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John Wall ai titoli di coda con Houston: il calvario infinito di una (ex) superstar

Dalle stelle alle stalle. John Wall, 31 anni, superstar in quel di Washington e reduce da un’incoraggiante stagione coi Rockets dopo la trade che dalla Capitale l’ha portato in Texas in cambio di Russell Westbrook, è stato messo sul mercato da Houston che spera di liberarsi di un contratto ingombrante per puntare sui giovani.
A cura di Luca Mazzella
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Una discesa senza fine. John Wall, una delle migliori point-guards NBA prima di affrontare un interminabile calvario di infortuni (113 partite nelle ultime 4 stagioni con in mezzo la rottura del tendine d'Achille avvenuta in piena riabilitazione da un infortunio serio al ginocchio) che da Washington, squadra di cui era diventato bandiera e trascinatore dopo essere stato scelto alla numero 1 del draft 2010, l’ha portato a Houston nella famosa trade per Russell Westbrook, è stato messo sul mercato dalla franchigia texana che intende liberarsi del suo scomodo contratto (91.7 milioni per le prossime due stagioni, col secondo anno in player option da 47.4 milioni), il secondo più remunerativo di tutta l'NBA, e al contempo puntare tutto sul backcourt formato da Kevin Porter Jr e Jalen Green, fresco di draft.

Due giocatori di 20 e 18 anni su cui Houston confida di poter costruire un futuro vincente sfruttando al contempo la costante ascesa di Christian Wood, lungo 25enne firmato poco più di un anno fa e consacratosi come una delle rivelazioni della lega dopo l'exploit ai Detroit Pistons.

I possibili scenari

Con queste premesse quindi, il 31enne Wall è stato accompagnato senza troppi complimenti alla porta dal momento che un eventuale ruolo da sesto uomo e leader della second-unit è stato subito rifiutato dal giocatore. Il problema resta tuttavia il contratto e il numero di squadre attualmente in grado di incamerare quella quantità di milioni per un injury-prone come lui, soprattutto ora che i giochi sembrano praticamente fatti per quasi tutte le franchigie. Quasi, appunto. I casi Simmons a Philadelphia e Lillard a Portland, entrambi in odore di trade anche se per motivi diversi, rendono almeno potenzialmente realizzabili degli scambi a incastro che, con la complicità di squadre pronte a assorbire contratti pur di ottenere scelte o giovani di talento, potrebbero regalare un ultimo scossone agli equilibri della lega dopo i botti estivi.

Il contratto è quindi il primo grande ostacolo, al quale va affiancata la riluttanza dei Rockets di privarsi di prime scelte (che renderebbero almeno più appetibile lo sforzo economico di un’eventuale acquirente) e un buyout che viste le cifre in ballo non è al momento tra le opzioni percorribili. Fino all’addio, quindi, la franchigia sembra intenzionata a usare Wall come mentore per i giovani compagni di reparto, attendendo che qualcuno si faccia avanti dopo i 20.6 punti e 6.9 assist di media nelle 40 gare disputate coi texani la scorsa stagione, liberandosi di un problema salariale e anche tecnico vista l’abbondanza di talento sugli esterni, ma dando al contempo a un giocatore tanto talentuoso quanto sfortunato la chance di giocare per ben altri obiettivi, come già accaduto con James Harden e PJ Tucker (oggi ai Nets e agli Heat, il secondo dopo aver vinto l’anello con i Bucks quest’estate) e come sembra prossima fare anche con Eric Gordon.

Le squadre interessate

La domanda è: a chi può davvero interessare un giocatore come Wall, al punto da rischiare 91 milioni di dollari per due stagioni? I Cleveland Cavaliers, alle prese con la grana Kevin Love, praticamente assente negli ultimi 2 anni, hanno una discreta quantità di talento tra gli esterni ma a costo di scambiare il lungo ex T-Wolves potrebbero candidarsi da outsider. Minnesota, Indiana, Sacramento sono squadre con tanto talento "giovane", contratti da scambiare e voglia di provare a diventare grandi: è chiaro che un azzardo del genere potrebbe definitivamente far implodere progetti mai del tutto decollati (con esclusione dei Pacers che sembrano però arrivati a un punto morto del loro sviluppo tecnico), ma anche che la voglia di rivalsa di Wall potrebbe rappresentare una prepotente iniezione di adrenalina e mentalità vincente in contesti reduci da troppi anni di delusioni. Sullo sfondo, due ulteriori suggestioni: i San Antonio Spurs, squadra che sembra finalmente aver intrapreso la strada della ricostruzione e che può permettersi un contratto del genere in annate che si preannunciano di sviluppo per i tanti giovani del roster, o i Los Angeles Clippers, che potrebbero affiancare a Paul George un altro giocatore di livello in attesa del rientro di Kawhi. 91 milioni sono tanti, le motivazioni di Wall ancora di più, ma prevedere chi troverà il coraggio di rischiare così tanto è difficilissimo.

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