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Ritrovato il secondo scarpone del fratello di Messner: riemerge 52 anni dopo la morte dell’alpinista

Il secondo scarpone di Gunther Messner è stato ritrovato 52 anni dopo la morte dell’alpinista italiano. Fratello di Reinhold, Re degli ottomila, fu travolto da una valanga nel 1970 sul Nanga Parbat. Sulle cause del suo decesso proprio Reinhold fu accusato di averlo abbandonato.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Il ritrovamento del secondo scarpone di Gunther Messner riporta in auge una vicenda che per 52 anni è sempre stata avvolta da un alone di mistero e supposizioni. La morte dell'alpinista italiano, fratello di Reinhold, primo tra gli alpinisti al mondo ad aver scalato tutte le quattordici cime del pianeta che superano gli 8000 metri sul livello del mare, suscitò molto scalpore nel 1970. Ma riavvolgiamo il nastro. I due fratelli scalarono la difficile e complessa parete Rupal della nona montagna più alta del mondo Nanga Parbat, massiccio dell’Himalaya. Un'impresa a dir poco complicata. Reinhold Gunther però riuscirono comunque a raggiungere la vetta il 27 giugno prima di scendere il giorno successivo per il versante Diamir. Gunther morì e Reinhold arrivò a valle solo sei giorni dopo, quando ormai tutti pensavano fossero morti entrambi.

Reinhold ritornò con congelamenti ai piedi e alle mani mentre raccontando che Gunther era invece morto travolto da una valanga di neve e ghiaccio. In quegli anni Reinhold fu accusato invece di aver abbandonato il fratello. Una versione che l'alpinista italiano ha sempre negato combattendo per anni affinché riuscisse a mostrare a tutti le prove di quanto accaduto. Il corpo, o meglio i resti, di Gunther furono ritrovati nel 2005 insieme a uno scarpone. "Il ritrovamento dei resti e di uno scarpone dimostrano senza ombra di dubbio che Gunther è morto durante la discesa e non è stato abbandonato da me durante la salita" tuonò Reinhold dopo il ritrovamento. Oggi, a distanza di 17 anni, anche il secondo scarpone di Gunther è venuto alla luce. A pubblicare la foto e rivelare il ritrovamento, è stato lo stesso Reinhold attraverso il suo account Instagram.

"Mi hanno chiamato fratricida per la volontà di alcuni di fama e soldi – aveva detto all'epoca Reinhold Messner – Si tratta di un vero e proprio crimine". Oggi la vicenda si arricchisce dunque di un nuovo elemento che avvalora ulteriormente la tesi dello stesso Reinhold il quale ha scritto sul suo account social: "La scorsa settimana, la seconda scarpa di mio fratello Günther è stata trovata ai piedi del ghiacciaio del Diamir dalla popolazione locale. Dopo cinquantadue anni. La tragedia del Nanga Parbat rimane per sempre così come Günther".

L'ennesimo capitolo di una storia assolutamente tragica che Messner tempo fa già voluto chiarire, di nuovo, con forza: "Io ho fatto pace con il cuore 17 anni fa – disse quando era tornato sul Nanga Parbat per cremare i resti di suo fratello – Ora non ho più emozioni. Aspetto solo di capire quanti chilometri di ghiaccio e montagna mancano per portare alla luce tutto il resto".

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