Follia durante Panathinaikos-Olympiacos, il presidente entra in campo e scoppia il caos: interviene il Governo

Una finale che doveva parlare di basket, ma che si è trasformata in una pagina nera per lo sport greco. Gara 2 della serie scudetto tra Olympiacos e Panathinaikos si è chiusa con la vittoria dei padroni di casa (91-83), ma in campo e fuori è accaduto molto di più. Talmente tanto da costringere il Governo greco a intervenire: la serie è sospesa a tempo indefinito e il rischio di chiusura anticipata del campionato è reale.
Al centro della bufera c'è ancora lui: Dimitris Giannakopoulos, presidente del Panathinaikos, che si è presentato al Peace and Friendship Stadium scatenando il pandemonio. Fischi, cori offensivi e una tensione salita alle stelle in pochi minuti. Il numero uno biancoverde è stato espulso poco dopo il suo ingresso, ma ha rifiutato di lasciare immediatamente l'impianto. Secondo l'Olympiacos, Giannakopoulos sarebbe fuggito dalla polizia per evitare l'arresto; il Panathinaikos nega: "Giannakopoulos non è mai stato informato della possibilità del suo arresto e ha lasciato l'arena da solo, perché l'intera arena insultava lui e sua figlia e nessuno ha fatto nulla per fermarlo".
Ma la situazione è degenerata ulteriormente. "Di' a Giorgios Angelopoulos che violenterò sua figlia davanti a lui", è l'agghiacciante accusa lanciata da un dirigente dellOlympiacos, riportando una presunta frase shock di Giannakopoulos. Una versione dei fatti che il presidente del PAO ha respinto, denunciando invece i cori contro sua figlia minorenne. Clima incandescente, con l'Olympiacos che ha rifiutato di sedersi al tavolo proposto dal Governo con queste parole: "L'invito a sedersi allo stesso tavolo con il proprietario ricercato del K.A.E. Panathinaikos, che ha minacciato di violentare una minorenne davanti al padre, viene respinto in quanto inaccettabile. L'unico incontro con D. Giannakopoulos avrà luogo in tribunale".
La risposta dell'Esecutivo non si è fatta attendere. Il portavoce Pavlos Marinakis ha annunciato la sospensione della serie e convocato per mercoledì 4 giugno i vertici delle due squadre per un incontro con il Ministro dello Sport Yiannis Vroutsis: "Le immagini di ieri non sono un onore per lo sport professionistico. Laddove sussistano responsabilità penali e disciplinari, queste verranno imposte. In caso contrario, il campionato verrà sospeso definitivamente".

In un clima infuocato, ha preso posizione anche Ergin Ataman, coach del Panathinaikos, bersaglio di insulti razzisti: "Un circo. Seriamente, questo non è sport. Nessun tifoso può gridare ‘fanculo la Turchia'. Questo è razzismo. Quelli che hanno fatto questo a lui e alla sua famiglia sono dei bastardi".

Finora la serie aveva visto un successo per parte (80-68 per il PAO all'andata, 91-83 per i Reds al ritorno), ma l'aspetto sportivo è ormai in secondo piano. Le accuse reciproche, gli insulti, le minacce e la fuga dal campo di Giannakopoulos stanno oscurando uno dei momenti più attesi del basket europeo. Il campionato greco è a un bivio: o si trova un accordo tra i club, o la stagione finirà senza un campione.