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Blair come Bakayoko, fermato dalla polizia perché nero: “E se non mi avessero riconosciuto?”

Anche l’ex cestista Joe Blair è stato vittima di un controllo da parte delle forze dell’ordine molto simile a quello avvenuto per Bakayoko a Milano e ha postato su Instagram la propria indignazione: “Voglio un mondo diverso per i miei figli…”
A cura di Alessio Pediglieri
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Cos'hanno in comune Joe Blair e Tiémoué Bakayoko? Tantissimo, perché hanno trovato fortuna in Italia, sono atleti professionisti, conosciuti dagli appassionati di sport e sono anche due punti di riferimento nelle rispettive discipline (nel basket quando l'americano era ancora in attività e nel calcio per il centrocampista francese). Ma soprattutto perché sono stati entrambi protagonisti di una analoga vicenda che li ha visti coinvolti con le forze dell'ordine italiane, scatenando non poche polemiche sul comportamento della Polizia nei confronti delle persone nere.

Solamente una manciata di giorni fa, aveva scatenato critiche e un'ondata di indignazione il comportamento di alcuni agenti di Polizia per le strade di Milano che, a seguito di una sparatoria avvenuta poco prima, avevamo fermato un SUV, su segnalazione della Centrale, dove poi si è scoperto esserci a bordo il centrocampista del Milan, Bakayoko. Nel video amatoriale divenuto in pochi istanti virale, prima l'intervento deciso delle forze dell'ordine, pistole spianate e perquisizione "all'america", poi l'improvviso dietrofront davanti alla conferma di trovarsi di fronte ad un calciatore di Serie A. Le scuse e il rilascio immediato, con l'indignazione che volava sul web, aprendo al catino dell'atteggiamento di discriminazione razziale da parte della Polizia anche dopo le ultime spiegazioni dello stesso Bakayoko.

Nemmeno il tempo di sedare le polemiche che la scena puntualmente si ripete, in un'altra città d'Italia, Pesaro, ma con lo stesso filo conduttore che ha riacceso la rabbia dell'opinione pubblica puntando il dito sul concetto di profilazione razziale da parte delle forze dell'ordine italiane. La nuova, triste, vicenda? La denuncia via social da parte di Joe Blair, atleta americano ex cestista, conosciuto in città per aver giocato nella Vuelle, oltre che essere stato apprezzato per il suo passato sotto canestro a Milano e Biella. Il video che Blair ha pubblicato nelle sue storie Instagram è diventato subito virale: si vede l'ex cestista che si trova davanti ad una lavanderia di Pesaro assieme ai suoi tre figli, dopo che degli agenti gli hanno chiesto i documenti. Poi, tutto si risolve una volta appurato che si tratta dell'ex campione, che dunque filma la propria indignazione.

Blair, oggi stimato assistente in NBA, è in questi giorni di passaggio a Pesaro con i suoi inseparabili tre figli ed è stato vittima di questo tanto inspiegabile quanto fulmineo controllo: "A Pesaro non ho mai avuto problemi, lo sapete questa città è un pezzo del mio cuore, ma ciò che ci è accaduto non può né deve succedere". Una situazione che lo stesso Blair ha spiegato nel dettaglio: "Ho dato agli agenti la mia patente americana, perché ovviamente non porto con me il passaporto quando vengo ad asciugare i vestiti. Dopo il controllo dei documenti mi hanno detto: ‘Ma tu sei l'ex giocatore? Allora ti lasciamo andare'".

Parole che hanno suscitato l'indignazione dell'ex campione (arrivato in Italia nel 1998 a Biella, per poi passare a Pesaro e chiudere nel 2004 con l'Armani Milano): "E se non fossi stato un ex giocatore? Se fossi stato solo una persona nera in giro per la città sarebbe stato un problema? Cosa avrebbero detto o fatto?" si è domandato polemicamente alla fine del video. "Non ci si può comportare così, noi come umani possiamo essere meglio di tutto questo e il mondo non può andare così. Voglio che chiunque ascolti pensi alla propria vita… Voglio crescere i miei figli in un mondo in cui non debbano mai pensare a cose del genere".

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