wizards di Bradley Beal e Russell Westbrook sono avversari da evitare in uno scontro diretto con in palio una posta così alta. Il traguardo è dietro l'angolo, e con un Julius Randle così nulla è davvero impossibile.

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